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Le direttrici per investire 40 milioni di euro individuati dalla Regione per i centri storici dell’Area Sisma: le proposte di Cna

La Regione Emilia-Romagna investirà 55 milioni di euro nel sostegno delle attività delle piccole imprese impegnate nella ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 2012. Grazie anche alla sollecitazione di CNA, 40 milioni di euro di questi saranno destinati a favorire la rivitalizzazione dei centri storici e dei centri abitati. L’attenzione è rivolta in particolare al piccolo commercio, all’artigianato di servizio alle persone e alle cose.

“Ora – commenta Paolo Benatti, responsabile CNA dell’Area Nord – si tratta di trovare le modalità con le quali investire queste risorse. Sotto questo profilo abbiamo le idee ben chiare”.

“Innanzitutto – continua Benatti – proponiamo di agevolare il ritorno delle attività commerciali e di servizio nei centri storici destinando aiuti economici a chi vuole ritornarvi, acquistare una nuova sede all’interno di essi o a chi, sempre nei centri, vuole riqualificare la propria attività”.

Ma secondo l’Associazione non basta supportare le attività economiche. “Per far rivivere i centri storici occorre evitarne la desertificazione. Per questo riteniamo che parte di queste risorse debbano andare ad alimentare un bando che sostenga l’insediamento delle giovani famiglie, sia in case in affitto che in proprietà, nei centri stessi”.

Infine, secondo l’Associazione, servono strumenti di promozione territoriale non a misura di singolo comune, ma di area. “Parte dei quaranta milioni di euro disponibili dovranno essere utilizzati anche in questa direzione”, dice Benatti.

In sintesi, sono queste le tre proposte che CNA formula agli amministratori dell’area: incentivi agli imprenditori che ritornano, aprono o riqualificano nei centri storici, sostegno alle famiglie che vanno ad abitarci, e progetti di promozione territoriale di area.

“Queste tre direttrici – conclude il funzionario CNA – rispondono ad una visione precisa: quella di riportare i cittadini a riscoprire i “loro” centri passeggiando, partecipando ad eventi, visitando negozi, laboratori artigiani, bar e punti di ristorazione, vedere vetrine e utilizzare i servizi proposti, nella convinzione che le “piazze” siano luoghi naturali di incontro, di scambi commerciali, di condivisione. La piazza, infatti, identifica il dialogo tra le persone che la vivono, facendone un elemento di identificazione del territorio e un fattore di catalizzazione della comunità. Quella stessa comunità che è stata determinante per ciascuno di noi per superare il trauma dell’emergenza terremoto.

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