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Indagine Lapam sul mercato del lavoro: a Reggio Emilia disoccupazione in discesa

A Reggio Emilia, a fine 2018, lavoravano 240.800 persone, tra uomini (135.900) e donne (104.900). Ma come si compone questa occupazione? Le risposte in questa indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato.

DISOCCUPAZIONE E OCCUPAZIONE. L’occupazione a Reggio Emilia risale. I dati del 2018, rielaborati con una approfondita ricerca del centro studi Lapam Confartigianato, dicono che la disoccupazione si attesta sul 4,2%, in discesa rispetto al 4,9% del 2017, mentre sale leggermente il tasso di occupazione (calcolato sul totale di chi cerca lavoro dai 15 anni in su) che è a fine 2018 al 53,3 rispetto al 52,7 di fine 2017. Guardando le serie storiche, la disoccupazione è calata in modo significativo rispetto al picco del 6,6% del 2014, ma guardando al 2008 (anno considerato quello d’inizio della crisi economica) c’è ancora strada da fare: in quell’anno, infatti, la disoccupazione a Reggio Emilia era del 2,3%, 1,9 punti percentuali in meno rispetto a oggi. Anche il tasso di occupazione era più alto, al 56,4 (1,7 punti in più di adesso) e anche qui il punto peggiore è stato toccato nel 2014, con il 51,2. Nel complesso Reggio Emilia è al quarto posto assoluto in Italia per tasso di occupazione, dietro l’inarrivabile Bolzano (58,6), oltre che a Parma e Bologna. L’Emilia-Romagna, dunque, si attesta saldamente al secondo posto in Italia sotto questo profilo, alle spalle del Trentino Alto Adige.

DINAMICHE DEGLI OCCUPATI. Particolarmente significative sono le caratteristiche di come sono cambiati gli occupati nel periodo 2008-2018, periodo nel quale si è registrato un calo dell’occupazione dello 0,1%: a Reggio Emilia l’occupazione femminile sale a fronte di una discesa di quella maschile (+5,4% donne, -4% uomini) anche nell’ultimo anno l’occupazione femminile è col segno più per un 2,3% contro un +0,6% di quella maschile.
Sempre a Reggio Emilia da registrare come aumenti l’occupazione da lavoro dipendente (+6,1% nel periodo 2008-2018 e +2,1% su base annua), mentre cala in modo molto significativo quella degli indipendenti: -17,3% tra 2008 e 2018 e -1,1% nell’ultimo anno.
A livello regionale, in questo caso, cresce il lavoro dei 55-64enni (addirittura +33,3%), è stabile quello dei 35-54enni (+0,1%), ma cala quello dei giovani under 35 (-1,5%). Inoltre la ricerca Lapam Confartigianato evidenzia come crescano tempo parziale e tempo determinato (rispettivamente +11,7% e +38,4%) a scapito del tempo pieno e indeterminato che crescono assai meno (+4% e +4,6%). Altro dato interessante (sempre a carattere regionale): il titolo di studio premia, cresce il numero dei lavoratori con titolo di studio medio-alto (+11,5%) e cala bruscamente quello di chi ha un titolo medio-basso (-8%).

I SETTORI. Assai interessante è anche leggere le dinamiche per macro settori. Tra il 2008 e il 2018 il comparto più penalizzato è stato, come noto, quello delle costruzioni con un crollo del 30,3% che ormai è stato assorbito, tra 2017 e 2018, infatti, c’è addirittura un rimbalzo con un +11,6%. Male nel periodo della crisi anche l’industria con un calo del 6,2%, mentre tra 2017 e 2018 c’è stato un incremento del 6,7%. Giù anche l’agricoltura, con un calo severo nei dieci anni (anche se molto fluttuante di anno in anno), calo che si registra anche nell’ultimo anno con un -17,8% sul 2017. Aumento in doppia cifra tra 2008 e 2018, invece, per commercio, pubblici esercizi e turismo (+13,1% con un +1% nell’ultimo anno). Bene anche i servizi: +12,1% nei dieci anni ma -1,2% nell’ultimo anno.

FOCUS: I GIOVANI. La ricerca Lapam Confartigianato rivela che tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) a Reggio Emilia e in regione sta scendendo: nel 2018 si attestava sul 9,9%, un 2,9% in meno rispetto al 2017, ma rispetto al pre crisi (2008) siamo ancora a un +3% (nel 2008 la disoccupazione giovanile era al 6,9%). Il tasso di occupazione è in crescita: nel 2018 era al 41,1%, il 2% in più del 2017: questo dato fa pensare che siano diminuiti i cosiddetti Neet (i giovani che non studiano, non lavorano e nemmeno cercano lavoro). Nel 2008 il tasso di occupazione tra i 15 e i 29 anni era al 49,9%, ben 8,8 punti in più rispetto a oggi. L’indagine Lapam segnala anche che i Neet nel 2016 a Reggio Emilia (l’ultimo dato disponibile è quello) erano il 16,1% dei giovani di quell’età, in pratica più di un giovane su sei. In Emilia-Romagna (e il dato disponibile è al 2018) i Neet sono in calo, al 15,4% rispetto al 16,1% del 2017, è dunque presumibile anche a Reggio Emilia siano in leggero calo.

TIPOLOGIE DI CONTRATTO. Da ultimo l’indagine del centro studi Lapam Confartigianato analizza le tipologie contrattuali a livello regionale, sia in senso assoluto che tra i giovani. Da quest’ultima analisi si evidenzia come nel settore privato si registri un aumento di assunzioni (+4,4% tra 2017 e 2018) e che il saldo è positivo per 41.333 unità. Cresce il tempo determinato (+51.883 occupati), l’apprendistato (+14.881) e aumentano i contratti di somministrazione (+6.485 come pure quelli intermittenti (+4.445), mentre i contratti stagionali sono stabili (+47 unità). Il calo, brusco, è dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, con -36.408 unità.
La crescita percentuale dei lavoratori tra i 15 e i 29 anni è in linea con quella generale (+4,5%), anche qui le assunzioni a termine e in somministrazione sono la maggioranza, mentre tiene bene l’apprendistato, che anzi cresce del 10,9% rispetto all’anno precedente. Tra i giovani, dopo un calo significativo nel 2017 rispetto al 2016, crescono anche le assunzioni a tempo indeterminato.

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