Line guida per una riforma del terzo settore: Amelia Frascaroli e altri 9 assessori al welfare rispondono al Governo



    Su proposta della Scuola di Città e di Amelia Frascaroli, assessore al welfare del Comune di Bologna, altri nove assessori di altrettante città rispondono a Matteo Renzi e alle sue “Linee guida per una riforma del terzo settore”.
    Il termine posto dal premier per mandare considerazioni, idee e proposte sul progetto di riforma è scaduto oggi, 13 giugno, e il 27 giugno il Governo approverà un disegno di legge sulla materia tenendo conto delle considerazioni arrivate.

    Non hanno perso l’occasione gli assessori di Bologna (Amelia Frascaroli), Milano (Pierfrancesco Majorino), Ferrara (Chiara Sapigni), Treviso (Chiara Sapigni), Rimini (Gloria Lisi), Reggio Emilia (Matteo Sassi), Pieve di Cento (Laura Pozzoli), Venezia (Andrea Ferrazzi), Torino (Elide Tisi) e Genova (Emanuela Fracassi) e prendendo carta e penna – ovviamente virtuale
    – hanno risposto al Capo del Governo.

    Nel merito, lo spirito della proposta è stato apprezzato dai firmatari della lettera, così come le modalità usate dal Governo per instaurare un dialogo su un aspetto così importante per far ripartire il Paese attraverso nuove politiche di comunità.
    Alcuni rilevi critici vengono tuttavia evidenziati: “la proposta di legge – si legge nel documento – pare non chiarire quali meccanismi sulla
    trasparenza o accountability devono esser posti in essere delle
    organizzazioni. La norma dovrà incentivare la diffusione presso le
    organizzazioni del Terzo Settore di strumenti adeguati ad evidenziare come le risorse pubbliche o private che gli vengono affidate si traducono in attività e progetti innovativi, legati a nuovi o tradizionali bisogni delle persone e della comunità e in grado di sviluppare un sistema di relazioni e di competenze basato sulla condivisione”.

    Amelia Frascaroli sintetizza così il lavoro svolto con i suoi colleghi: “è opportuno compiere una ‘rivoluzione copernicana’ immaginando un modo diverso – non solo giuridico – per dare effettivo rilievo a quegli enti che producono nuovo capitale sociale, basandosi però non su valutazioni meramente autoreferenziali, ma sulla effettiva percezione dei cittadini”.