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In un anno oltre duecentosessantamila gli accessi ai Pronto Soccorso della provincia di Modena

MaurizioPonzdeLeonNel 2013, in media, sono state 713 le persone quotidianamente accolte dalla rete dell’emergenza-urgenza della provincia di Modena. Un numero che da solo aiuta a comprendere l’imponente e delicato lavoro che ogni giorno il Dipartimento Interaziendale di Emergenza-Urgenza è chiamato a svolgere attraverso la propria articolata organizzazione composta da sette Pronto Soccorso – Policlinico di Modena, Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense a Baggiovara, Carpi, Pavullo, Vignola, Mirandola, Sassuolo – e tre Punti di Primo Intervento, a Finale Emilia, Fanano e Castelfranco Emilia. Una macchina complessa il cui funzionamento – 365 l’anno, 24 ore al giorno – è assicurato da quasi seicento persone tra medici, infermieri, tecnici e amministrativi, e che richiede affiatamento, sinergia, costante aggiornamento professionale, risorse tecniche e umane adeguate, progetti di miglioramento continuo.

Una macchina che nell’anno passato ha gestito 260.239 accessi che nel 13% dei casi ha portato ad un ricovero. ll numero più elevato di richieste si è avuto al Policlinico di Modena, (62.965, con 923 codici rossi), mentre il Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense ha accolto 44.095 persone (17% del totale) con una importante presenza di casi complessi, tanto che sul totale dei codici rossi, il 46% è stato gestito dalla struttura di Baggiovara. Con riferimento ai numeri assoluti, seguono poi il Ramazzini di Carpi, 45.054 (18% del totale), e Sassuolo, 37.793 (15% del totale).

Osservando i codici assegnati, risulta che i rossi, vale a dire i casi più gravi nei quali almeno uno dei parametri vitali del paziente è risultato compromesso, sono stati 4.268, pari al 2% degli accessi totali. Determinante nello loro gestione ottimale è stata la centralizzazione, in base a percorsi condivisi e predefiniti, presso i due ospedali cittadini che svolgono la funzione di hub provinciale. In particolare la centralizzazione riguarda gli infarti che sono indirizzati sia al Policlinico che a Baggiovara, il politrauma della gestante e del bambino seguiti al Policlinico, il traumatizzato grave e le persone colpite da ictus a Baggiovara. il Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense di Baggiovara in particolare ne ha accolti 1.945 (46% del totale), il Policlinico 923 (22% del totale).
A pochi giorni dalla Settimana Nazionale del Pronto Soccorso organizzata da Simeu, Società italiana di medicina di emergenza-urgenza, durante la quale in tutta Italia sono stati promossi momenti d’incontro con la cittadinanza per ampliare le occasioni di dialogo tra chi cura e chi è curato, gli uomini dell’emergenza tornano quindi in campo per raccontare il proprio lavoro – numeri, organizzazione e progetti – scegliendo un momento davvero speciale che coincide con la discussione della tesi da parte dei primi sette specializzati presso la Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza Urgenza istituita presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emila nel 2008 e diretta dal Professor Maurizio Ponz de Leon. Un traguardo importante, raggiunto grazie al coinvolgimento delle strutture modenesi presso le quali hanno svolto una parte rilavante della formazione, che di fatto rappresenta anche un primato nazionale frutto di un lavoro di équipe: sin dalla nascita, la Scuola si è caratterizzata per una forte apertura alla creazione di una rete di collaborazioni, attive sia all’interno della provincia, sia all’esterno.

La rete didattica, infatti, coinvolge la Medicina Interna ed Area Critica del Policlinico (MIAC) sede della scuola, il Pronto Soccorso del Policlinico, il Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza di Baggiovara, i Pronto Soccorso di Vignola, Carpi, Pavullo e Imola, il Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza di Reggio Emilia (Anna Maria Ferrari, primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria Nuova è anche presidente della Società Italiana di medicina d’urgenza e sarà presente alle tesi).
A questi si aggiungono convenzioni col Sant’Orsola di Bologna, con l’Ospedale di Rimini, con diversi ospedali del Regno Unito, col Trauma Center di Baltimora (il più importante al Mondo) e con Emergency per portare gli specializzandi nelle zone di guerra (Sudan) o comunque problematiche (Perù). Infine, una collaborazione con l’esercito Italiano per la medicina legata ad eventi catastrofici.

Una situazione quindi in costante evoluzione che offre percorsi di specializzazione di elevato livello e che mette in campo anche una serie di progetti di miglioramento continuo e percorsi di integrazione della rete con l’obiettivo comune di assicurare alla comunità la migliore risposta possibile, all’interno di una rete.

In questo ambito spicca il “Progetto equità di accesso” che proietta i Pronto Soccorso in una dimensione, almeno in parte, nuova, che va oltre il lavoro di triage svolto da un infermiere con formazione specifica, che valuta e inquadra il paziente al momento dell’accesso alla struttura secondo l’urgenza, stilando una lista di priorità trasparente. Il Pronto Soccorso diventa un luogo capace di intercettare bisogni complessi, non solo di tipo strettamente sanitario: anziani, senza fissa dimora, migranti, dipendenti da alcol o droghe, donne vittime di violenza passano infatti dai Pronto Soccorso.

Altrettanto rilevanti sono i Percorsi Diagnostico – Terapeutici Assistenziali (PDTA), di fatto un’applicazione del principio di equità secondo il quale un paziente deve ottenere la miglior assistenza possibile a prescindere da quale sia il punto di accesso alla rete al quale si rivolge. In quest’ottica, i percorsi, determinano la procedura di stabilizzazione del paziente e invio al centro più attrezzato secondo lo schema hub&spoke.

Il Dipartimento ha anche avviato un programma di formazione dipartimentale (attraverso il Piano Formativo di Dipartimento) che coinvolge sia i medici, sia gli infermieri impiegati nelle diverse strutture che partecipano a vari corsi su tematiche legate all’emergenza.

A ciò si aggiunge che tutti i Pronto Soccorso provinciali sono inseriti nella rete formativa per gli specializzandi di Emergenza – Urgenza; in questo modo possono arricchire la propria esperienza operando all’interno di tipologie di Pronto Soccorso tra loro anche molto differenti, dal più attrezzato al più piccolo.

All’incontro svoltosi questa mattina erano presenti, tra gli altri, la dottoressa Kyriakoula Petropulacos, Direttore Generale del Policlinico di Modena, la dottoressa Mariella Martini, Direttore Generale dell’Azienda USL di Modena, il prof. Paolo Frigio Nichelli, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, il prof. Maurizio Ponz de Leon, Direttore della Scuola di Specializzazione in Emergenza–Urgenza, la dottoressa Anna Maria Ferrari, rappresentante della SIMEU (Società italiana medicina di emergenza urgenza) nonché direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza dell’Azienda Usl di Reggio Emilia (struttura che fa parte della rete formativa), il dottor Anselmo Campagna, direttore sanitario del Policlinico di Modena, il dottor Carlo Tassi, Direttore del Dipartimento Interaziendale di Emergenza Urgenza, il dottor Lucio Brugioni, Direttore della Medicina Interna e Area Critica del Policlinico, il dottor Giovanni Pinelli, Direttore Medicina d’urgenza e Pronto soccorso del Nuovo Ospedale Civile S. Agostino-Estense e il dottor Antonio Luciani, Direttore del Pronto Soccorso del Policlinico.

L’ATTIVITÁ DEI PRONTO SOCCORSO IN PROVINCIA DI MODENA
Nel 2013, gli accessi sono stati 260.239, con una media di 713 pazienti al giorno

In provincia di Modena la rete per la gestione delle emergenze urgenze fa capo al Dipartimento Interaziendale di Emergenza Urgenza, DIEU, ed è articolata in 7 Pronto Soccorso – Policlinico di Modena, Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense a Baggiovara, Carpi, Pavullo, Vignola, Mirandola, Sassuolo – e tre Punti di Primo Intervento, a Finale Emilia, Fanano e Castelfranco Emilia.

Gli accessi
Nel 2013, il numero degli accessi presso i punti della rete ha superato quota 260 mila, per l’esattezza 260.239. Il numero più elevato ha riguardato il Policlinico di Modena, con 62.965 accessi (24% del totale) (al dato del Pronto Soccorso “generale” si aggiungono quelli che concernono i Pronto Soccorso di tipo Specialistico Oculistico – Pediatrico, Ostetrico e Ginecologico – in tutto altri 43.995 accessi), seguono il Ramazzini, 45.054 (18% del totale), il Nuovo Ospedale Civile San’Agostino Estense, 44.095 (17% del totale) e Sassuolo, 37.793 (15% del totale).

Superano quota 20mila, i due Pronto Soccorso di Mirandola (23.034 accessi) e Vignola (20.839 accessi), mentre all’Ospedale di Pavullo sono stati 15.659.

Mediamente, il 13% degli accessi è stato seguito da un ricovero.

I codici
Nel 2013 i codici rossi, vale a dire i casi più gravi nei quali almeno uno dei parametri vitali del paziente è risultato compromesso, sono stati 4.268, pari al 2% degli accessi totali. In coerenza con l’organizzazione a rete e con la specializzazione di alcuni ospedali, definiti hub, il numero maggiore di codici rossi è stato gestito dai due ospedali cittadini; il Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino Estense in particolare ne ha accolti 1.945 (46% del totale), il Policlinico 923 (22% del totale).

Con riferimento agli altri codici, emerge che i bianchi – quelli nei quali non è presente alcuna sintomatologia critica o rischio di aggravamento e non sono interessate le funzioni vitali della persona – sono circa 30mila, pari al 9% del totale. Oltre 47mila (17%), invece, i codici gialli che riguardano pazienti in situazione critica che richiede un accesso rapido alle cure. La maggior parte degli accessi – poco meno di 183mila, pari al 71% del totale – sono stati classificati dagli operatori sanitari come codici verdi. In questi casi il paziente necessita di una prestazione sanitaria che può essere momentaneamente differita senza comprometterne lo stato di salute.

 

Grafici

DIPARTIMENTO INTERAZIENDALE DI EMERGENZA – URGENZA
Progetti di miglioramento continuo e percorsi di integrazione della rete

PERSONALE IMPIEGATO: 594 (tra medici, infermieri, tecnici, amministrativi, operatori socio sanitari).

PROGETTO EQUITA’
L’equità di accesso è un principio cardine a livello regionale che ha diverse declinazioni a livello operativo. Primo cardine di questo meccanismo è il triage – svolto da un infermiere con formazione specifica – che valuta e inquadra il paziente al momento dell’accesso alla struttura secondo l’urgenza, stilando una lista di priorità trasparente.

L’equità va oltre, però, il triage. Porta di accesso dell’ospedale, il Pronto Soccorso è un luogo capace di intercettare bisogni complessi, non solo di tipo strettamente sanitario: anziani, senza fissa dimora, migranti, dipendenti da alcool o droghe, donne vittime di violenza passano infatti dai Pronto Soccorso. Da qui l’idea di un progetto – in fase di attivazione – di integrazione socio-sanitaria nel quale, pur in un contesto di risorse limitate, le strutture di Pronto Soccorso e i Punti di Primo intervento, diventano parte integrante delle reti rivolte alle persone svantaggiate, trasformandosi in luoghi di intercettazione e di invio dell’utente verso il servizio di accoglienza più appropriato. Gli ospedali e i Pronto Soccorso cessano di essere quindi semplici luoghi di cura.

PROGETTO FORMAZIONE
Il dipartimento ha avviato un programma di formazione dipartimentale (attraverso il Piano Formativo di Dipartimento) che coinvolge sia i medici, sia gli infermieri impiegati nelle diverse strutture che partecipano a vari corsi su tematiche legate all’emergenza. La formazione è a ciclo continuo perché – anche ai fini dell’accreditamento – il personale deve essere sempre aggiornato. Si tratta di uno sforzo notevole, ma irrinunciabile, che interessa gli oltre 500 operatori (tra medici, infermieri, tecnici, amministrativi, operatori socio sanitari) del Dipartimento. A ciò si aggiunge che tutti i Pronto Soccorso provinciali sono inseriti nella rete formativa per gli specializzandi di Emergenza – Urgenza; in questo modo possono arricchire la propria esperienza operando all’interno di tipologie di Pronto Soccorso tra loro anche molto differenti, dal più attrezzato al più piccolo.

PERCORSI DIAGNOSTICO – TERAPEUTICI ASSISTENZIALI (PDTA)
I Percorsi Diagnostico – Terapeutici Assistenziali (PDTA) sono di fatto un’applicazione del principio equità secondo il quale un paziente deve ottenere la miglior assistenza possibile a prescindere da quale sia il punto di accesso alla rete al quale si rivolge. In quest’ottica, i percorsi, determinano la procedura di stabilizzazione del paziente e invio al centro più attrezzato secondo lo schema hub&spoke.

I percorsi già attivati da tempo sono:
• Ictus (Hub, Baggiovara)
• Traumatizzato grave (Hub, Baggiovara e Policlinico)
• Infarto (Hub : Policlinico e Baggiovara)
Due anni fa è stato attivato il percorso per il paziente vascolare (aneurisma dell’aorta) che viene stabilizzato e trasportato a Baggiovara.

Altri percorsi riguardano: paziente ustionato, paziente neurochirurgico, paziente intossicato, paziente cardiochirurgico, emergenza massiccio afflusso di feriti.

LA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE  IN MEDICINA DI EMERGENZA – URGENZA

Attivazione: Anno Accademico 2008-2009

Direttore della Scuola:
• 2008-2010 prof. Renato Zandomeneghi (Direttore Medicina Interna e Area Critica)
• 2010 – a tutt’oggi: prof. Maurizio Ponz de Leon (Direttore Medicina 1).

Coordinatore didattico per l’Azienda Ospedaliera dal 2008 a tutt’oggi: Dottor Lucio Brugioni (Direttore Medicina Interna e Area Critica).

Durata del corso: 5 anni

Numero di scuole in Italia: in tutto sono 23. In Emilia-Romagna, oltre a Modena è attiva la scuola di Parma.

Profilo dello specializzato. La Scuola di Specializzazione ha l’obiettivo di formare medici per l’emergenza che siano in grado di operare sulle ambulanze, sugli elicotteri, nei pronto soccorsi, nelle Medicine di Urgenza.

Collaborazioni. Sin dalla nascita, la Scuola si è caratterizzata per una forte apertura alla creazione di una rete di collaborazioni, attive sia all’interno della provincia, sia all’esterno. La rete didattica, infatti, coinvolge la Medicina Interna ed Area Critica del Policlinico (MIAC) sede della scuola, il Pronto Soccorso del Policlinico, il Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza di Baggiovara, i Pronto Soccorso di Vignola, Carpi, Pavullo e Imola, il Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza di Reggio Emilia (Anna Maria Ferrari, primario del Pronto Soccorso dell’Ospedale Santa Maria Nuova è anche presidente della Società Italiana di medicina d’urgenza e sarà presente alle tesi).

A questi si aggiungono convenzioni col Sant’Orsola di Bologna, con l’Ospedale di Rimini, con diversi ospedali del Regno Unito, col Trauma Center di Baltimora (il più importante al Mondo) e con Emergency per portare gli specializzandi nelle zone di guerra (Sudan) o comunque problematiche (Perù). Infine, una collaborazione con l’esercito Italiano per la medicina legata ad eventi catastrofi.

Un po’ di storia. È stata la SIMEU, Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza a convincere il Ministero a istituire nel 2008 le scuole di specializzazione, dopo un lungo percorso che ha finalmente messo l’Italia al passo con le altre nazioni europee e con gli Stati Uniti. Fino ad oggi erano stati gli internisti – formati con corsi di formazione specifici – a occuparsi di emergenza sin dai tempi della nascita delle famose Medicina d’Urgenza. A Modena l’istituzione della scuola si deve certamente alla grande caparbietà del Prof. Renato Zandomeneghi, coadiuvato dal dr. Lucio Brugioni, che furono i primi a spingere per ottenere questo risultato.

I primi sette specializzati
Marco Barchetti, Eugenio Giovannini, Pierpaolo Palmieri, Giovanni Loschi, Massimiliano Fiorini, Nicola Ronchi, Paola Magnani.

gruppoconneospecializzati

 

 

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