“A volte una mezza verità può diventare una grande bugia. Un esempio è l’emendamento al DL 66 approvato definitivamente alla Camera con Legge 23 giugno 2014 n.89, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 24 giugno.
Si tratta del DL con cui tra l’altro il Governo Renzi impone risparmi di spesa a Regioni, Province e Comuni, che a breve dovranno poi versare allo Stato. Queste risorse, reperite in modo alquanto discutibile, serviranno a coprire parzialmente la ormai famosa mancia elettorale di 80 euro.
Alla Provincia di Modena, impegnata nella ricostruzione post terremoto e post alluvione, questo obolo costerà circa 5 milioni di euro.
D’altra parte era facilmente prevedibile che il riordino delle Province sarebbe servito per svuotare le casse provinciali. Curiosamente però in sede di conversione del DL 66 è spuntato alla chetichella un emendamento in premessa all’articolo 19 per modificare l’articolo 1 della Legge 7 aprile 2014, n. 56, che regolamenta appunto il riordino delle Province.
Per effetto di questo emendamento “restano a carico della Provincia gli oneri connessi con le attività in materia di status degli amministratori, relativi ai permessi retribuiti, agli oneri previdenziali, assistenziali ed assicurativi di cui agli articoli 80 e 86 del testo unico”. In altre parole a Presidenti e membri della Giunte provinciali, per i quali era stato disposto che non avrebbero percepito alcun compenso per l’attività svolta, saranno ancora riconosciuti i contributi previdenziali e altri rimborsi, che rimarrano sostanzialmente a carico dei contribuenti.
Di fatto è l’ennesima promessa non mantenuta dal Presidente Renzi, che con la solita enfasi aveva annunciato il riordino delle Province come l’occasione storica per ridurre la spesa pubblica, grazie anche all’azzeramento di tutti gli emolumenti agli amministratori provinciali.
Recentemente anche il Presidente Sabattini si è affrettato a sottolineare che sia lui che la Giunta avrebbero continuato ad operare gratuitamente, dimenticando però di aggiungere il disposto dell’emendamento.
Non c’è da stupirsi: aumentano i Renziani della prima, della seconda e della terza ora e dilaga il Renzismo, come nuovo modello di amministrazione fondata non sui fatti concreti ma sulla comunicazione della realtà virtuale.”
Dante Mazzi, già capogruppo PdL in Consiglio provinciale di Modena