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Presentato il primo Rapporto unitario sulle cooperative di Bologna e Imola aderenti all’ACI

L’Alleanza delle Cooperative Italiane di Bologna e Imola (costituita da Legacoop, Agci, Confcooperative) per la prima volta pubblica unitariamente il rapporto sull’andamento economico e sociale delle cooperative aderenti. I dati sono stati presentati oggi all’Oratorio San Filippo Neri con la partecipazione del sindaco di Bologna, Virginio Merola, Giorgio Tabellini, presidente della Camera di Commercio, Sergio Prati, presidente dell’ACI di Imola, Domenico Olivieri, co-presidente ACI Imola, Gianpiero Calzolari, presidente dell’ACI di Bologna, il massmediologo Roberto Grandi, Daniele Passini, co-presidente di ACI Bologna, Walter Williams, che ha curato la pubblicazione. L’ACI di Bologna e Imola al 31 dicembre 2013 riuniva 531 imprese cooperative e società di capitali controllate da cooperative; le associate corrispondono a circa il 60% del totale delle cooperative del territorio ed esprimono il 90% dei principali valori economici (fatturato, investimenti e patrimonio netto), sviluppando un fatturato di oltre 14 miliardi di euro (senza considerare l’apporto delle Banche di Credito Cooperativo e del gruppo UnipolSai). «Solamente chi sa continuamente rinnovarsi – ha sottolineato Calzolari – riesce a essere seriamente intergenerazionale. Con l’Aci rilanciamo, perché non ci basta sopravvivere , vogliamo essere attori del cambiamento che serve al nostro paese». Gli occupati delle aderenti all’ ACI di Bologna e Imola sono oltre 65.000 unità (+13% dal 2009 al 2013) e costituiscono il 12% del totale dei lavoratori del territorio. Il 2013 rispetto all’anno precedente per la prima volta ha registrato una flessione del valore della produzione di circa 3 punti (dopo una crescita del 12% tra il 2008 ed il 2012), mentre continuano a crescere i soci (+ 3,86%) e gli occupati (+1,86%), anche se il peso della crisi inizia ad incidere sulla curva di crescita dell’occupazione. Le cooperative negli anni della crisi hanno sacrificato gli utili (quasi dimezzati dal 2008 al 2012) per garantire il più possibile la tenuta occupazionale e la crescita degli investimenti (+15% dal 2008 al 2012), confermando una visione di lungo periodo. Su circa 1 milione di abitanti, sono ben 600 mila i rapporti associativi alle aderenti all’ACI, come se fossero soci di almeno una cooperativa 3 bolognesi su 4. Pur depurati delle doppie appartenenze (per esempio, soci del consumo che sono contemporaneamente soci di una coop agricola o di abitanti o di produzione e lavoro), l’estensione e il radicamento della cooperazione in questo territorio resta comunque notevole. «Dal rapporto – ha affermato Roberto Grandi – emerge il profilo di un movimento che, pur non essendo estraneo alle difficoltà economiche del momento, esprime un ruolo anticiclico e presenta un assoluto protagonismo rispetto alla comunità di riferimento ed elementi di rilievo in termini di inclusione sociale». La cooperazione (escluse le società di capitali controllate da cooperative) rappresenta nell’area metropolitana bolognese circa il 20% del fatturato delle società che presentano bilanci e 7 sulle prime 10 aziende industriali e di servizi del bolognese (esclusi credito ed assicurazioni) sono cooperative o società aderenti al movimento.

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