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Fillea/Cgil ER-BO-IM-RA: Cooperative edili a rischio: la Lega delle cooperative e la politica si assumano le loro responsabilità

Le gravissime crisi aziendali ITER (243 lavoratori) e CESI (403 lavoratori) sono ad una fase estremamente complessa e necessitano di decisioni urgenti.
Non è più tempo di tatticismi o di rinvii.
La Lega delle Cooperative deve a questo punto dire con chiarezza ed urgenza se il progetto di aggregazione delle cooperative edili è vero o rimane solo un lancio di agenzia, un idea a mezzo stampa che viene riproposta da mesi senza che nessuno veda nulla di concreto. La cooperazione ci presenti il progetto industriale, apra seriamente la discussione, ma sia chiaro che la CGIL non potrà in alcun modo condividere l’idea di fare scorpori di singoli cantieri, salvando solo temporaneamente alcune decine di posti di lavoro, perché questo rappresenterebbe un disastro per centinaia di lavoratori. Le prime revoche di importanti appalti sembrerebbero purtroppo confermare questa ipotesi. La Lega delle Cooperative si assuma fino in fondo le sue responsabilità, sapendo che la crisi delle cooperative edili in Emilia Romagna mette in discussione il lavoro di migliaia di addetti.
Non sottovalutiamo l’interessamento della politica in questa fase ed apprezziamo i vari attestati di solidarietà. Ma di solidarietà si può anche morire.
I partiti, in primo luogo il PD, ci dicano se condividono la necessità di garantire continuità occupazionale e di reddito a tutti i lavoratori della CESI e della ITER. Serve chiarezza degli obiettivi in questa fase, altrimenti si rischia di fare solo speculazione, di strumentalizzare politicamente una vicenda che riguarda la vita concreta di centinaia di persone in carne ed ossa e delle loro famiglie. I lavoratori sapranno giudicare sui fatti e non sulle parole.
Poichè la vertenza riguarda praticamente tutto il sistema cooperativo (oggi in estrema difficoltà sono Cesi e ITER, ma quasi tutte le cooperative edili sono a rischio), serve la convocazione urgente del tavolo regionale di crisi, già richiesto dalla Cgil. Serve che la Regione Emilia Romagna mantenga l’impegno a promuovere un tavolo nazionale con i Ministeri delle Infrastrutture, dello Sviluppo Economico e del Lavoro. Abbiamo solo pochi giorni per fare questi passaggi: cosa si aspetta ancora? In tal senso sarebbe utile l’impegno della politica che oggi invece appare più sterilmente attratta dal campanile.
Il ministro Poletti fa bene a dichiarare la disponibilità ad incontrare i lavoratori, ma quello che serve è un vero tavolo di confronto con l’impegno del Governo. Lo sa il ministro che gli strumenti sociali in edilizia hanno una durata solo di alcuni mesi? E’ consapevole che servirebbero strumenti ad hoc per affrontare lo tsunami che si sta abbattendo sui lavoratori dell’Emilia Romagna?
Noi aspettiamo delle risposte in tempi rapidissimi. Le lavoratrici ed i lavoratori sanno benissimo dove sono le responsabilità di questa situazione gravissima e ne chiederanno conto. La CGIL insieme a loro non resterà a guardare.
Luigi Giove (Fillea Cgil Emilia Romagna)
Sonia Bracone (Fillea Cgil Imola)
Giancarlo Marchi (Fillea Cgil Ravenna)
Maurizio Maurizzi (Fillea Cgil Bologna)

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