Sindacati confederali PI su situazione Camere di Commercio



    cgil_cisl_uilLa situazione delle Camere di Commercio e quindi del personale dipendente dalle stesse, nonché di tutto il personale dipendente dalle aziende legate al sistema camerale (compreso quello delle unioni) è divenuta problematica a causa di quanto previsto dal dl 90/14 in merito alla riduzione del diritto annuale. A ciò sembra aggiungersi una proposta, probabilmente contenuta nel ddl delega di riforma della PA, che sancirebbe il totale superamento del diritto annuale ed il passaggio del registro delle imprese al ministero dello sviluppo economico senza, peraltro, nessuna previsione sul futuro del personale coinvolto e sui possibili processi di riorganizzazione.
    Per questa ragione – a livello nazionale – è stato organizzata nella giornata del 23 luglio una mobilitazione presso Montecitorio per chiedere la cancellazione dell’art. 28, mobilitazione alla quale prenderà parte anche una numerosa delegazione di lavoratori camerali emiliano-romagnoli.
    “Non vogliamo opporci tout court al cambiamento complessivo della PA” – sostengono le Segreterie Regionali di CGIL-CISL-UIL del pubblico impiego – “ma, come chiediamo da anni, questo cambiamento deve essere frutto di un progetto complessivo di snellimento burocratico ed istituzionale che dia veri risultati positivi a cittadini ed imprese del territorio, anziché procedere a spot, colpendo un ente e poi l’altro, con tagli lineari che non tengono conto delle differenze e delle virtuosità e che di fatto mettono in discussione il sistema pubblico”.
    “Anche nella nostra Regione non tutte le Cciaa funzionano nello stesso modo e la riforma deve tenere conto di tutte le peculiarità. Occorre riorganizzare il sistema camerale valorizzando le esperienze e considerando quanto di positivo questi enti svolgono a vantaggio soprattutto delle piccole e medie imprese da cui è costituto il nostro territorio regionale, sulla internazionalizzazione d’impresa ad esempio o sui prodotti tipici, solo per citare alcuni esempi.
    Per ciò che riguarda i lavoratori, è inaccettabile che non si tenga conto delle loro competenze e che siano i primi a fare le spese dei tagli.
    Se si vuole davvero cambiare e risparmiare, lo si deve fare in modo serio e partecipato, valorizzando il lavoro e i servizi.
    Per questa ragione stiamo mettendo in campo varie iniziative (da incontri con i parlamentari dei nostri territori alla manifestazione nazionale del 23 luglio), per poterci confrontare nel merito dei provvedimenti, illustrare i servizi alle imprese che le Cciiaa della nostra regione effettivamente svolgono e poter proporre alternative più costruttive ed efficaci rispetto a quelle finora contenute nelle norme”.