Minori. La Garante regionale delle persone private della libertà, Desi Bruno, in visita al Pratello di Bologna



    La Garante regionale delle persone private della libertà, Desi Bruno, si è recata in visita all’Istituto penale minorile in via del Pratello, a Bologna, accompagnata dal direttore dell’istituto, Alfonso Paggiarino, e dal comandante della polizia penitenziaria. Allo scorso 23 luglio, risultano 16 ragazzi ristretti, con date di nascita comprese fra il 1994 ed il 1999 (di cui 4 di recente assegnazione, trasferiti da altri istituti per motivi disciplinari). Con riferimento alla posizione giuridica, 7 sono definitivi, 6 imputati, 3 con posizione mista; del tutto residuale la presenza di ragazzi con cittadinanza italiana, diversi i cittadini stranieri di seconda generazione, solo 2 i ragazzi stranieri irregolari sul territorio.
    È stato riscontrato un deciso miglioramento delle condizioni dei ragazzi e della struttura. Al momento della visita nessuno si trovava chiuso nella camera di pernottamento, ma tutti all’esterno di essa, occupati in attività scolastiche e professionali (si stava tenendo un corso di alfabetizzazione per il miglioramento delle attenzioni linguistiche e 7-8 ragazzi erano impegnati nella preparazione della scenografia in legno per lo spettacolo teatrale, alla cui messa in scena collabora il regista Paolo Billi, con il quale continua la storica collaborazione).
    Gli ambienti sono in buone condizioni igieniche; particolarmente confortevoli gli spazi destinati all’aula scolastica con nuove dotazioni di strumentazione anche elettronica. Durante l’anno sono proseguite le attività trattamentali, con particolare riguardo alla frequenza scolastica dell’obbligo e della scuola alberghiera, oltre al corso professionalizzante per la ristorazione.
    Con la soppressione della Provincia, che finanziava i laboratori di falegnameria e ristorazione accedendo a finanziamenti europei che scadranno a fine 2014, si attende di conoscere, nell’ambito della ridefinizione delle competenze in atto, l’individuazione funzionale degli Uffici che sovrintenderanno al tema.
    Dall’inizio dell’anno è presente in istituto il cappellano, con 18 ore settimanali, anche spendibili all’esterno della struttura con interessamento ai percorsi dell’area penale esterna.
    Non sono ancora iniziati, ma pare davvero prossimo l’avvio dei lavori di adeguamento dell’area cortiliva; con l’estate gli uffici del Centro giustizia minorile passeranno stabilmente all’interno della struttura, cessando così la provvisoria sistemazione negli spazi dell’area verde che durava da anni. Il progetto è stato approvato e finanziato e, in particolare, comporterà l’ampliamento del campo sportivo; sono anche previsti lavori di sistemazione del sottotetto, della cucina e della mensa.
    Permane la mancanza di un sistema di videosorveglianza. L’organico del personale – sia civile che di polizia penitenziaria – avverte la necessità di un incremento dovuto a circostanze contingenti (ad esempio, assenze dovute al periodo di maternità), con il personale di polizia che necessiterebbe di un’implementazione con particolare riguardo alla copertura dell’orario di servizio.
    E’ netta invece la contrarietà della Garante a quanto previsto dal DL 92 del 26-06-14 che estende l’esecuzione di provvedimenti limitativi della libertà personale secondo le norme e con le modalità previste per i minorenni anche nei confronti di coloro che, nel corso dell’esecuzione, abbiano compiuto nel corso il diciottesimo anno di età ma non il venticinquesimo (prima era previsto il ventunesimo). Questa modifica legislativa, come allo stato strutturata, comporterà il passaggio di coloro che non hanno ancora compiuto i 25 anni (che hanno commesso il reato da minorenni), magari già transitati nelle carceri degli adulti, agli istituti penali minorili; il dato numerico su scala nazionale dei potenziali interessati al provvedimento dovrebbe essere di circa 63 persone. Questa scelta legislativa avrà una ricaduta negativa sulla vivibilità e l’organizzazione stessa delle attività degli istituti, risultando del tutto evidente che un ragazzo alle soglie dei 25 anni ha esigenze anche trattamentali del tutto diverse dai minorenni.
    L’auspicio della Garante regionale dei detenuti “è che in sede di conversione in legge, tale norma possa essere modificata, prevedendo per questa tipologia di detenuti l’istituzione di appositi e dedicati istituti a custodia attenuata, anche alla luce dell’esiguo numero degli interessati, per i quali potrebbe non essere particolarmente arduo recuperare spazi detentivi nell’ambito del circuito penale minorile, dove esistono varie strutture con un numero minimo di detenuti presenti”.