Rallenta la crescita delle imprese straniere in Emilia Romagna



    lavoro_2Sono 42.894 imprese straniere, il 10,3 per cento di quelle regionali. In un anno sono 1.130 in più (+2,7 per cento). La crisi frena l’aumento delle ditte individuali (+809 unità), ma non delle società di capitale (+10,4 per cento). Segno più per i servizi: +416 imprese nel commercio e +238 nei servizi di alloggio e ristorazione. Agricoltura, industria e costruzioni restano al palo.

    In Emilia-Romagna alla data del 30 giugno le imprese attive straniere raggiungono quota 42.894 (il 10,3 per cento del totale). In un anno aumentano di 1.130 unità, +2,7 per cento. La crisi economica contiene quindi la costante tendenza alla crescita. L’insieme delle imprese regionali si riduce invece dell’1,3 per cento. In Italia superano quota 463 mila, il 9,0 per cento del totale, e l’aumento è stato ancora una volta più rapido (+4,1 per cento), a fronte di una diminuzione dello 0,8 per cento del totale delle imprese. Questi i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio di fonte InfoCamere elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

    Le imprese straniere aumentano in tutte le regioni, tranne che in Valle d’Aosta. La crescita è più rapida in Campania (+10,1 per cento) e nel Lazio (+9,2 per cento). Decima l’Emilia-Romagna.

    La forma giuridica delle imprese straniere La tendenza è da attribuire principalmente alle ditte individuali, salite di 809 unità (+2,3 per cento), nonostante la crisi ne contenga l’aumento. Esse costituiscono l’84,3 per cento delle imprese straniere e comprendono molte imprese marginali. La crescita delle società di capitale è molto più rapida (+258 unità, +10,4 per cento), sostenuta dall’acquisto di imprese regionali dall’estero e dall’adozione di forme più strutturate sotto la pressione competitiva. Minore è l’aumento di cooperative e consorzi (+3,1 per cento) e delle società di persone (+1,3 per cento).

    Settori di attività economica La tendenza positiva origina sostanzialmente dai servizi (+995 imprese, +5,0 per cento). L’incremento è determinato principalmente dalle imprese del commercio (+417 unità, +4,1 per cento), nonostante la debolezza dei consumi, e dei servizi di alloggio e, per la quasi totalità, ristorazione (+254 unità, +7,8 per cento). Aumenti rilevanti si hanno anche per le imprese con attività di noleggio agenzie viaggi e servizi di supporto alle imprese (+144 unità, +9,6 per cento) e delle altre attività di servizi (+9,7 per cento), trainate da quelle dei servizi per la persona (+10,9 per cento).

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