Le imprese femminili in Emilia Romagna contengono la flessione



    lavoro_1A fine giugno erano 84.609, il 20,4 per cento del totale. La tendenza sui dodici mesi è negativa, determinata dalla flessione delle ditte individuali (-1,0 per cento) e contrastata dalla crescita delle società di capitali (+3,4 per cento). Si concentrano nei settori tradizionali: commercio, agricoltura e servizi alla persona.
    In Emilia-Romagna, alla data del 30 giugno 2014 le imprese attive femminili erano 84.609, pari al 20,4 per cento del totale delle imprese regionali. In Italia sono risultate 1.144.861 (22,2 per cento del totale), secondo i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna. Dal primo trimestre 2014, la modifica della definizione delle imprese femminili ha reso impossibile il confronto con il passato per l’aggregato e per i settori di attività, mentre resta possibile per alcune forme giuridiche.
    L’elevata occupazione femminile e un avanzato sistema economico regionale contengono il ruolo delle imprese marginali e dei settori tradizionali e quindi anche la quota di imprese femminili. Solo 4 regioni italiane hanno una quota inferiore a quella nazionale, Trentino-Alto Adige (17,5 per cento), Lombardia (18,6 per cento), Veneto (19,6 per cento) e Emilia-Romagna. Al contrario, le imprese in rosa in Molise raggiungono il 29,4 per cento del totale.
    La forma giuridica Le imprese femminili adottano forme giuridiche meglio strutturate, per aumentare competitività, capacità di innovazione e internazionalizzazione e per fronteggiare la crisi e il blocco del credito, che schiaccia le imprese marginali. In un anno le società di capitale in rosa sono aumentate di 406 unità (+3,4 per cento), quelle non femminili dello 0,9 per cento. Le ditte individuali hanno accusato una flessione dell’1,0 per cento (-595 unità), meno ampia di quella delle non femminili (-2,2 per cento).
    Settori di attività economica Il 21,5 per cento delle imprese femminili è attivo nel commercio al dettaglio e il 5,6 per cento in quello all’ingrosso.
    Le altre principali attività in cui operano sono l’agricoltura (15,5 per cento) e i servizi alla persona (10,9 per cento). Le imprese femminili hanno una maggiore presenza relativa nei servizi alla persona (66,2 per cento), nell’assistenza sociale non residenziale (54,7 per cento), nell’industria delle confezioni (48,2 per cento).

     

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