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Gruppo Sacmi: grazie alla collaborazione con Sace nuove importanti commesse nell’area mediorientale

sacmi-logoNell’ambito di una collaborazione ormai consolidata, Sace e il Gruppo Sacmi hanno concluso varie coperture assicurative destinate a sostenere la fornitura di linee complete per l’industria ceramica in Egitto, per un valore complessivo di quasi 20milioni di euro. “Nonostante le tensioni socio-politiche che caratterizzano l’area mediorientale – sottolinea il direttore Finanza del Gruppo Sacmi, Paolo Billi – Sace ha dimostrato ancora una volta la volontà di sostenere un esportatore italiano di tecnologia, agevolandone importanti operazioni di esportazione in quell’area”.

Un importante segno di apprezzamento e fiducia da parte di Sace, il gruppo assicurativo-finanziario attivo nell’export credit, nell’assicurazione del credito, nella protezione degli investimenti, nelle garanzie finanziarie, nelle cauzioni e nel factoring. Nonché un partner indispensabile per un Gruppo come Sacmi, che esporta per quasi il 90% del suo fatturato, prevalentemente verso Paesi emergenti. “La domanda di assicurazione e di finanza di Sacmi è profondamente condizionata dalla sua natura di impiantista esportatore – nota ancora Billi – esportare beni capitali di valore cospicuo in Paesi emergenti richiede il ricorso a soluzioni finanziarie complesse e ad alto contenuto tecnico”.

Ecco quindi l’indispensabile collaborazione con Sace, che appartiene al ristretto novero dei partner strategici del Gruppo Sacmi “grazie ad un proficuo ed intenso rapporto, frutto di decenni di collaborazione e di sperimentazione finalizzata alla ricerca di strumenti assicurativi e finanziari di sostegno all’esportazione sempre più evoluti ed efficaci”.

Eppure, non mancano le criticità, all’interno di un ritardo complessivo del Sistema Italia rispetto ai sistemi dei Paesi manifatturieri più evoluti, a cominciare dalla Germania che – nell’ambito di istituzioni statali indubbiamente più efficienti – fa una concorrenza agguerrita alle aziende italiane specialmente sui mercati emergenti.

Da qui le difficoltà della missione di Sace, controllata al 100% dalla Cassa depositi e prestiti, che in quanto azienda di Stato deve muoversi all’interno delle difficoltà oggettive in cui la finanza pubblica si trova ad operare da almeno tre anni a questa parte, senza rinunciare però – pur nel rispetto degli stringenti vincoli imposti dall’Ue e conseguenza diretta dell’eccessivo stock di debito accumulato negli scorsi decenni – a promuovere l’esportazione italiana, ben consapevole che i mercati esteri rappresentano oggi più che mai l’ancora di salvezza del tessuto produttivo nazionale.

Da qui l’appello del tessuto imprenditoriale nostrano, a cominciare dalle aziende più grandi ed internazionalizzate come Sacmi, che stanno reggendo alla volatilità dei mercati internazionali sia industriali sia finanziari e stanno rispondendo a colpi di export alla perdurante stagnazione della domanda interna: “Sace è profondamente impegnata in questa azione con risultati più che positivi – conclude Billi – tuttavia un’azione ancora più incisiva da parte del Governo dovrebbe ulteriormente agevolare l’introduzione di strumenti finanziario-assicurativi innovativi a supporto di quelle aziende che accettano la sfida di muoversi sui mercati internazionali alla pari dei maggiori competitor europei”. Una sfida che esige soluzioni ‘chiavi-in-mano’, processi snelli e un numero limitato di attori coinvolti. Insomma, meno burocrazia e un sostegno più deciso – pur nei vincoli di finanza pubblica – alle aziende che investono, per consentire una maggiore capacità di penetrazione nei mercati esteri da parte del nostro sistema produttivo.

 

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