Nuova stagione Teatro Boairdo di Scandiano



    Laura-MarinoniIl teatro Matteo Maria Boiardo di Scandiano presenta la nuova stagione teatrale 2014 – 2015, seconda stagione a cura di ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione che dall’anno scorso gestisce sia il teatro che il cinema attraverso una convenzione con l’Amministrazione comunale.

    “Siamo molto contenti di presentare al pubblico questa nuova stagione” afferma Alberto Pighini, Assessore ai Saperi del Comune di Scandiano, “che propone titoli e spettacoli per gusti molto diversi, siamo convinti potrà rispondere al meglio alle richieste non solo degli scandianesi. Al fianco di proposte più classiche come Moliere e Shakespeare, ci sono anche spettacoli più contemporanei con autori di altissima qualità, cito tra gli altri Alessandro Bergonzoni e Gioele Dix, non mancherà un appuntamento con la danza e la lirica, sempre molto richieste dal pubblico. La volontà dell’Amministrazione, che ha portato anche alla scelta fatto lo scorso anno di affidare ad un Ente come ERT la gestione del Boiardo, è quella di lavorare affinchè il cinema-teatro diventi sempre più un polo culturale in grado da un lato di fare proposte culturali e di intrattenimento di buona qualità e dall’altro di essere luogo di incontro di saperi, esperienze e curiosità. Anche quest’anno, oltre alla stagione con appuntamenti serali rivolti al pubblico adulto ci sarà una stagione di teatro ragazzi per le scuole con 5 spettacoli rivolti a tutte le scuole di ogni ordine e grado, dalle materne alle superiori, con la proposta come l’anno scorso di un titolo in lingua inglese. Il teatro ragazzi, che da alcuni anni mancava da Scandiano, già l’anno scorso aveva raccolto grande favore e interesse dalle scuole e ha visto la partecipazione di oltre 1.250 ragazzi, crediamo quindi che anche quest’anno rientrerà tra le proposte formative ed educative delle varie scuole del territorio.”

    La nuova stagione teatrale 2014 – 2015 vedrà in cartellone da novembre a marzo otto spettacoli che attraverseranno i diversi linguaggi del teatro: dalla prosa, alla danza, al teatro di narrazione, alla musica. Parallelamente alla stagione teatrale ha già preso il via la nuova stagione cinematografica, inaugurata dalla presenza di Pupi Avati sabato 27 settembre che ha presentato il suo ultimo film dal titolo “Il ragazzo d’oro”.

    Prima data in calendario martedì 11 novembre con lo spettacolo “La Fondazione” di Raffaello Baldini che vede la regia di Valerio Binasco e la presenza sul palco di Ivano Marescotti. Con questo lavoro, del grande poeta romagnolo Raffaello Baldini, Ivano Marescotti propone una delle sue interpretazioni più intense, sospesa tra nevrosi e assenze, creata sotto la direzione di un regista sensibile come Valerio Binasco. Nella direzione di un teatro che guarda ai maggiori autori europei del 900, da Kafka a Samuel Beckett a Thomas Bernhard.

    Si tratta del quarto monologo teatrale di Baldini: i tre precedenti erano nati per sollecitazione di Ivano Marescotti, il quale racconta di come un giorno, lo scrittore, poco prima di morire, a sorpresa, gli consegnò il plico della Fondazione dicendogli: “Fanne quello che credi”. E l’attore onora questo prezioso lascito con un’interpretazione che spazia dal comico al tragico, del bizzarro personaggio che colleziona ossessivamente i più assurdi oggetti del passato e coltiva l’idea di dar vita a una Fondazione che tenga viva la memoria delle cose più sfuggenti e dei pensieri. Non butta via nulla quest’uomo che vive solo – la moglie lo ha mollato – e di cui non conosciamo il nome, “perfino le cartine che avvolgono le arance” perché quella roba “è” la sua vita stessa e quando verrà buttata, anche lui seguirà la stessa sorte. Un personaggio splendidamente velleitario e a modo suo eroico, che cerca così di imbrigliare la vita (e la morte) nel suo delirio apparentemente bislacco, ma profondissimo.

    La rassegna prosegue poi giovedì 4 dicembre con “Galà lirico” con i cantanti lirici allievi di Mirella Freni per un Fuori abbonamento. Giunto al dodicesimo anno di attività, il Centro Universale del Bel Canto è stato fondato nel 2002 da Nicolai Ghiaurov e Mirella Freni come centro di formazione superiore di eccellenza, con lo scopo di diffondere la cultura e la passione per il belcanto ai giovanissimi e a chi viene da altre culture.
    Nel corso degli anni si è affermato come realtà riconosciuta da studenti di canto lirico di tutto il mondo per l’eccellenza dei suoi insegnanti, per la qualità dei corsi e per i risultati che gli artisti formati a Modena stanno ottenendo nei maggiori teatri nazionali e internazionali.

    Alcuni degli allievi selezionati da Mirella Freni saranno protagonisti del galà, il cui programma musicale sarà un omaggio al belcanto, con brani tratti da opere di Mozart, Rossini, Donizetti, Thomas, Puccini e Verdi.

    Il nuovo anno porterà martedì 20 gennaio “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, con la regia di Maurizio Scaparro per il Teatro Carcano e con Antonio Salines, Ginny Gazzolo, Edoardo Siravo, Enrico Bonavera, le scene sono di Francesco Bottai e i costumi di Lorenzo Cutùli.
    Sono quattro attori di lungo corso – Salines, Gazzolo, Siravo e Bonavera – i protagonisti di questa nuova messa in scena del capolavoro di Beckett, premio Nobel per la letteratura nel 1969. Sintesi di una condizione esistenziale, emblema del male di vivere dell’uomo novecentesco, in eterna attesa, En attendant Godot è divenuto nel tempo un testo talmente celebre da far sì che il titolo acquisisse un tono proverbiale.

    L’immobilismo caratterizza lo stare in scena dei due protagonisti, i vagabondi Estragone e Vladimiro, che attraverso dialoghi stralunati ripercorrono tutte le condizioni umane: sono al contempo amici, coniugi, padre e figlio e via dicendo, riproducendo tutte le sfumature e le situazioni del teatro psicologico grazie anche al contrappunto di altri due personaggi simbiotici, Pozzo e Lucky. Estragone e Vladimiro attendono l’arrivo di Godot, misterioso personaggio che potrebbe salvarli – quasi un deus ex machina, un eroe epico – ma che non arriva mai.

    E in questo dramma senza via di fuga, nondimeno, si innestano i meccanismi della commedia più pura ma senza che vi sia sviluppo narrativo né una via di uscita per Estragone e Vladimiro, i quali ossessivamente ripetono: “Ebbene? Andiamo?”, “Sì, andiamo” senza però mai abbandonare la scena, troppo attaccati alla vita e decisi a portare avanti fino all’ultimo la loro giornata umana.

    La programmazione continua giovedì 29 gennaio con “Il malato immaginario”
    di Molière con la regia di Andrée Ruth Shammah e con Gioele Dix, Anna Della Rosa, Paolo Mazzarelli, Marco Balbi, Valentina Bartolo, Francesco Brandi, Piero Domenicaccio, Linda Gennari, Alessandro Quattro, Francesco Sferrazza Papa.
    Il Teatro Franco Parenti ripropone il capolavoro di Molière, l’ultima opera da lui scritta e interpretata, partendo da quel Malato immaginario che agli inizi degli anni Ottanta irruppe nel teatro italiano confermando Andrée Ruth Shammah come regista, insieme a un grande Franco Parenti nel ruolo di Argan, il più celebre ipocondriaco del teatro di tutti i tempi.

    A interpretare il malato confinato nel suo limbo odoroso di unguenti e medicinali, circondato da una corte di medici, la regista sceglie oggi Gioele Dix – già in scena nel Molière di allora – attore in grado di interpretare con intelligenza e ironia la paura e la solitudine del nostro tempo. Accanto a lui Anna Della Rosa, nei panni di Tonina, capace di amare il padrone secondo i suoi umori e di subirne le invettive e la quotidianità, tra immaginazione e nevrosi.

    Giovedì 12 febbraio è la volta del travolgente Alessandro Bergonzoni in “Nessi”, spetatcolo di e con Alessandro Bergonzoni con la regia di Alessandro Bergonzoni e Riccardo Rodolfi, produzione Allibito srl. Nessi, ovvero connessioni ma anche fili tesi e tirati, trame e reti, tessute e intrecciate per collegarsi con il resto del pianeta. O meglio dell’universo. Perché infatti è proprio questo il nucleo vivo e pulsante del nuovo spettacolo dell’artista bolognese: la necessità assoluta e contemporanea di vivere collegati con altre vite, altri orizzonti, altre esperienze, non necessariamente e solamente umane, che ci possono così permettere percorsi oltre l’io finito per espandersi verso un “noi” veramente universale.

    Per questo quattordicesimo spettacolo da lui scritto e interpretato e diretto in coppia con Riccardo Rodolfi, Bergonzoni si trova quindi in un’assoluta solitudine drammaturgica, al centro di una cosmogonia comica circondato da una scenografia “prematura”, da lui concepita, alle prese con un testo che a volte potrebbe anche essere, e questa è una vera e propria novità, una candida e poetica confessione esistenziale. Senza per questo rinunciare alla sua dirompente visione stereoscopica che è diventata, in questi anni, materia complessa, comicamente eccedente e intrecciata in maniera sempre più stretta tra creazione-osservazione-deduzione. Ma sicuramente i “Nessi” bergonzoniani, e la loro conseguente messa in scena, ci mostreranno quel personalissimo disvelamento, di fatto la vera cifra stilistica di questo artista, che porta dallo stupore alla rivelazione, molte volte proprio grazie ad una risata.

    Si prosegue giovedì 19 febbraio con lo spettacolo dal titolo “Per inciso” di Esperimenti Gdo Dance Company con la coreografia di Federica Galimberti e Mattia De Virgiliis.
    Un viaggio immaginario nella produzione musicale dei grandi cantautori Italiani (da Guccini a Jovanotti, da Modugno a Gaber, da De Andrè a Finardi) che via via hanno scritto la storia del loro tempo vivendone la quotidianità e lasciando dietro di sé un messaggio intramontabile: un linguaggio gestuale frizzante, ritmico, brillante, con un pizzico di romanticismo.

    Si vivono in scena quei passaggi che hanno inscindibilmente lega-to cinque generazioni dagli anni ’60 ad oggi, interessante e avvincente. E’ semplice così immedesimarsi nelle parole, nelle atmosfere, nelle emozioni inevitabilmente divenute la più sincera espressione del nostro essere, accomunando dunque domande ed esigenze di un popolo e della sua storia.

    Martedì 3 marzo sarà la volta di “Assassinio sul Nilo” di Agatha Christie
    con la regia di Stefano Messina e con Viviana Toniolo, Annalisa Di Nola, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto Della Casa, Claudia Crisafio, Elisa Di Eusanio, Sebastiano Colla, Viviana Picariello, Luca Marianelli, scene di Alessandro Chiti, costumi di Isabella Rizza e luci di Emiliano Baldini.
    Dopo i successi di Trappola per topi e Tela del ragno, continua il felice incontro della Compagnia Attori & Tecnici con Agatha Christie. La scrittrice britannica trasse Assassinio sul Nilo, andato in scena per la prima volta nel 1944, dal suo romanzo Death on the Nile, pubblicato nel 1937. Si tratta di uno dei suoi testi più noti e apprezzati, come testimonia anche il film di grande successo del 1978 con protagonisti, tra gli altri, Peter Ustinov, Bette Davis e Mia Farrow. La giovane Linnet e l’affascinante Simon sono in viaggio di nozze sul battello Karnak, ma tra coloro che prendono parte a questa crociera sul Nilo c’è anche Jaqueline, l’ex di lui. Dopo un accesso di gelosia culminato con un colpo di pistola sparato alla gamba di Simon, Jaqueline viene sedata e controllata a vista: ma a morire sarà Linnet, trovata senza vita con una pallottola conficcata in una tempia. Toccherà al formidabile detective Hercule Poirot, anch’egli presente sull’affollato battello, risolvere l’intricato caso, dove ognuno dei passeggeri si rivelerà essere un potenziale sospetto. Un’Agatha Christie al meglio di sé quella di Assassinio sul Nilo, pièce dal ritmo serrato e dalla tensione continua. Gelosia e denaro, passione e vendetta e l’epilogo inaspettato, regalano agli appassionati del giallo uno spettacolo ricco di suspense e a gli appassionati di teatro una commedia noir ironica e raffinata.

    Ultimo titolo in rassegna giovedì 19 marzo “Amore ai tempi del colera”, canti e incanti dal romanzo di Gabriel García Márquez con la regia di Cristina Pezzoli e con Laura Marinoni, al pianoforte Alessandro Nidi per Parmaconcerti.
    Cantare un amore a distanza che dura tutta la vita ma che si compirà nella vecchiaia è l’invenzione narrativa di uno dei più grandi inventori di storie del nostro tempo, recentemente scomparso: Gabriel García Márquez. L’amore ai tempi del colera è un effluvio di immagini alimentato dalla scrittura di Márquez, profonda e leggera, intelligente e ironica, stupendamente evocativa. Florentino e Fermina si tengono nel cuore da lontano, mentre le loro vite scorrono parallele con le scelte che ne conseguono: marito, amanti, figli, infelicità e abitudine… Quello che si era acceso nella prima giovinezza tra i due protagonisti si compie felicemente dopo un’attesa di durata mitologica.

    Questa potente epopea romantica diventa materia teatrale grazie a un’inedita Laura Marinoni che recita e canta, accompagnata dal vivo da Alessandro Nidi e sotto la direzione di Cristina Pezzoli. La gioia e la saudade del suo canto sprigionano e accompagnano l’intima essenza di questa storia di un amore che assomiglia a un lungo combattimento, come i rituali di corteggiamento di certi animali in cui amore e lotta si confondono e si mischiano, disegnando un destino.

    Cinque gli spettacoli in programma di Teatro ragazzi per le Scuole del territorio: “Pollicino” del Teatro dell’Orsa (fascia di età 3 – 7 anni), “Pam! Parole e matita” di Luna e Gnac Teatro (fascia di età 3 – 7 anni), “L’uccello di fuoco” di Art N/Veau (fascia di età 6 – 10 anni), “Dr. Jekyle e Mr. Hyde di Principio attivo Teatro (fascia di età 8 – 14 anni); “Shakespeare in Italy” di English Break Theatre (fascia di età 8 – 14 anni) in lingua inglese.