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On.Tiziano Motti: “Fenomeno aberrante: anche a Parma fenomeni di zooerastia”

4Motti-2014-okREGGIO EMILIA (9 OTTOBRE 2014) – “E’ allucinante che anche nella vicina e civile Parma si segnalino fenomeni di zooerastia. E’ quanto si apprende dal web-journal Parmadaily.it  che denuncia: “In apparenza sembrano dei semplici annunci di persone che cercano ed offrono cani attraverso i siti specializzati in annunci gratuiti sugli animali presenti in rete, in realtà nascondono l’orrore dell’utilizzo di cani (ed altri animali) per film pornografici, con il sospetto che in alcuni di questi film siano presenti anche minorenni costretti a girare scene di sesso integrale con questi cani quasi tutti di grossa taglia”. E’ quanto dichiara l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti che aggiunge: “Secondo Parmadaily.it a gestire le operazioni ci sarebbero alcuni personaggi residenti in Puglia, Toscana e Lazio già noti alle forze dell’ordine per azioni di sfruttamento di animali a fine di lucro e in passato dediti al traffico illegale di cani verso il nord Italia e verso la Germania con il sospetto che questi cani possano anche essere stati usati per combattimenti nel milanese o diretti ai laboratori di vivisezione in Germania. A Milano, Parma e Cremona invece ci sarebbero le basi operative che con l’ausilio di alcune “volontarie” compiacenti ricevono questi cani, li microchippano e poi li affittano per orge ed incontri sessuali tra adulti consenzienti e per girare filmini amatoriali le cui riprese avvengono in luoghi appartati all’aperto nelle campagne della bassa Lombardia o in case private e club del milanese e del cremonese”. “Tutto ciò è inaccettabile e raccapricciante” conclude l’onorevole reggiano.

Del resto proprio l’eurodeputato reggiano, nel 2012 aveva presentato due interrogazioni alla Commissione Europea e al Consiglio su temi relativi alla tutela del benessere animale, uno dei quali evidenzia per la prima volta il fenomeno aberrante della “prostituzione animale”.

“Un vuoto legislativo nelle disposizioni nazionali consenta di utilizzare alcuni tipi di animali, domestici o randagi, a fini di sfruttamento sessuale da parte di esseri umani in cambio di un corrispettivo di denaro ed all’interno di strutture destinate all’uopo. Alcuni proprietari di animali offrirebbero le proprie bestiole per tale tipo di lucro e questo fenomeno, tutt’altro che relegato a singoli episodi ma già organizzato a livello europeo, sarebbe già fonte di turismo sessuale” – si legge nell’interrogazione.

Secondo Motti il fenomeno va al di là di una semplice questione morale lasciata alle singole coscienze: “E’ documentato che la pratica della zoorastia induce sofferenze e danni fisici agli animali, che non sono certo consenzienti. La zoorastia rappresenta quindi una violenza sessuale, cioè uno stupro, impunito”.

 

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