Confagricoltura Modena per la tutela dei diritti degli alluvionati: «Gli interventi fatti finora – spiega la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi –, sevbbene qualcuno dica il contrario, sono insufficienti e non risolvono i problemi dei cittadini. I 23 milioni di euro stanziati per la pulizia degli alvei, gli interventi sulle casse d’espansione e per la messa in sicurezza del nodo idraulico sono per ora rimasti sulla carta, infatti le gare di appalto per la scelta delle ditte devono ancora essere fatte e il termine della fine dell’anno si avvicina. In questo contesto, già complicato, ai cittadini viene chiesto di rimettere mano al portafoglio. Dal primo novembre infatti gli alluvionati dovranno tornare a pagare le tasse, anche quelle arretrate. È un quadro sconfortante non solo per gli imprenditori agricoli, ma per tutti. Chiediamo ai parlamentari modenesi di ogni appartenenza politica di attivarsi e presentare un’interrogazione parlamentare per sapere se e quali agevolazioni sono previste per un territorio ancora fortemente danneggiato come quello della Bassa».
In merito all’accordo tra Regione e Abi, diretto ad anticipare agli alluvionati le somme necessarie per riparare i danni subiti dall’esondazione del Secchia dello scorso 19 e 20 gennaio, interviene Elisabetta Aldrovandi, portavoce del Comitato No Tax Area per la Bassa: «È incredibile che l’ennesimo smacco agli alluvionati venga fatto passare come un grande risultato. L’alluvione è avvenuta dieci mesi fa, e in tutto questo tempo non un centesimo dei danni subiti è stato risarcito, ma privati e aziende sono stati costretti ad anticipare i costi per la ricostruzione e il riacquisto delle merci, presentando poi in Comune le relative fatture quietanzate. Ciò ha determinato una mole incredibile di rinunce da parte dei cittadini a presentare le domande, perché impossibilitati ad anticipare di tasca loro migliaia di euro. E, per risolvere questa assurda situazione, l’amministrazione regionale cosa fa? Invece di accelerare e modificare le procedure di rimborso, fa un accordo con gli istituti bancari, i quali presteranno agli alluvionati i soldi necessari per ricomprare merci e riparare i danni, soldi che saranno poi rimborsati dalla regione. Il problema è che questi finanziamenti hanno un costo consistente in tassi di interesse, spese e commissioni, che saranno a carico dei cittadini. Così come il denaro sarà prestato solo a coloro che possono presentare garanzie di solvibilità. Ciò significa quindi che l’alluvionato resta obbligato in solido con la regione sino a quando questa non salderà il debito? A tutto questo si aggiunga – conclude Aldrovandi – l’imminente scadenza della sospensione fiscale, che, se non prorogata, metterà definitivamente in ginocchio centinaia di piccole imprese e attività commerciali».