
Occorre quindi un cambio radicale che porti al governo della Regione forze capaci di dire no a Roma e al suo governo. I nuovi tagli infatti metteranno in discussione soprattutto i servizi legati alla sanità, che già erano stati erosi dal riordino del settore realizzato negli ultimi anni.
Il governo della Regione ha il dovere di dire no a tagli lineari che colpiscono alla stessa maniera le realtà virtuose e quelle che invece si caratterizzano per sprechi e mal funzionamenti. E che tra l’altro non impongono alle realtà viziose un miglioramento nei loro standard di funzionamento.
Il nuovo governo regionale inoltre dovrà invertire le politiche fino a qui seguite nel riordino della sanità. Basta con la chiusura delle strutture periferiche. Al contrario bisogna riservare maggiore attenzione alle realtà locali e alle necessità del territorio. I risparmi necessari si possono benissimo realizzare imponendo costi standard e distribuendo le risorse seguendo criteri di merito e di qualità.
Il servizio sanitario regionale dovrà inoltre copiare le soluzioni già adottate in Veneto e Lombardia che, per ridurre i tempi di attesa per le visite, prevedono orari di lavoro prolungati ed estesi ai fine settimana.
Inoltre sarà d’obbligo ridurre o eliminare i ticket sanitari per tutti, e non solo per i soci coop, come è emerso in maniera scandalosa di recente all’ospedale di Sassuolo.
(Stefano Bargi, Candidato per la Lega Nord alla Regione Emilia Romagna)