Carlo Pagani, il Maestro giardiniere, domani alla palazzina Vigarani



    carlo-paganiSi può essere nell’occhio del ciclone mediatico e vivere a stretto contatto con la natura? Carlo Pagani, giardiniere che si realizza con le mani nella terra, dimostra che è possibile. Garden Designer è fra i più famosi esperti botanici d’Italia e direttore dell’Alta Scuola di Giardinaggio Flora 2000 a Budrio. Dopo decenni di esperienza nella coltivazione di fiori da taglio e nella costruzione di giardini, si è dedicato a divulgare la passione per le piante e le proprie esperienze di maestro giardiniere con conferenze e corsi in tutta Italia, sul mensile Gardenia e in televisione, prima su Rai3 e Rai2, poi sui canali di Sky. Domani alle 18.00 nel Tinello letterario della Palazzina Vigarani, ai Giardini Ducali di Modena, Pagani presenta il suo ultimo libro “Nel bosco giardino”.

    Un sogno nato ai tempi dei pantaloni corti facendo talee di geranio per ingraziarsi le maestre, poi coltivato attraverso i decenni per lavoro e infine diventato apoteosi di rinnovata felicità il giorno in cui, con i capelli ormai bianchi, ad accendere mille progetti nuovi ci ha pensato un bosco antico. Un luogo di alberi a un passo da casa diventato un progetto nel quale la natura selvatica condivide lo spazio con un giardino, un orto e un frutteto. Un libro per dire la gioia che chiunque può provare tra alberi maestosi e vecchissimi e raccontare lo stupore nel raccogliere con insperata abbondanza il frutto del proprio lavoro. In un vortice di gesti fattivi e contemplazione la vita del maestro giardiniere bolognese si rinnova, la percezione delle cose si allarga e il desiderio di condividere i buoni momenti prende la forma di narrazione.

    Alle 21.30 sul main stage all’aperto viene proiettato “Un mondo in pericolo”, documentario del 2012 di Markus Imhoof. Tra la lezione di scienze e la testimonianza di vita, dove la storia dell’ape incontra la storia dell’uomo, nasce il film “More thanHoney”: l’allarmismo della traduzione nostrana allude al mistero delle api scomparse, che come abbiamo appreso da Einstein prelude all’umana estinzione. Il film svizzero candidato all’Oscar 2014 non semplifica i fatti (se un terzo del nostro pane quotidiano viene dall’apis mellifera preoccuparsi della sua salute è atto civile) ma amplifica la curiosità epidermica, realizzando uno studio che, seppur ampio e vario, non mostra l’ansia di seguire “il programma”. La sindrome dello spopolamento degli alveari trova cause plausibili (i pesticidi, i parassiti) girando attorno al globo e chiedendo agli esperti; suggerisce cause sensibili inquadrando lo sciame di auto in moto perpetuo sul circolo vizioso asfaltato. Le immagini rapiscono l’occhio dello spettatore senza umettarlo con la retorica sull’emergenza ambientale.