Gli studenti di Unimore sono quelli che più rapidamente concludono gli studi nel panorama degli Atenei italiani “generalisti” con più di mille laureati



    Indagine-AlmaLaureaHanno in media 25,9 anni i 3.728 laureati del 2014 di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, di cui 1.615 maschi (43,32%) e 2.113 femmine (56,68%). Ma, soprattutto, hanno portato a termine positivamente il proprio percorso di studio, in tempi più rapidi di tutti gli altri loro colleghi italiani iscritti ad Atenei “generalisti”.

    Lo attesta la “XVII Indagine sul Profilo dei italiani” condotta dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea tra i circa 270mila neolaureati di 72 atenei italiani aderenti, che rappresentano oltre il 90% della intera popolazione che ha raggiunto il titolo l’anno scorso.

    1.1   COLLETTIVO INDAGATO: nel 71% dei casi i laureati Unimore sono i primi in famiglia a completare un ciclo di studi universitari e ben il 4,7% di loro ha cittadinanza straniera

    Gli intervistati di UNIMORE che hanno risposto sono stati 3.058 (82,03%) su un totale di 3.728 laureati nell’anno solare 2014, cui è stato proposto e somministrato il questionario, articolati in: 1.646 laureati di primo livello (triennali), 332 laureati magistrali di corsi a ciclo unico, 954 laureati magistrali biennali; 156 laureati di corsi non riformati (Scienze della Formazione Primaria, il cui ordinamento è stato rivisto solo a partire dall’anno accademico 2011/2012) e 9 laureati pre-riforma. L’elevato tasso di risposte, più di quattro laureati su cinque, rende molto significativa l’attendibilità dell’indagine.

    numero-laureati

    Nella stragrande maggioranza (79,0%) si iscrivono con un ritardo non superiore ad 1 anno rispetto alla data in cui hanno sostenuto la prova di maturità. Il restante 21,0% decide di riprendere gli studi dopo un interruzione uguale o superiore a due anni dal conseguimento della maturità.

    Nel 71,0% dei casi questi laureati sono i primi in famiglia a portare a termine un percorso di studi universitario, mentre più di uno su quattro (27,2%) ha un genitore od entrambi i genitori con laurea. Per il 52,4% uno dei genitori ha un diploma, mentre sono meno di uno su cinque (18,6%) quelli con genitori privi di titoli di studio superiori. Rispetto alla classe sociale di appartenenza della famiglia vi è una distribuzione abbastanza omogenea tra chi è “figlio” della borghesia (22,7%), o della classe media impiegatizia (27,6%), o della piccola borghesia (24,6%) o della classe operaia (22,3%).

    I laureati con cittadinanza straniera, in deciso aumento, sono il 4,7% (3,7% nel 2013): 5,0% (3,9% nel 2013) tra i laureati di primo livello (triennali); 4,3% (invariato rispetto al 2013) tra quelli delle magistrali a ciclo unico; 4,8 % (3,2% nel 2013) tra quelli delle magistrali biennali e 0,6% tra quelli dell’unico corso non riformato di Scienze della Formazione Primaria (1,4% nel 2013). Il dato complessivo (13° posto assoluto tra gli atenei aderenti ad AlmaLaurea, 9° tra quelli con più di 1.000 laureati) si colloca molto oltre (+1,3%) la media nazionale (3,4%) e in Emilia Romagna è preceduta solo da Bologna (5,1%), seguono Ferrara (4,4%) e Parma (4,0%).

     

    1.2 RITARDO ALLA LAUREA: nessuno in Italia termina più rapidamente il proprio corso di laurea degli studenti Unimore che vantano un indice di ritardo di appena 0,23

    Per comprendere a pieno l’impegno profuso dagli studenti nella loro carriera universitaria, che – come si è detto – può iniziare anche con anni di ritardo rispetto al conseguimento del diploma di maturità spostando conseguentemente in avanti l’età di laurea, è molto più significativo ed utile valutare la loro performance misurandola sull’indice di ritardo alla laurea, calcolata come viene spiegato AlmaLaurea “sulla parte irregolare (fuori corso) degli studi universitari di un laureato che tiene conto anche del numero di mesi e di giorni trascorsi fra la conclusione dell’anno accademico (30 aprile) e la data di laurea”, che – in definitiva – è determinata sul rapporto tra il ritardo alla laurea e la durata legale del corso e fissa una misura – per così dire – della “produttività” dei laureati. Per intenderci: se questo rapporto è uguale a 1,0 vuole dire che lo studente ha concluso gli studi in un tempo doppio rispetto alla durata del corso: 6 anni invece di 3; 4 invece di 2, e così via; se è 0 significa che ha terminato esattamente nei tempi previsti. Pertanto, più questo valore si approssima all’1 più lo studente finisce diventa “irregolare e “fuori corso”.

    L’indice di ritardo alla laurea di uno studente Unimore è di appena 0,23. Questo significa che mediamente impiega meno di un quarto di tempo in più rispetto alla durata legale del corso di studi: su un corso di 36 mesi (laurea triennale) corrisponde ad un ritardo di circa 8-8,5 mesi.

    Nessuno in Italia tra gli Atenei “generalisti” è in grado di avvicinare questo. La media nazionale, infatti, è di 0,4 e in Emilia Romagna sono tutte molto distanti: Bologna ha un indice di 0,28, Ferrara di 0,34 e Parma di 0,35.

    Più nel dettaglio, questo indice tra i laureati Unimore di primo livello (triennali) è di 0,24 (0,42 quello nazionale), che equivale per l’Ateneo modenese-reggiano il primo posto assoluto tra gli atenei generalisti e anche tra quelli con più di mille laureati; tra quelli di magistrali a ciclo unico (Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi dentaria, Farmacia, Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, Giurisprudenza) è addirittura 0,15 (0,30 nazionale) e anche in questo caso Unimore è seconda tra gli atenei generalisti, appena dietro Udine; tra quelli delle magistrali biennali 0,21 (0,27 nazionale), un valore che consegna ad Unimore il quarto posto assoluto tra gli atenei con più di mille laureati (dietro a Politecnico Torino 0,19, Bologna, 0,20 e Padova 0,20) e 0,19 per l’unico corso non riformato di Scienze della formazione primaria (0,24 nazionale), che vale ad Unimore il quarto posto assoluto tra tutti gli atenei con questo corso di studi.

    Il dato evidenzia un complessivo e significativo miglioramento per quanto riguarda l’impegno di studio degli iscritti all’Unimore, poiché nell’ultimo quadriennio questo indice di ritardo è andato scendendo dallo 0,29 tra i laureati 2011, allo 0,25 tra i laureati 2012 fino allo 0,23 tra i laureati del 2013 e del 2014.

    “Sono dati – afferma il Rettore prof. Angelo O. Andrisano – che si commentano da soli e che proiettano i nostri laureati e l’Ateneo a livelli di eccellenza sul piano nazionale. Credo non debba sfuggire – ai fini delle statistiche e delle classifiche che si vanno redigendo – il valore dell’indice di ritardo alla laurea, parametro che aiuta a determinare in maniera oggettiva (al di là della durata del corso di studio e della sua difficoltà)il grado di impegno reale dei laureati di un Ateneo; tale indicazione ha un significato maggiore della riduttiva e semplicistica età anagrafica dei laureati. E, soprattutto, oggi con la crisi che ancora coinvolge tante famiglie, questo indice dà la ragionevole misura del tempo che un figlio dovrà essere sostenuto economicamente. Al di là della tassazione, infatti, va considerato che per una famiglia del figlio  l’onere maggiore è costituito dagli oneri di mantenimento durante gli studi”

     

    1.3 REGOLARITA’ NEGLI STUDI: i laureati Unimore tagliano il traguardo prima di tutti gli altri colleghi di atenei italiani “generalisti”

    Il riscontro di quanto affermato è attestato dalla eccezionale rapidità con cui gli studenti modenesi-reggiani completano gli studi, in quanto ben il 60,6% (+ 2,3%), molti di più della metà quindi della intera popolazione dei laureati Unimore, finisce gli studi regolarmente in corso: 59.3% (59,9% nel 2013) per i laureati di primo livello; 60,3 % (60,0% nel 2013) per i laureati delle lauree magistrali a ciclo unico; 64,1% (59,6% nel 2013) per quelle non riformate e 63,4% (62,7% nel 2013) per le magistrali biennali. Mentre un altro 22,5% arriva al traguardo con un ritardo di un anno: 22,0% per i laureati di primo livello; 18,7% per quelli delle magistrali a ciclo unico; 17,3% per quelli delle lauree non riformate e 25,9% per le magistrali biennali.

    Nel 2013 la quota percentuale di studenti che hanno terminato gli studi regolarmente era stata del 58,3% e nel 2012 del 56,9%: questo miglioramento costante è testimone del sempre maggiore impegno degli studenti Unimore, ma anche degli stimoli che sanno trovare in questo Ateneo.

    Nella classifica degli atenei “generalisti” e con un numero di laureati superiore a tremila Unimore è al primo posto per quanto riguarda la percentuale di laureati in corso e se si considerano anche Atenei specialistici di ridotte dimensioni e con almeno mille laureati, Unimore è al quarto posto, dietro Milano IULM, Roma LUMSA e Venezia IUAV.

    Il dato, che si ricava dall’indagine AlmaLaurea, acquista ancora più valore se paragonato a quanto avviene altrove: in Italia i laureati in corso sono il 44,7% e tra le università pubbliche generaliste nessuno riesce a fare meglio degli studenti di Modena e Reggio Emilia. Abbassando lo sguardo alla situazione regionale vediamo che a Bologna i laureati in corso sono il 58,9%, a Ferrara il 48,9% e a Parma il 43,8%.

    Quasi 3 studenti UNIMORE su 4 (72,3%) sono assidui ad oltre il 75% delle lezioni (67,9% il valore nazionale) ed un altro 15,4% assiste ad oltre il 50% degli insegnamenti.

     

    1.4 TIROCINI E STAGE STRATEGICI PER LA PREPARAZIONE: tre studenti su quattro in Unimore hanno la possibilità di frequentare tirocini e stage. Solo Verona tra gli Atenei “generalisti”, è in grado di offrire un maggior numero di queste esperienze

    Con la riforma sono cresciute notevolmente anche le esperienze di tirocinio e stage che nel 2004 coinvolgevano appena il 17% dei laureati dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Oggi la situazione è profondamente mutata e quasi 3 studenti su 4, ovvero il 75,7% (74,4% nel 2013), dei laureati Unimore 2014 ha avuto l’opportunità di venire in contatto col mondo del lavoro ancor prima della laurea: 82,0% (81,8% nel 2013) dei laureati di primo livello; 57,8% (57,5% nel 2013) di quelli delle magistrali a ciclo unico; 71% (65,0% nel 2013) dei laureati magistrali biennali e 80,8% (88,6% nel 2013) dei laureati di corsi non riformati.

    Anche questo è un elemento che distingue in positivo l’offerta formativa dell’Ateneo emiliano e che fa comprendere la ragioni della ottima performance occupazionale raggiunta dai suoi laureati.

    A livello nazionale (media 56,8%), tra le università generaliste con oltre tremila laureati, solo Verona riesce a fare meglio di Unimore: le eccezioni sono rappresentate da realtà accademiche con un numero di laureati corrispondente a meno della metà dei laureati di Unimore e Verona come Piemonte Orientale, Camerino, Foggia e Macerata.

    L’importanza di questo dato è ulteriormente valorizzato dal fatto che oltre la metà dei laureati Unimore 51,5% (50,7% nel 2013) ha svolto questa esperienza, professionalmente fondamentale e in molti casi propedeutica alla futura occupazione, fuori dell’Ateneo.

    “L’indagine AlmaLaurea – spiega il prof. Marco Sola Delegato del Rettore per la Didattica – ci fornisce, ormai da anni, il quadro di un Ateneo in salute e attento alle esigenze degli studenti e del territorio. I dati quantitativi, pur importanti, sottolineano altrettanti aspetti qualitativi. In Unimore gli studenti possono contare su un solido e proficuo rapporto università-territorio che garantisce altissime partecipazioni a stage aziendali ed esperienze lavorative pre-laurea; possono contare su una attenzione ai servizi messi a disposizione degli studenti che si traducono in una maggiore velocità e regolarità del corso di studi. Poter godere di strutture didattiche adeguate contribuisce ad incentivare la regolare frequenza degli studenti alle attività formative e beneficiare della ricchezza che si ricava dal fatto di sentirsi pienamente parte della comunità accademica”.

     

    1.5 STUDI ALL’ESTERO: gli studenti UNIMORE sempre più aperti ad esperienze di studio all’estero

    Sono il 14,4% (11,4% nel 2013, + 3,0%) gli studenti Unimore che nel corso degli studi hanno svolto periodi di studio all’estero: il 9,7% attraverso il programma Erasmus; l’1,9% ha fatto un altro tipo di esperienza riconosciuta dal corso di studi ed il 2,7% per iniziativa personale. Nel confronto con la situazione italiana gli studenti Unimore si dimostrano più propensi e aperti ad esperienze di studio all’estero, poiché la media nazionale di studenti “viaggiatori” è del 12,4%.

     

    1.6 IL GIUDIZIO SULL’ESPERIENZA UNIVERSITARIA: ampio il livello di soddisfazione per gli studi fatti e più di tre su quattro ripeterebbe lo stesso percorso

    Alla specifica domanda se sono “complessivamente soddisfatti del corso di laurea” il 92,5% dei laureati Unimore 2014 si esprime un indice di gradimento più che sufficiente, rispondendo “decisamente sì” per il 38,9% e “più sì che no” per il 53,6%. Questo fa sì che almeno tre laureati su quattro (75,3%) dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia si iscriverebbe di nuovo allo stesso corso di laurea: 74,4% tra quelli di primo livello; 78,0% tra quelli delle magistrali a ciclo unico; 82,5% tra quelli delle lauree non riformate e 75,1% tra quelli delle magistrali biennali.

    Giudizi altrettanto lusinghieri non si ritrovano tra i colleghi degli altri Atenei italiani, dove solo il 66,7% rifarebbe lo stesso corso, e così pure degli Atenei emiliano-romagnoli: a Bologna quanti ripeterebbero lo stesso corso di studi sono il 70,4%, a Ferrara il 69,8%, a Parma il 62,8%.

     

    1.7 IL GIUDIZIO ESPRESSO SULL’ATENEO: ampiamente promosso riguardo alle strutture

    Il motivo di tanta soddisfazione la si coglie dalle espressioni di giudizio raccolte nell’indagine AlmaLaurea riguardo a: rapporto con i docenti valutato più che sufficiente dall’89,6% degli intervistati (83,6% per il collettivo nazionale); adeguatezza delle aule considerata spesso o sempre ottimale dal 79,5% dei laureati (68,9% in Italia); qualità del servizio bibliotecario apprezzato dall’89,2% dei laureati (78,2% il dato nazionale). Anche in questo caso si raggiungono performance decisamente migliori tanto rispetto alla realtà italiana che a quella regionale, soprattutto relativamente alla valutazione delle biblioteche (solo Trento tra quelle università con più di tremila laureati fa meglio), apprezzate sotto l’aspetto delle fasce orarie di apertura, dell’accesso alla consultazione e al prestito, ecc.

     

    1.8 PROSPETTIVE DI LAVORO: tra i laureati Unimore c’è fretta di inserirsi nel mondo del lavoro e per trovarlo cresce il numero di quanti sono disponibili a recarsi all’estero

    Sono poco più della metà a Modena e Reggio Emilia i laureati decisi a continuare gli studi (52,4%), un dato in aumento rispetto sia al 2013 (49,9%) che 2012 (50,75), ma – forse anche per le maggiori opportunità di lavoro offerte dal territorio e per l’apprezzamento di cui gode la laurea conseguita in Unimore – significativamente inferiore al numero di coetanei pronti a proseguire di Bologna (60,9%), di Ferrara (59,3%), di Parma (60,6%) e dell’Italia (63,5%).

    In particolare, nel panorama Unimore si tratta del 70,4% fra i laureati di primo livello (soprattutto con l’iscrizione alla magistrale), il 56,9% fra i laureati magistrali a ciclo unico e il 21,7% fra i laureati magistrali.

    In questi anni, poi, è andata decisamente aumentando la quota di quanti sono disposti per lavoro a recarsi all’estero, in un Paese UE o anche extraeuropeo: il 68,6% dei nuovi laureati Unimore, ossia più di due su tre, sono disposti a lasciare l’Italia. Negli ultimi otto anni, dal 2007 al 2014, per le diminuite prospettive occupazionali offerte ai giovani dall’Italia, si è passati da una disponibilità a lavorare all’estero del 51,9% al 68,6% (+ 16,7%).

    “La crisi del mercato del lavoro e le scarse prospettive che hanno i nostri giovani di inserirsi – commenta il prof. Marco Sola – hanno toccato, ovviamente, anche l’Università. Nonostante questo Unimore si conferma come uno degli Atenei in cui il passaggio dalla formazione al lavoro è più efficace. Merito, certamente, del tessuto produttivo locale, ma anche delle azioni di sostegno e di raccordo che Unimore ed i suoi dipartimenti hanno saputo mettere in atto attraverso l’orientamento al lavoro. L’attenzione prestata dall’Ateneo ai processi di internazionalizzazione, per esempio, sta producendo degli effetti che possiamo considerare assolutamente positivi per quanto riguarda la disponibilità alla mobilità internazionale dei nostri laureati. Si comincia a comprendere che lavorare all’estero costituisce anche per il laureato Unimore un arricchimento professionale e in ciò l’Ateneo dimostra di saper rispondere alla sollecitazione ed alla richiesta che ci viene da tante delle nostre imprese, a prevalente vocazione esportatrice, che chiedono laureati culturalmente preparati anche sul piano della conoscenza della lingua per affrontare le sfide imposte dalla globalizzazione”.

     

    1.9 AMBITO DI RECLUTAMENTO: quasi la metà dei laureati risiede nella provincia di studio ma tra i laureati magistrali è forte la presenza di “fuori regione” e stranieri

    Nonostante la solida tradizione, la crescita dimensionale, il favorevole ambiente di studio e l’apprezzata didattica offerta, nonché il permanente insediamento ai vertici qualitativi delle graduatorie nazionali, Unimore continua a caratterizzarsi come un Ateneo molto legato al proprio ambito territoriale. Scorrendo i dati anagrafici dei laureati 2014, infatti, si scopre che quasi la metà, il 49,9%, risiede nella stessa provincia sede di studio: 53,9% tra quelli di primo livello; 62,2% tra quelli delle magistrali a ciclo unico; 32,1% tra quelli dei corsi di laurea non riformati (solo Scienze della Formazione primaria) e 39,7% tra quelli delle magistrali biennali. I cosiddetti “fuori regione” e stranieri assommano appena al 21,3% (22,4% la media nazionale), lo 0,4% dei quali proveniente dall’estero.

    Il dato complessivo dei laureati per così dire “autoctoni” è sostanzialmente allineato a quello nazionale (51,3%), ma rivela – in maniera più accentuata in anni recenti – una generale tendenza ad una minore mobilità studentesca, indicativa del fatto che molti neodiplomati oggi preferiscono almeno per la laurea triennale frequentare un Ateneo “prossimo a casa”, indipendentemente da qualità didattica e prospettive di occupabilità garantite dal singolo Ateneo. Cresce, invece, la propensione a trasferirsi per motivi di studio alla ricerca di corsi di laurea più rispondenti ai propri interessi scientifici e culturali quando si passa ad affrontare un percorso di studio secondo livello, come dimostrano le differenze registrate anche in Unimore per tipologia di studio: tra i laureati di primo livello, infatti, la quota di “fuori regione” e stranieri è del 16,1%; tra i laureati magistrali a ciclo unico è del 17,4%; per il corso non riformato di Scienze della Formazione è del 19,2%, mentre per i laureati magistrali si arriva al 33,1%.

     

    1.10 IL LIVELLO DI APPROVAZIONE E PERFORMANCE DEI VARI DIPARTIMENTI UNIMORE

    I più rapidi a concludere gli studi sono gli studenti di area medico-sanitaria; i più “globetrotter” quelli del Dipartimento di studi linguistici e culturali; le lauree che attraggono più “fuori regione” sono quelle di Comunicazione ed Economia, mentre l’apice di gradimento sul corso di studio concluso è espresso dai laureati di Ingegneria “Enzo Ferrari” ed il Dipartimento col maggior numero di laureati con cittadinanza straniera è Economia “Marco Biagi” mentre che offre ai propri studenti più tirocini e stage è il Dipartimento di di Scienze chimiche e geologiche.

    Riscontriamo essere più studiosi i laureati dei corsi del Dipartimento di Scienze Mediche e chirurgiche, materno-infantili e dell’adulto, che vantano un indice di ritardo alla laurea appena dello 0,07% ed una percentuale di laureati regolarmente in corso dell’84,1%, primato che comunque gli è conteso dai colleghi dottori del Dipartimento di Medicina diagnostica, clinica e sanità pubblica (80,4%). Fanalini di coda ex-aequo i laureati del Dipartimento di Giurisprudenza, del dipartimento di Scienze e metodi dell’ingegneria e di Scienze fisiche, informatiche e matematiche i cui laureati che accusano un indice di ritardo alla laurea dello 0,33%. Il più convinto apprezzamento per il corso di studio seguito è espresso dai laureati dei corsi di laurea del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, che si dichiarerebbero pronti a ripetere lo stesso corso nel 79,7% dei casi, precedendo la performance del Dipartimento di Scienze e metodi dell’Ingegneria (78,6%) e di Scienze Fisiche, informatiche e matematiche (78,4). Il Dipartimento col minor numero di laureati residenti nella stessa provincia di studio è quello di Comunicazione ed Economia di Reggio Emilia con appena il 25,8% di locali, seguita dal Dipartimento di Educazione e Scienze umane (34,1%) e dal Dipartimento di Studi linguistici e culturali (34,6%). Il Dipartimento, invece, co maggior numero di laureati stranieri è quello di Economia “Marco Biagi” col 7,9%, seguito dal Dipartimento di Studi linguistici e culturali (6,2%). Relativamente alle esperienze di studio fatte all’estero i più “globetrotter” sono i laureati del Dipartimento di Studi linguistici e culturali (38,2%), seguiti dai colleghi del  Dipartimento di Scienze e metodi dell’ingegneria (22,1%), del Dipartimento di Scienze biomediche, metaboliche e neuroscienze (20,0%) e del Dipartimento di Economia “Marco Biagi” (17,0%). Mentre le opportunità di frequentare stage e/o tirocini è offerta in maggior misura agli studenti del Dipartimento di Scienze chimiche e geologiche (95,6%), che precedono i colleghi del Dipartimento di Scienze della Vita (91%), Scienze e metodi dell’ingegneria (90,3%) e del Dipartimento di Comunicazione ed economia (89,8%).