Inaugurata questa mattina al Santa Maria Nuova la nuova sede del Centro di diagnostica senologica



    taglio-nastroIl Centro per la diagnostica senologica ha trovato una nuova sede al primo piano dell’edificio denominato H, ubicato in posizione centrale all’interno dell’area ospedaliera, lo stesso che ospita, al piano terra, il DH oncologico.

    Sono stati inaugurati questa mattina alla presenza delle Autorità e dei sanitari i 700 metri quadrati interamente riqualificati dal punto di vista edile e impiantistico, organizzati sulla base delle sempre maggiori esigenze tecnologiche della diagnostica senologica e della volontà di offrire alle donne una sede più accogliente in un contesto extra-ospedaliero. I lavori, durati 10 mesi, sono costati 860 mila euro.

    Tutta la diagnostica di primo, secondo e terzo livello (eccezion fatta per la risonanza magnetica mammaria, che continuerà a essere effettuata al piano -2 del blocco ospedaliero) è trasferita in questa nuova sede. A partire da lunedì 13 luglio la struttura funzionerà tutti i giorni, dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 19.30, grazie a un team composto da quattro medici radiologi, tecnici di radiologia medica e personale di supporto amministrativo.

    I locali ospiteranno 4 mammografi digitali, 2 moduli per tomo sintesi, un sistema per la biopsia guidata dalla mammografia (stereotassica, anche con sistema mammotome) e 3 Ecografi per un importo complessivo di quasi 900 mila euro.

    Si faranno in questa sede le mammografie di screening, quelle con la richiesta del Medico di Medicina Generale, quelle in libera professione e la maggioranza delle ecografie senologiche che si eseguono nel distretto di Reggio Emilia. In questi spazi troveranno esecuzione, inoltre, tutte le biopsie, sia quelle guidate dalla mammografia (stereotassiche) che quelle eco-guidate. Sarà anche il punto dove le richieste urgenti saranno valutate nella loro appropriatezza prescrittiva e programmate nel tempo. In futuro i percorsi di Diagnosi Senologica che attualmente la Ausl propone in Via Monte San Michele saranno effettuati nel nuovo centro.

    Il Centro è stato intitolato al Prof. Gianpiero Alberti, scomparso dieci anni fa, stimato primario radiologo del Santa Maria Nuova per quasi venti anni sino al 1989, fondatore nel 1974 e primo presidente della Sezione di Senologia della Società Italiana di Radiologia Medica, presidente dell’Ordine dei Medici e Chirurghi di Reggio Emilia dal 1988 al 1996.

    Come spiega il Direttore della Struttura Complessa di Radiologia e responsabile del Centro per la diagnostica senologica Pierpaolo Pattacini “La caratteristica peculiare della nuova sede è la sua collocazione extra-ospedale con l’offerta di un  percorso dedicato alle oltre 25.000 donne, per il 98% sane, che si sottopongono ogni anno ad accertamenti preventivi al Santa Maria Nuova. Diversi studi hanno messo in evidenza la opportunità di distinguere i percorsi di prevenzione da quelli dedicati alle patologie, evitando il rischio di favorire nelle persone sane la percezione di sentirsi ammalate” .

    “La struttura reggiana – commenta soddisfatta il Direttore generale  Antonella Messori – é quella che, a livello provinciale, gestisce il maggior numero di casi sia negativi che positivi, quando viene riscontrata la malattia.  L’incidenza del carcinoma della mammella è in aumento e, a oggi, si stima che circa 1 donna su 9 o 10 si ammalerà di tumore al seno nell’arco della sua vita. Per questo sono essenziali sia la diagnosi precoce che le nuove terapie chirurgiche, radioterapiche  e farmacologiche oncologiche. Se è vero che la percentuale delle guarigioni è in costante aumento, è per noi un passaggio importante avere dotato questo ospedale di un centro che concentra e valorizza la parte diagnostica, fondamentale nel percorso multidisciplinare di presa in carico delle donne con tumore al seno. è questo un percorso per il quale questo IRCCS è stato valutato e accreditato nel panorama europeo degli istituti oncologici anche da OECI (Organization of European Cancer Center)”

    Entro una popolazione di 102mila donne comprese nella fascia target tra i 45 e i 74 anni, sono circa 47mila quelle che annualmente si sottopongono all’esame preventivo nei centri della nostra provincia. Coordinato dalla Ausl di Reggio Emilia il programma prevede un invito annuale per le donne tra i 45 e i e i 49 anni e biennale per tutte le altre.

     

    Foto taglio nastro, da sinistra: Giammaria Manghi, Daniela Riccò, Antonella Messori, Mirko Tutino, una nipote del prof. Gianpiero Alberti.

    IL PROGRAMMA DI SCREENING MAMMOGRAFICO

    Quello al seno è il primo tipo di tumore per diffusione e mortalità nella popolazione femminile ma, grazie a diagnosi sempre più precoci e approcci farmacologici personalizzati, le probabilità di cura sono significativamente aumentate.

    Lo screening, secondo le indicazioni del Ministero della salute italiano, si rivolge a donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione dell’esame mammografico ogni due anni. È in questa fascia d’età, infatti, che si concentra fino all’80 per cento dei tumori al seno.

    In Emilia Romagna la fascia di età interessata dallo screening è più ampia, interessando donne più giovani nella fascia 45-49 e donne più anziane fino a 74 anni d’età. L’allungamento della vita e il protrarsi di un buono stato di salute inducono a pensare, infatti, che sia vantaggioso un monitoraggio più ampio. Il valore aggiunto di partecipare fin da subito e con costanza allo screening è il poter individuare sempre più precocemente eventuali lesioni, quando sono ancora di piccole dimensioni.

     

    LA SITUAZIONE IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

    Il dato della adesione allo screening da parte delle donne nella età compresa tra i 50 e i 69 anni è oggetto di raffronto tra regioni e provincie italiane e mostra come, in ambito regionale, il dato reggiano sia di assoluto rilievo, essendo pari al 79% contro una media nazionale pari al 57%.

    Quante tra quelle che si sono sottoposte allo screening mammografico vengono richiamate per approfondimenti? Di tutte le mammografie in screening effettuate nella provincia di Reggio (circa 47.000 nell’anno 2014) soltanto  il 3,7% è stato invitato a eseguire approfondimenti.  Nel nostro territorio, stando al dato regionale, si riscontrano circa 5 lesioni maligne ogni 1.000 donne che hanno eseguito il controllo preventivo.

    L’esame mammografico comporta, per ogni donna, la realizzazione di 4 radiogrammi (due dal lato destro e due da quello sinistro). Le immagini vengono analizzate da due specialisti radiologi che, singolarmente e in tempi differenti, stilano il proprio parere diagnostico. Se c’è discordanza di opinione, entro 24 ore interviene un terzo radiologo, cosiddetto “senior” in quanto più esperto. Se due radiologi hanno un sospetto, la donna viene richiamata e sottoposta ad ulteriori accertamenti.

    Sono in media 450 ogni anno al Santa Maria Nuova i nuovi casi di tumore e circa 880 gli interventi, compresi quelli di ricostruzione. L’obiettivo è ridare alla donna la propria integrità psico-fisica. Il grado di soddisfazione delle pazienti viene rilevato attraverso questionari appositamente somministrati, i cui esiti contribuiscono a offrire una assistenza sempre migliore.

     

    GIANPIERO ALBERTI

    Classe 1929, milanese di nascita, ma toscano di adozione, Gianpiero Alberti si era laureato nel 1954 alla Facoltà di Medicina dell’Università di Bologna con il massimo dei voti e specializzato in Radiologia Medica nel 1956 nella stessa sede.

    Libero docente in Radiologia dal 1965.  Primario del 1° Servizio di  Radiologia e Medicina Nucleare dell’Arcispedale Santa Maria Nuova dal 1968  al 1989. A Reggio dal 1955, stretto collaboratore del suo predecessore, professor  Lurà.

    Con il Professor Alberti hanno effettuato buona parte del percorso professionale medici del Santa Maria Nuova che sarebbero in seguito diventati a loro volta direttori di importanti reparti ospedalieri e, in qualche caso, direttori di dipartimento: tra i radiologi Antonio Troiso, Franco Nicoli e  Giulio Tondelli, tra i medici nucleari Diana Salvo, tra i radioterapisti Luciano Armaroli, tra i biologi Claudio Dotti per il laboratorio di radioimmunologia.

    L’attività scientifica di Alberti si è concretizzata con 113 pubblicazioni a  stampa e una pubblicazione monografica. E’ stato Presidente dell’Ordine dei Medici dal 1988 al 1996 ed anche componente del Consiglio di amminsitrazione della Fondazione  Manodori.  Alberti é stato il  fondatore e primo presidente (fino al 1979) della Sezione di Senologia  (SIRM) della Società Italiana di Radiologia, unica e importante  società scientifica che riunisce migliaia di specialisti radiologi del nostro Paese.