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Area Vasta, Cgil Modena: prima stabilirne i compiti, poi decidere le alleanze

Si è svolto ieri, nella sede della Provincia di Modena, un incontro del Tavolo economia per discutere di due importanti questioni: il bilancio della provincia 2015 e la legge di riordino istituzionale della Regione Emilia-Romagna, in particolare sul futuro e sul ruolo delle Aree Vaste.

In particolare su quest’ultimo argomento si è generato sulla stampa un forte dibattito pubblico, tutto concentrato sulle opportunità o meno delle relazioni della provincia di Modena con questo o l’altro territorio: Modena e Reggio Emilia insieme, piuttosto che Modena con Ferrara, piuttosto che una Vasta Emilia (da Piacenza a Ferrara) da contrapporre alla Romagna e alla città metropolitana.

La Cgil di Modena valuta positivamente il confronto avviato ieri su questi temi con le associazioni e gli enti di rappresentanza del territorio, a cui non faremo mancare il nostro contributo.
Per ora le prime valutazioni che ci sentiamo di esprimere sono queste: è necessario partire da cosa ci si  aspetta dalle Aree vaste.
Non essendoci ad oggi una normativa che riconosce istituzionalmente questo livello è fondamentale che si condividano le ragioni, gli obiettivi, le strategie che si ritiene possano rispondere meglio ai bisogni dei cittadini se agite in cooperazione con più territori e non singolarmente.
Se non si parte dal perché servono le Aree vaste e per fare cosa, si rischia di fare solo propaganda ma non di  costruire progetti concreti.

Certamente con alcuni territori più che con altri esistono già, per vicinanza territoriale o per scelte già operate (università, stesse multiutility, struttura produttiva ed economica simile, infrastrutture…) relazioni e percorsi condivisi.
Questi dovranno essere i punti da cui partire per rafforzare quella cooperazione fra territori, e fra territori e Regione, che anche nel Patto per il Lavoro recentemente sottoscritto è determinante per lo sviluppo di nuove politiche pubbliche e per rispondere ai crescenti bisogni dei cittadini.
Il tema è particolarmente delicato e importante anche in relazione alle scelte già attuate: da un lato, una città metropolitana che pur misurandosi con Province della stessa rilevanza in termini di numero di abitanti e di struttura economica, avrà per normativa più autonomia e maggiore rapporto diretto con il Governo Centrale; dall’altro, il percorso già avviato in Romagna su importanti sviluppi dell’Area vasta come sulle agenzie per la mobilità e sulla sanità.

Per questo sarà essenziale che i processi ed i percorsi che si definiranno evitino la propaganda ed i disastri che abbiamo visto con la vicenda delle Province: si fa presto a dire efficientiamo e chiudiamo, ma quando non si affrontano i nodi delle competenze, delle funzioni, delle risorse, chi ci rimette rischiano di essere i lavoratori e i cittadini che vedono impoverirsi le risposte ai propri bisogni.
Ciò a cui occorre guardare come metodo di costruzione dei percorsi è invece il lavoro fatto dalla Regione con i territori su Unioni e fusioni che sono, ad oggi, lo strumento da rafforzare per mantenere ed allargare il perimetro dei servizi ai cittadini.

(Segreteria Cgil Modena)

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