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Danni fauna selvatica, dalla Regione 3 milioni di euro per installare recinzioni e strumenti di difesa

cinghiale2La Regione spinge l’acceleratore sulla prevenzione per ridurre i danni della fauna selvatica alle produzioni agricole e agli allevamenti e con il nuovo Programma regionale di sviluppo rurale mette a disposizione risorse ulteriori per 3 milioni di euro che serviranno per l’acquisto di recinzioni e altri strumenti di difesa. “Occorre intervenire prima che il danno si verifichi, puntando sulla prevenzione e su una corretta gestione della fauna selvatica in collaborazione con le aziende agricole, gli Enti Parco e gli Atc – ha spiegato oggi a Bologna  l’assessore regionale all’agricoltura, caccia  e pesca Simona Caselli –  vogliamo lavorare sempre più in questa direzione, in linea con le indicazioni che ci arrivano dalla Ue, ma anche con le esigenze della finanza pubblica. Oggi la Regione ha a disposizione una mappatura puntuale del territorio, che ci permette di sapere dove sono le maggiori concentrazioni di animali. Sono sicura che  anche grazie a questi dati, indispensabili per un’azione mirata, riusciremo a confermare il trend di riduzione dei danni attualmente in atto”. La Regione dal 2008 ha investito per l’acquisto di recinzioni (e altri presidi di difesa), assegnati in comodato d’uso agli agricoltori, risorse complessive per circa 3.400.000 euro. E per il 2016 sono in arrivo  nuove risorse per 3 milioni di euro che serviranno per finanziare  al 100% nuovi interventi. Verranno erogate attraverso 2 o 3 bandi, di cui il primo è atteso nella prima metà del prossimo anno.

 

Danni in calo, al via i presidi anti-lupo
La tendenza alla diminuzione dei danni appare confermata, sia pur con situazioni differenziate, in tutto il territorio regionale, anche nelle zone  aperte alla caccia, dove la competenza è degli Atc. Proprio per rafforzare l’attività di prevenzione, nei confronti di una specie  protetta come il lupo, i cui danni sono invece stabili  (circa 150 mila euro all’anno), va l’ultimo provvedimento in ordine di tempo adottato dall’Assessorato regionale all’agricoltura: sono state infatti assegnati in questi giorni 128.644 euro a 48 aziende agricole zootecniche di collina e montagna situate in tutte le province emiliano-romagnole, da Bologna, a Piacenza, a Rimini. Le risorse sono servite a installare recinzioni, dissuasori acustici e luminosi, cani  pastore, con una copertura del 100% del costo ritenuto ammissibile. E altri finanziamenti sono in arrivo. Con l’ultimo assestamento di bilancio infatti la Regione ha previsto 200 mila euro per scorrere le graduatorie e finanziarie altre 86 aziende che avevano partecipato al bando della scorsa estate.

 

Presidi anti-lupo divisi per provincia

presidi-difesa-lupi

 

Il cinghiale la specie più impattante
Il cinghiale resta anche nel 2015  una delle specie  più  impattanti per gli agricoltori, pur a fronte di una diminuzione dei danni. Risultati che possono essere ulteriormente migliorati, specie in alcune aree, individuate grazie alla localizzazione puntuale degli eventi dannosi. In particolare nelle aree protette è fondamentale l’impegno degli Enti  gestori (Enti Parco , ecc.)  sia sul fronte della prevenzione dei danni, che del controllo  della popolazione animale.
Per quanto riguarda  invece i territori aperti alla caccia del cinghiale (nei quali la titolarità è in capo agli Atc sia per quanto riguarda la gestione della fauna selvatica, che il risarcimento dei danni), da qualche anno il  calendario venatorio regionale  consente di cacciare  questo animale, nelle diverse modalità, dal 15 aprile al 31 gennaio. Inoltre è prevista una soglia di danno massima tollerabile, oltre la quale è possibile introdurre misure quali anche l’attivazione di piani di prelievo straordinari. Uno degli obiettivi  è  la completa rimozione del cinghiale da tutte le zone non vocate.
Sono invece  costantemente in diminuzione da alcuni anni i danni provocati dagli altri ungulati come capriolo, daino e cervo. Un risultato  dovuto alla soglia di densità  di capi fissata dalla pianificazione regionale 2013-2014 e che andrà migliorando nel quinquennio di validità degli strumenti di pianificazione.
Tra le specie  più impattanti anche lo storno, che provoca gravi danni alla viticoltura e frutticoltura. Tuttavia  si tratta di una specie protetta, il cui prelievo è ammesso solo “in deroga” ed  è regolato  da una direttiva europea e dal parere vincolante dell’Ispra (l’Istituto per la prevenzione e la ricerca ambientale). Il mancato rispetto di tale parere comporta una procedura d’infrazione comunitaria. Le possibili sanzioni possono arrivare anche al mancato trasferimento di risorse  del Psr, con conseguenze che possono  dunque gravare direttamente sugli stessi agricoltori.
Un discorso a parte va fatto per la nutria. Dall’agosto dello scorso anno, infatti questo roditore a seguito di una modifica alla legge nazionale, non è più considerato parte della fauna selvatica quindi i danni causati  non sono più risarcibili.

Andamento dei danni della fauna selvatica  (dati 2008-2015)

Danni-accertati

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