Congiuntura industriale: la ripresa pare partita ma rallenta nel terzo trimestre del 2015



    economia-2La produzione dell’industria in senso stretto dell’Emilia-Romagna è aumentata dello 0,6 per cento rispetto all’analogo periodo del 2014, in rallentamento rispetto al +2,3 per cento segnato nel trimestre precedente.

    Il fatturato a valori correnti è aumentato del 0,7 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2014.

    Queste le principali indicazioni dell’indagine congiunturale sull’industria realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna nell’ambito della collaborazione con Confindustria Emilia-Romagna e Intesa San Paolo. Una nota più marcatamente positiva giunge dal fatturato estero che sale dell’1,4 per cento. Un segnale di cautela viene invece dal processo di acquisizione degli ordini che è risultato lievemente meno dinamico (+0,3 per cento), confermato anche dall’andamento degli ordini esteri che aumentano dello 0,6 per cento, meno del fatturato.

    I settori. L’andamento è apparso disomogeneo. In negativo, per le industrie della moda la produzione segna un sensibile arretramento (-2,5 per cento), che risulta più ampio sia per il fatturato sia per gli ordini, ma molto più contenuto per il fatturato e gli ordini esteri. L’industria della metallurgia e delle lavorazioni metalliche, che comprende larghi strati della subfornitura meccanica, riduce la produzione dell’1,1 per cento e registra flessioni analoghe per fatturato e ordini, che appaiono più accentuate per la loro componente estera. L’industria del legno e del mobile accusa una lieve flessione della produzione (-0,4 per cento), ma l’andamento è positivo per il fatturato e soprattutto per gli ordini, in particolare per la componente estera. La tendenza è invece positiva per l’industria alimentare, che realizza un lieve aumento della produzione (+0,6 per cento), ma ottiene risultati decisamente più positivi per fatturato e ordini, anche in questo caso soprattutto con riferimento ai mercati esteri. L’aggregato delle industrie meccaniche, elettriche e dei mezzi di trasporto, fondamentale per l’industria regionale mette a segno il più elevato incremento della produzione (+2,3 per cento). L’andamento del suo fatturato è leggermente meno ampio, sia nel complesso, sia sui mercati esteri, e un segnale di cautela deriva dal processo di acquisizione ordini, totali e esteri, che procede in modo assai più contenuto e risulta solo lievemente positivo.

    La dimensione delle imprese. L’andamento della produzione è positivamente correlato alla dimensione aziendale. Arretra per le imprese minori, fino a 10 dipendenti, meno orientate al commercio estero (-0,2 per cento), sale leggermente (+0,6 per cento) per le piccole (10-49 dipendenti) e cresce più decisamente (+1,0 per cento) per le medie e grandi imprese (da 50 a 500 dipendenti), grazie alla loro maggiore apertura all’export.

    Le previsioni. Migliorano le previsioni sull’andamento della produzione nel trimestre successivo rispetto a quello di riferimento. Sale al 28,5 per cento la quota delle imprese che si attende un aumento della produzione nel quarto trimestre 2015 appena concluso, mentre scende al 15,6 per cento quella che ne teme una riduzione. Il saldo positivo risale quindi al 12,9 per cento dal risicato 0,5 per cento riferito alle attese espresse al termine del secondo trimestre.

    L’occupazione. Secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro, nei primi nove mesi del 2015, l’occupazione nell’industria in senso stretto regionale è risultata pari a più di 525 mila unità, in sensibile aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, +4,7 per cento, pari ad un aumento di circa 23.700 occupati. Si tratta di un incremento molto più ampio rispetto a quello dello 0,5 per cento rilevato con riferimento all’insieme del Paese.

    Il Registro delle imprese. Le imprese attive, l’effettiva base imprenditoriale del settore, a fine settembre 2015 risultavano 46.756 con una pesante diminuzione, corrispondente a 703 imprese (-1,5 per cento), rispetto allo stesso mese del 2014. Le imprese attive nell’industria in senso stretto in Italia hanno subito una riduzione lievemente più contenuta (-1,1 per cento).

     
    La tendenza negativa è risultata dominante, particolarmente sensibile per le imprese della ceramica, del vetro e dei materiali per l’edilizia, mentre è stata comunque marcata per l’industria del “legno e del mobile”, la moda e le attive nella metallurgia e lavorazioni metalliche.

    L’ampio raggruppamento della “meccanica, elettricità ed elettronica e dei mezzi di trasporto” ha mostrato una certa resistenza alla tendenza negativa, ma solo la base imprenditoriale dell’industria alimentare si è mantenuta sostanzialmente stabile.