La famiglia Storchi ha acquistato e ora dona al Comune di Reggio Emilia la collezione prodotta per il 150° dell’Unità d’Italia da Curare Onlus



    donazioneTorna definitivamente a Reggio Emilia — dopo essere stata esposta fra l’altro a Roma e Torino — la collezione d’arte ‘Novanta artisti per una Bandiera’, ispirata al Tricolore e ideata nel 2011 da Deanna Ferretti Veroni, presidente di Curare Onlus, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

    La collezione è stata donata dalla famiglia Storchi, imprenditori dei settori meccatronica e meccanica da sempre legati a Reggio Emilia e al suo territorio, al Comune della città emiliana, dopo che le stesse opere erano state da loro acquisite in una vendita all’asta organizzata con finalità benefiche da Curare Onlus agli inizi del 2016: il ricavato della vendita, 220mila euro, è stato destinato quale contributo della Onlus alla realizzazione del Mire, l’ospedale Maternità e Infanzia di Reggio Emilia.

    Da un lato dunque un’azione di sensibilità sociale in favore della salute e del benessere in particolare della donna e del bambino, dall’altra la donazione alla collettività, per la loro conservazione e valorizzazione, di opere d’arte — si tratta di 86 quadri, compresa l’opera ‘Libertà con donna a specchio e bandiera’ — originali e prodotte ispirandosi a un soggetto specifico — la Bandiera italiana, la cui origine, con il Primo Tricolore, è a Reggio Emilia e risale al 1797 — create da artisti di rilievo internazionale.

    Il Comune di Reggio Emilia, si legge nella delibera di recente approvata dalla giunta, “accoglie favorevolmente la donazione delle opere d’arte costituenti la collezione  ‘Novanta artisti per una bandiera’”, da parte della famiglia Storchi e la ritiene “una considerevole opportunità di incremento del patrimonio artistico della città, con una serie di opere di particolare significato identitario, e che ben si inseriscono nella progettualità di valorizzazione del percorso storico e culturale del Museo del Tricolore”.

    Gli artisti si sono confrontati infatti sui simboli e i valori che il Tricolore rappresenta, generando un legame profondo tra il soggetto delle opere, la comunità nazionale e la città d’origine del Tricolore.

    Il Comune “si impegna a valorizzare le opere donate, preservando l’identità e l’unità dell’intera collezione, predisponendo la fruizione delle opere stesse da parte dei cittadini e del pubblico”.

     

    La donazione è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi; Fabio Storchi, imprenditore e presidente Federmeccanica; Deanna Ferretti Veroni, presidente di Curare onlus; Giancarlo Gargano, direttore di Neonatologia all’ospedale Santa Maria Nuova e del Programma interaziendale Materno-Infantile, ed Elisabetta Farioli, responsabile dei Musei civici di Reggio Emilia.

    “Questa donazione – ha detto il sindaco Luca Vecchi – porta con sé una duplice valenza culturale e sanitaria di grande rilevanza per tutta la comunità, e testimonia l’alto livello di responsabilità sociale che l’imprenditoria reggiana sa esprimere verso il suo territorio. Le opere diventeranno parte integrante del Museo del Tricolore e saranno ospitate al piano terra di Palazzo Casotti, che sarà dotato anche di un secondo ingresso più diretto, dal portico della piazza omonima. Il Museo con questa donazione si arricchisce di una dimensione contemporanea e di un punto di vista più attuale sul Tricolore. La pregevole donazione e la riorganizzazione di alcuni spazi del palazzo costituiscono un investimento importante su un luogo simbolico di Reggio Emilia, e saranno presentati alla città in occasione delle celebrazioni del prossimo 7 gennaio, 120esimo anniversario del Primo Tricolore. L’obiettivo è fare del Museo del Tricolore non un luogo statico ma un museo dinamico e creativo, con laboratori didattici per le scuole, dove valorizzare sempre di più la riflessione sul Tricolore, sulla sua storia e sulla sua contemporaneità”.

    Fabio Storchi ha ringraziato i vari soggetti impegnati nella realizzazione del Mire e si è soffermato sulle motivazioni, ideali, affettive e di appartenenza alla comunità, che hanno portato la famiglia Storchi alla donazione in favore della struttura sanitaria e del Comune di Reggio Emilia. Deanna Ferretti Veroni ha ringraziato la famiglia Storchi per l’impegno a favore del Mire, mentre Giancarlo Gargano ha ricordato le caratteristiche salienti del progetto, che rappresenterà una struttura sanitaria all’avanguardia nella cura e nell’approccio verso i pazienti. Elisabetta Farioli ha infine presentato alcuni dettagli del nuovo Museo del Tricolore, “che sarà basato su un dialogo costante con il pubblico, in particolare attraverso il potenziamento dei laboratori didattici per gli studenti, per conservare e rendere ancora più vivo e attuale questo spazio importante della storia della città”.

     

    IL PROGETTO ‘NOVANTA ARTISTI PER UNA BANDIERA’ — I 90 artisti coinvolti si erano impegnati per realizzare una loro opera partendo da una particolare bandiera, scelta tra quelle donate dal Comune di Reggio Emilia, che nel 2011 furono esposte nella città del Tricolore in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Si tratta delle bandiere legate al sorgere dell’idea dell’Unità d’Italia: il Tricolore adottato il 7 gennaio 1797 proprio a Reggio Emilia; quelle dell’età giacobina e napoleonica; le bandiere dei moti e delle insurrezioni popolari durante il Risorgimento; quelle degli stati preunitari; le bandiere dell’Unità e del Regno d’Italia; le varie versioni di bandiera adottate della Repubblica, per finire con quelle utilizzate, anche di recente, per obiettivi di grande valore sociale ed etico.

    Diverse sono state le modalità di creazione delle opere: alcuni artisti sono intervenuti sulla bandiera stessa o su una sua parte; altri ne hanno utilizzato frammenti per inserirli, attraverso il collage, nei loro lavori; altri ancora ne hanno creata una del tutto autonoma: la bandiera loro assegnata è diventata fonte diretta di ispirazione per i riferimenti di colori, scritte e forme disegnate.

    L’intero progetto, dal coinvolgimento degli artisti, alla realizzazione della mostra e del catalogo che lo accompagna, è stato curato da Sandro Parmiggiani, critico e storico dell’arte, già direttore di Palazzo Magnani a Reggio Emilia.

     

    Gli artisti sono: Luca Alinari, Pat Andrea, Alberto Andreis, Assadour, Roberto Barni, Davide Benati, Gabriella Benedini, Domenico Bianchi, Alfonso Borghi, Danilo Bucchi, Enzo Cacciola, Giovanni Campus, Eugenio Carmi, Tommaso Cascella, Roberto Casiraghi, Bruno Ceccobelli, Bruno Chersicla, Andrea Chiesi, Pier Giorgio Colombara, Angelo Davoli, Sandro De Alexandris, Giuliano Della Casa, Enrico Della Torre, Lucio Del Pezzo, Fausto De Nisco, Marco Ferri, Ennio Finzi, Giosetta Fioroni, Laura Fiume, Attilio Forgioli, Antonio Freiles, Omar Galliani, Alessandro Gamba, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Marco Grimaldi, Franco Guerzoni, Paolo Iacchetti, Marino Iotti, Emilio Isgrò, Riccardo Licata, Claudia Losi, Luigi Mainolfi, Elio Marchegiani, Mirco Marchelli, Umberto Mariani, Antonio Marras, Carlo Mastronardi, Iler Melioli, Giovanni Menada, Nino Migliori, Elisa Montessori, Pietro Mussini, Hidetoshi Nagasawa, Carlo Nangeroni, Giulia Napoleone, Gianfranco Notargiacomo, Nunzio, Claudio Olivieri, Tullio Pericoli, Lucia Pescador, Oscar Piattella, Pino Pinelli, Graziano Pompili, Concetto Pozzati, Mario Raciti, Bruno Raspanti, Jacopo Ricciardi, Leonardo Rosa, Ruggero Savinio, Antonio Seguí, Giovanni Sesia, Medhat Shafik, Tetsuro Shimizu, Aldo Spoldi, Mauro Staccioli, Tino Stefanoni, Guido Strazza, Ilario Tamassia, Nani Tedeschi, Wainer Vaccari, Valentino Vago, Walter Valentini, Paolo Valle, Wal, William Xerra, Gianfranco Zappettini.