Reggiane e Santa Croce, dalla fabbrica al quartiere: i 14 progetti e le risorse necessarie per la ‘Fase 2’ del programma di rigenerazione



    area-reggiane-e-santa-croce“Col progetto Reggiane si configura una nuova via emiliana all’innovazione, perché in questo progetto che estende la rigenerazione urbana nella vecchia area industriale di Santa Croce sono sintetizzate le modalità per fare innovazione oggi. Questo è il luogo di un’importante eredità di sviluppo economico che nel Novecento portò l’Emilia a essere uno dei luoghi più avanzati e ricchi d’Europa, un’eredità che ora interpretiamo intercettando nuovi modi di fare innovazione nella collaborazione tra pubblico e privato” ha detto oggi il sindaco di Reggio Luca Vecchi, presentando la cosiddetta ‘Fase 2’ di rigenerazione urbana del quartiere di Santa Croce e dell’area Reggiane, la fase che va ‘dalla fabbrica al quartiere’ e comprende la riqualificazione e riapertura a un uso collettivo anche di edifici privati ora dismessi o dequalificati.
    “Potevamo scegliere di recuperare quest’area seguendo la strada del commerciale, ma abbiamo optato per una scelta a favore dell’intero sistema economico locale – ha proseguito Vecchi – Si tratta inoltre di un progetto di innovazione che non è solo economica, ma testimonia un nuovo approccio di governo del territorio basato sul recupero e la trasformazione; un’innovazione che si crea anche attraverso la cultura e che passa attraverso le idee e i contributi delle persone per la riqualificazione del quartiere”.
    “Con questa operazione – ha concluso Vecchi – importanti risorse pubbliche vengono messe al servizio di una nuova idea di città capace di innescare l’attrazione di investimenti privati”.
    “Qui si respira l’atmosfera della crescita e del recupero urbano che sa ricomprendere anche l’aspetto sociale – ha detto Barbara Acreman,         dirigente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con competenze sul Piano nazionale città – Il lavoro svolto a Reggio Emilia è un’eccellenza sul territorio nazionale. Potremmo dire che oltre a passare dalla fabbrica al quartiere in questo caso si raggiunga inoltre un modello di città smart. Il Piano nazionale città si prefiggeva di attivare un percorso in grado di dare continuità sul territorio a progetti, aspettative, investimenti e realizzazioni, per creare crescita sulla base di finanziamenti certi. E da qui generare nuovi progetti e investimenti. Questo è quanto avvenuto e sta avvenendo a Reggio Emilia, dove si sta svolgendo un’esperienza, che è un ottimo esempio del fare rete nella città e, fatto sempre più indispensabile, fra le città”.

    Alla presentazione della ‘Fase 2’ del progetto Reggiane sono intervenuti anche l’assessore alla Rigenerazione urbana e del territorio Alex Pratissoli, che ha sottolineato il grande sforzo progettuale compiuto, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, per candidare il recupero delle Reggiane al finanziamento ministeriale, e Massimo Magnani, direttore dell’area Competitività e innovazione del Comune di Reggio Emilia, che ha illustrato le diverse fasi di recupero dell’ex complesso industriale e del quartiere.

    LA NUOVA FASE – Dopo la Fase 1, la realizzazione del Centro internazionale Malaguzzi e del Tecnopolo, le azioni di bonifica dell’area Reggiane, l’avvio dei lavori di riqualificazione del capannone 17 delle Reggiane e di piazzale Europa (primo stralcio), la conclusione estremamente positiva dell’Invito a manifestare interesse da parte di associazioni sportive, culturali, del welfare di comunità, del Terzo settore in generale, per il riuso di immobili dismessi nel quartiere di Santa Croce, ora il Programma di rigenerazione urbana (Pru) del quartiere storico di Santa Croce (Pru qs-SC) si arricchisce di ulteriori progetti, che salgono a 14, portando la dimensione economica complessiva da 32 milioni a circa 50 milioni di euro.

    E perciò il Comune di Reggio Emilia, con la collaborazione della Società di trasformazione urbana (Stu) Reggiane spa – braccio operativo delle azioni dell’area Reggiane ed ora soggetto attuatore anche degli spazi del quartiere di Santa Croce, partecipata dallo stesso Comune (70%) e da Iren Rinnovabili (30%) – cerca ulteriori risorse, partecipando al Bando indetto dalla presidenza del Consiglio dei ministri per la Riqualificazione urbana e la Sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia.
    Alla radice del Bando, un tema pienamente condiviso dalle politiche di rigenerazione urbana del Comune di Reggio Emilia: progettare, finanziare e agire affinché non esistano ‘periferie’, ma si estendano in tutti i tessuti urbani l’Effetto città e la Dimensione della comunità, per un’idea unitaria di città in cui sostenibilità, identità, memoria, qualità urbana e Città pubblica sono tratti distintivi, diffusi sul territorio e inclusivi.
    Per la parte dedicata alle città capoluogo di provincia, a cui Reggio Emilia concorre, sono in palio finanziamenti fino a 18 milioni di euro.

    I nuovi finanziamenti governativi, qualora ottenuti, si sommerebbero a quelli già assegnati, per la Fase 1, in tempi recenti a Reggio Emilia per l’area Reggiane attraverso il Piano nazionale città (10,9 milioni di euro) promosso dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Documento unico di programmazione della Regione Emilia-Romagna (2 milioni di euro).

    SI RAFFORZA IL MODELLO EMILIANO EUROPEO – L’obiettivo della Fase 2 del Programma di rigenerazione urbana di Santa Croce-Reggiane è, analogamente alla Fase 1, la crescita della qualità della vita partendo dallo sviluppo del lavoro e puntando all’integrazione/contaminazione tra l’attuale cultura della produzione e la nuova cultura della conoscenza.
    Fulcro della strategia urbana sostenibile della città è il passaggio dal ‘Modello emiliano’ (che aveva il suo know-how nella flessibilità, nell’efficienza e nel sapere tecnico) a un più dinamico ‘Modello emiliano europeo’, incentrato fra l’altro sulla rigenerazione urbana, la mobilità intelligente, la promozione e l’apertura internazionale e interculturale, la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico, il ricorso e nuove tecnologie digitali e l’orientamento all’innovazione, la ‘coltivazione’ dei talenti creativi, la valorizzazione dell’identità culturale locale (unicità), la partecipazione attiva della cittadinanza, la comunità sicura, inclusiva, solidale, educante.
    Il contesto territoriale dove far crescere questa strategia di sviluppo urbano sostenibile è costituito a Reggio Emilia dall’Area Nord della città e in particolare da due grandi infrastrutture: la stazione Av Mediopadana e il Parco Innovazione nel quartiere storico Santa Croce.

    SANTA CROCE: IL NUOVO RUOLO DEL QUARTIERE STORICO – Il quartiere storico Santa Croce (qs-SC) rappresenta, prima che una dimensione territoriale, una dimensione simbolica nella quale si rispecchia la Reggio Emilia del Novecento e si proietta la Reggio Emilia del futuro. Esso, infatti, tramite le ex Officine Meccaniche Reggiane è testimonianza della vecchia città industriale e potrà diventare, grazie alla riqualificazione fisica e funzionale di questo storico opificio e più in generale del quartiere da esso generato, prototipo di una nuova città dell’innovazione.
    Il quartiere di Santa Croce torna perciò ad assumere un ruolo centrale nelle politiche urbane, al fine di ricostruire una relazione stretta tra la ridefinizione del modello di sviluppo economico locale e il progetto di città. In questo ruolo il quartiere si conferma valore aggiunto per la nuova strategia di sviluppo urbano sostenibile, sempre più basata sull’apprendimento, sulle competenze economiche distintive, sulla ricerca industriale e il trasferimento di conoscenze e, allo stesso tempo, Città per antonomasia.
    Nel primo caso puntando a divenire con il Parco Innovazione un polo europeo di servizi e funzioni ad altissimo potenziale d’innovazione, un cluster creativo,
    attrattivo per le imprese, il mondo della ricerca, i giovani talenti, attraverso cui la città si rende interessante per investitori pubblici e privati.
    Nel secondo caso reinterpretando, attraverso un forte investimento sulla Città pubblica, la sua naturale competenza di corpo intermedio della città del Novecento, cui riconfermare un forte ruolo di connessione e integrazione non solo tra porzioni di città, ma soprattutto tra i cittadini che la abitano e la vivono.

    OBIETTIVI E AZIONI – Il Programma di rigenerazione di Santa Croce-Reggiane si articola in tre Aree tematiche, altrettanti Obiettivi e Azioni.

    1) Area tematica 1, il Parco Innovazione, con l’obiettivo di completare la realizzazione delle dotazioni infrastrutturali (ad esempio, capannoni, aree pubbliche e spazi per la mobilità) a servizio del Parco stesso, punto di riferimento di Innovazione tecnologica ed economica.
    L’azione consiste nella riqualificazione e riuso dei capannoni dell’area industriale ex Officine Meccaniche Reggiane e attivazione di leve finanziarie per favorire l’insediamento di nuove realtà imprenditoriali e nuovi servizi da affiancare al Centro internazionale Malaguzzi, sede di Reggio Children, e al Tecnopolo di Reggio, sede dei laboratori di ricerca industriale dell’Università degli studi di Modena e Reggio, (entrambi già in funzione) per la costituzione della prima esperienza in Europa di parco a carattere scientificotecnologico-umanistico.

    2) Area Tematica 2, il Quartiere, con l’obiettivo di attivare e sostenere il processo di rigenerazione urbana del quartiere, in collaborazione con i cittadini.
    In questo caso, l’azione consiste nel Riuso, anche temporaneo e con interventi di micro-riqualificazione della città privata (con particolare riferimento alle aree produttive dismesse e a spazi abbandonati e/o residuali) per attivare nuove forme di Innovazione sociale in grado di creare l’interazione tra il quartiere e le polarità pubbliche presenti, di aumentare il presidio del territorio, di favorire le relazioni interculturali, e più in generale di sviluppare forme di cittadinanza attiva.

    3) Area tematica 3, i Collegamenti infrastrutturali quartiere-città, con l’obiettivo di collegare fisicamente il quartiere alla città.
    L’azione consiste nel ripristino delle connessioni fisiche e funzionali tra il quartiere e la città attraverso la riqualificazione degli spazi pubblici esistenti, in particolare di piazzale Europa (oggi parcheggio pubblico) da riconfigurare non solo come centro fisico del Parco Innovazione, ma anche come nuova polarità urbana e sistema di relazione tra parti di città, e la riapertura di viale Ramazzini, oggi in parte chiuso e in parte inglobato nelle ex Officine Meccaniche Reggiane, considerato da sempre direttrice del quartiere.

    STATO DELL’ARTE – Mentre proseguono i cantieri per la riqualificazione del capannone 17 nell’area Reggiane e di piazzale Europa (primo stralcio), è imminente l’assegnazione dell’appalto per la riqualificazione del capannone 18, il cui importo è preventivato in circa 13 milioni di euro, 7 dei quali  da risorse pubbliche (Piano nazionale città) e circa 6 con risorse private (Stu Reggiane spa).

     

    LE NUOVE AZIONI DELLA FASE 2
    PARCO INNOVAZIONE –  La seconda fase del Programma  prevede l’estensione, con nuove acquisizioni e interventi di riqualificazione, del Parco Innovazione al capannone 15B/C  dell’area Reggiane, con risorse pubbliche e private per circa 13,2 milioni di euro: si tratta della ‘cortina’, una linea continua, di immobili disposti da nord a sud, dietro il capannone 17. Proseguendo coerentemente la realizzazione del progetto originario sull’area Reggiane, si realizzano anche in questo caso nuovi spazi per servizi alle imprese, laboratori, centri di innovazione, per coloro che vorranno insediarsi nel Parco.

    QUARTIERE – Il quartiere viene posto al centro della rigenerazione urbana dell’area Santa Croce attraverso la riqualificazione architettonica e funzionale di diversi edifici dismessi, da adibire a spazi per servizi culturali, educativi, sportivi e assistenziali.
    Si tratta del capannone 15 delle ex Officine Meccaniche Reggiane, parallelo alla linea ferroviaria storica e adiacente alla stazione ferroviaria centrale, immediatamente individuabile dall’esterno per l’inconfondibile grande scritta “Reggiane” in giallo.  Questo capannone verrà attrezzato e destinato ad eventi e spettacoli.
    Gli altri importanti immobili che verranno coinvolti nell’intervento di riqualificazione sono i sette presenti tra via Gioia, viale Ramazzini e via Talami, oggetti individuati e inseriti nel programma di Riuso, in cui troveranno spazio appunto attività sportive, culturali e ricreative, educative, di welfare di comunità, del Terzo settore. Qui sono previsti investimenti per circa 2,5 milioni di euro, 1,2 dei quali a carico di Stu Reggiane spa, al fine di renderli pienamente fruibili e funzionali  alle attività che ospiteranno.
    Si tratta in particolare degli ex Magazzini logistici di via Gioia 24 e di via Gioia 22/A, B e C, dell’ex Mangimificio Caffarri di via Gioia 4, dell’ex discoteca Maffia di viale Ramazzini 35 e dell’ex Deposito ferroviario di via Talami 7.

    COLLEGAMENTI TRA QUARTIERE E CITTÀ – Quartiere di nuovo al centro dell’azione di rigenerazione anche per quanto riguarda i collegamenti interni. Nuova qualità urbana è infatti prevista con la riqualificazione di alcune strade del quartiere di Santa Croce – il tratto ovest di viale Ramazzini, via Gioia, via Talami e via Veneri (tratto sud) – per un importo previsto di 1,5 milioni di euro. Su queste stesse strade si affacciano fra l’altro vari immobili privati al centro dell’operazione di Riuso.

    DIMENSIONE FINANZIARIA E TEMPI PREVISTI – Il Pru del quartiere storico Santa Croce raggiunge così una dimensione di investimento complessiva di 46.769.413 euro, costituita dal contributo richiesto al Bando della Presidenza del Consiglio per un importo di 17.811.853 euro (pari al 38.1%) e dal cofinanziamento da parte di soggetti pubblici e privati per un importo di 28.957.560 euro (pari al 61.9%).
    Da sottolineare che tali investimenti generano ‘utilità’ positive anche nell’ambito sociale e del Terzo settore in particolare: il valore dei servizi prodotti calcolato nell’arco temporale di cinque anni (pari alla somma dei costi caratteristici, dei costi del personale e dei costi per investimenti) è indicativamente di 5.294.678 euro, quindi più del doppio degli investimenti previsti per attivare gli spazi destinati a tali servizi.
    I lavori relativi ai 14 interventi che costituiscono il progetto complessivo Pru, se finanziati dal bando, si prevede si completino nell’arco temporale di tre anni.

    L’IDEA DI CITTÀ E LA NUOVA URBANISTICA – Il Pru Santa Croce-Reggiane fa emergere un modo innovativo di governare il territorio, un approccio e una prassi che il Comune di Reggio Emilia sta mettendo in pratica da anni, in cui l’urbanistica non detta più le regole di sviluppo, ma diviene strumento tecnico per attuare azioni strategiche frutto di proposte ‘dal basso’ o concertate a livello istituzionale.
    Non è più sufficiente adeguare gli strumenti urbanistici per veder attuati nell’immediato ampi processi di rigenerazione della città: è infatti sempre più necessario affiancare al piano progetti e strumenti in grado di attuare concretamente, giorno per giorno, la visione strategica della città. L’urbanistica deve in tal senso sapersi adeguare rapidamente e in maniera trasparente alle opportunità che partenariati, affidabili dal punto di vista della fattibilità tecnica e finanziaria, possono proporre alla città, quando questi presentano contenuti rilevanti e coerenti con il disegno strategico condiviso. E’ il contenuto infatti il protagonista della rigenerazione, non più la rendita fondiaria o il contenitore, bensì l’elevata qualità del contenuto e delle funzioni ospitate come generatori di qualità urbana e architettonica. Da questo punto di vista, il programma di rigenerazione delle Reggiane e di Santa Croce deve essere letto come il paradigma di un cambio di metodo, dove la governance pubblica deve sollecitare la costruzione di una rete di relazioni tra attori pubblici e privati, i quali, attraverso partenariati, siano nelle condizioni di condividere risorse economiche e competenze in grado di superare la scarsa capacità di investimento del settore immobiliare e la rigidità di percorsi procedurali tipici degli enti pubblici, nel rispetto degli obiettivi strategici condivisi.