Servizio civile, Guadagnini: “esperienza importante ma fondi tagliati”



    “Dall’entrata in vigore nel 2001 della legge sul Servizio civile, l’impegno del Comune è stato costante nel progettare e promuovere sul territorio l’adesione da parte dei giovani, nella convinzione che si tratti di una esperienza importante. Devo però sottolineare che la Legge di bilancio appena approvata va nella direzione opposta. Lo stanziamento previsto di meno di 200 milioni dovrebbe nel 2019 coprire i costi di 35 mila volontari in Italia e mille all’estero, mentre sono 53.000 quelli che cominceranno in queste settimane il loro percorso”.

    L’ha detto Irene Guadagnini, assessora alle Politiche giovanili e Volontariato, rispondendo in Consiglio a una interrogazione di Federica Venturelli (Pd) che chiedeva informazioni a 360 gradi riguardo al Servizio civile nel Comune di Modena.

    Per tre progetti dell’Amministrazione comunale, ha specificato Guadagnini, con l’ultimo bando scaduto a settembre 2018 sono state presentate 111 domande, 72 di ragazze e 39 di ragazzi: 35 per il progetto “In prima fila ai musei-2a edizione” (disponibili quattro posti); 46 per “Giovani 4.0 – 2a edizione” (disponibili 15 posti); 30 per il progetto sociale “Intrecci possibili- 2a edizione” (disponibili 17 posti). I selezionati sono stati 36.

    Il progetto “Intrecci possibili” si svolge nell’ambito sociale e si propone di rafforzare gli interventi di animazione, accompagnamento e uso del tempo libero di disabili adulti e anziani seguiti dai servizi, a casa propria e presso strutture di accoglienza (11 coinvolte), con la sperimentazione di relazioni d’aiuto intergenerazionale.

    Il progetto “Giovani 4.0” vuole promuovere partecipazione e coinvolgimento dei giovani nei servizi offerti dalla città, valorizzando la presenza dei volontari per elaborare nuove idee e strategie comunicative. Le sedi sono l’Informagiovani, il centro Europe Direct, la biblioteca Delfini, l’ufficio comunicazione e rete netgarage, il Memo, il Centro studi sulla condizione giovanile e www.stradanove.it, l’Ufficio politiche giovanili in collaborazione con l’Ufficio Cultura e il Centro Musica/Tenda.

    Infine, il progetto “In prima fila ai musei” ha l’obiettivo di valorizzare i Musei civici facilitando la conoscenza e la fruizione del patrimonio culturale, con particolare attenzione alla fascia giovane extrascolastica. Sede d’attuazione, i Musei civici.

    Nell’ultimo bando le domande sono tornate ad aumentare rispetto al calo registrato nel 2016 e 2017, rispetto al 2015. Nel complesso, per i quattro bandi considerati, le domande sono state 492 di cui 321 ragazze e 171 ragazzi. Un dato consolidato è il maggior numero di ragazze che hanno fatto domanda e che hanno effettivamente svolto il servizio civile, rispetto ai maschi.

    Riguardo alle risorse finanziarie, l’assessora ha spiegato che complessivamente per il 2019 ammontano a 43.754 euro principalmente per l’attività di tutoraggio e formazione dei volontari, e per la quota Copresc (Coordinamento provinciale enti servizio civile), oltre alle risorse umane impiegate. In riferimento invece ai profili di chi fa domanda, nell’ultimo bando, dei 111 aspiranti 72 erano ragazze (65%) e 39 maschi (35%); l’età varia da 18 a 28 anni, come da normativa, e tutte le età sono rappresentate, con maggioranza di 25 e 26enni; il 5% ha la licenza media, il 65% il diploma di scuola superiore, il 14% la laurea triennale e il 16% quella magistrale (totale laureati del 30%); il 42% risulta studiare all’Università (per la triennale o per la magistrale); il 36% è in cerca di occupazione o è disoccupato; il 19% risulta avere un’occupazione pur saltuaria e precaria, anche in azienda di famiglia; il 3% frequenta una scuola superiore; il 94% ha la cittadinanza italiana e il 6% di un altro Paese; il 54% è di Modena, il 22% risiede in un altro comune della nostra provincia, il 7% in regione e il 17% viene da fuori regione.

    I 36 selezionati, che inizieranno le attività martedì 15 gennaio sono 29 ragazze e 7 ragazzi. Uno ha la licenza media, 22 il diploma delle superiori, 13 i laureati, cinque triennali e otto magistrali; 33 hanno cittadinanza italiana e tre no; hanno tutte le età dai 18 ai 28 anni; in 15 risultano in cerca di occupazione o disoccupati, in 11 svolgono lavori precari, in 9 sono studenti universitari e uno è studente medio; in 23 risultano essere residenti in città, sei in un comune della provincia modenese, cinque hanno la residenza fuori regione e due in un Comune dell’Emilia-Romagna.

    Sul fronte della formazione, Guadagnini ha riferito che il percorso viene concordato con il Copresc e consta di un corso generale di 52 ore su argomenti stabiliti a livello nazionale, e su un altro percorso formativo di 62 ore che deve essere inerente alla peculiarità del progetto in cui sono inseriti e riguardare quindi l’apprendimento di nozioni e di conoscenze teorico-pratiche relative al settore ed all’ambito specifico

    Per quanto riguarda il riscontro del gradimento dei volontari circa l’esperienza ci si è dotati di un piano di monitoraggio interno. I 27 volontari che hanno concluso l’anno di servizio civile hanno espresso un voto medio di 7.9 in una scala da 1 a 10.

    “Il Servizio civile – ha sottolineato l’assessora – rappresenta inoltre un’occasione di contatto con il mondo del lavoro che per alcuni si tramuta in inserimento al termine dell’anno di servizio; anche l’anno scorso due giovani sono state inserite nell’ambito in cui avevano prestato servizio attraverso le cooperative sociali”.

    La consigliera Venturelli ha espresso soddisfazione per la risposta dell’assessora e ha precisato: “Il servizio civile è per tanti ragazzi la scoperta che esiste una società oltre che degli individui e offre a tanti giovani la possibilità di fornirsi delle competenze anche funzionali all’inserimento nel mondo del lavoro. Dobbiamo però constatare – ha aggiunto – che questa importante realtà è messa a dura prova da questo Governo e, considerati i fondi stanziati a fronte invece dell’alto numero di richieste giunte, immaginiamo che queste non potranno essere interamente soddisfatte. Sarebbe stato forse più utile investire nel servizio civile le risorse destinate al reddito di cittadinanza”.