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Il Sindaco di Bologna Virginio Merola ha consegnato il Nettuno d’Oro ad Adriana Lodi

Oggi, cinquant’anni fa, a Bologna apriva il Patini, primo nido d’infanzia comunale: oggi, cinquant’anni dopo, nella sala “Cesare Masina” del Quartiere Navile, il Sindaco Virginio Merola ha consegnato il Nettuno d’Oro ad Adriana Lodi, allora assessore ai servizi sociali, ideatrice del servizio educativo per la prima infanzia che sarebbe diventato un’eccellenza in tutto il Paese.

“La nostra comunità ti è riconoscente e per me è un onore poterti consegnare il Nettuno d’Oro: grazie, Adriana”: con queste parole il Sindaco Virginio Merola ha consegnato l’onoreficenza nella sala gremita, abbracciando a nome della città Adriana Lodi. “Ho avuto una vita lunga e piena di cose – ha detto emozionata Adriana Lodi – ma ricevere il Nettuno d’Oro è davvero tra le più belle che mi siano accadute”.

La cerimonia è stata aperta dal presidente del Quartiere Navile, Daniele Ara che ha introdotto la proiezione di un estratto del documentario “Bambini si diventa – Gli anni che contano” di Cristiano Governa e Riccardo Marchesini (Produzioni Giostra Film). La prolusione è stata a cura di Maurizio Fabbri, professore ordinario di Pedagogia generale e sociale del Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” – Università di Bologna. La vicesindaco Marilena Pillati ha letto le motivazioni ufficiali del conferimento.

La consegna del Nettuno d’Oro ad Adriana Lodi ha aperto le celebrazioni per i 50 anni dall’inaugurazione del primo nido d’infanzia comunale e per i 30 anni dall’apertura dei primi centri per bambini e famiglie. Il 9 novembre 1969 nasce a Bologna, nel quartiere Bolognina, il primo asilo nido comunale per volontà del Sindaco Guido Fanti e dell’Assessore ai Servizi Sociali Adriana Lodi. La struttura è donata alla città dall’industriale Aldo Patini e viene intitolata ai suoi genitori, Carolina e Giuseppe Patini, che hanno vissuto per lungo tempo nel quartiere.

Dopo la cerimonia di consegna del Nettuno d’Oro, al nido Patini è stata inaugurata la mostra fotografica itinerante “Cinquant’anni di nido e trenta dei centri per bambini e famiglie a Bologna”, curata dall’Associazione QB Quanto Basta con la collaborazione del Centro RiESco del Comune di Bologna e della Fondazione Cineteca di Bologna. La mostra racconta la storia dei servizi educativi 0-3 di Bologna insieme a quella di una città che ha sempre guardato all’infanzia con attenzione e capacità di cura. Testi e immagini ripropongono alcuni dei molti passaggi che hanno portato l’Amministrazione comunale a costruire una fitta rete di opportunità di crescita rivolte ai bambini piccoli, alle famiglie e all’intera comunità.

Di seguito le motivazioni ufficiali del conferimento:

“Adriana Lodi nasce il 29 settembre 1933 a San Giovanni in Persiceto. Ancora bambina si trasferisce con la sua famiglia a Bologna dove, dopo la licenza media, inizia a lavorare.
Comincia giovanissima il suo impegno politico e sindacale che la porta ancora minorenne a iscriversi al Partito comunista e alla Cgil.

L’impegno in difesa dei diritti delle donne segna tutta la sua attività sindacale all’interno della Camera del Lavoro. Parallelamente all’attività sindacale, Adriana Lodi porta avanti l’impegno politico nel PCI e nel 1963, dopo 13 anni di lavoro nel sindacato, viene nominata responsabile femminile della Federazione bolognese del Partito comunista italiano.

Rilevante è la sua attività politica negli anni ’60 nella città di Bologna. Nel 1960 viene, infatti, eletta in Consiglio comunale. Rieletta alle elezioni del 1964, è l’unica donna a entrare a far parte della Giunta del Sindaco Giuseppe Dozza, come assessore ai problemi del lavoro, servizi anagrafici ed elettorali. Dopo cinque mesi le vengono anche affidate “ad interim” le deleghe all’igiene e sanità e quella all’assistenza per sostituire Giuseppe Beltrame, assente per ragioni di salute.

Nel 1966, quando viene eletto sindaco Guido Fanti, una redistribuzione delle deleghe affida ad Adriana Lodi l’assessorato all’assistenza e ai servizi sociali.

Il suo ingresso in giunta non le aveva impedito di mantenere e rafforzare i suoi rapporti con le donne lavoratrici e le loro organizzazioni e nell’affrontare il problema della carenza di asili nido si pone l’obiettivo di creare a Bologna servizi comunali diversi dal modello dell’Opera Nazionale Maternità e Infanzia (OMNI), che per legge aveva la competenza sugli asili. Pensava a servizi sociali per l’infanzia di tipo nuovo, con più personale qualificato, in grado di sostenere le donne lavoratrici, ma anche di prestare attenzione al bambino e al suo sviluppo psicofisico.

A seguito della sua partecipazione nel 1968 a un convegno internazionale a Copenaghen sul ruolo dei Comuni nei confronti delle persone anziane, decide di prolungare il viaggio per visitare alcuni nidi d’infanzia a Stoccolma. Porterà a casa con sé immagini e riflessioni che si concretizzeranno in un’idea di nido come luogo educante, che mette al centro il bambino e la sua famiglia. Le madri e i padri, nella piccola comunità del nido, possono condividere l’esperienza di essere genitori, confrontarsi fra di loro e con le educatrici, per affrontare insieme le problematiche connesse alla crescita dei propri figli.

Nel 1968 in preparazione dell’apertura dei primi nidi comunali l’assessore Lodi, in accordo con l’assessore alla Pubblica Istruzione Ettore Tarozzi, promuove l’istituzione di corsi serali per dirigenti di comunità e assistenti all’infanzia, presso la scuola comunale Elisabetta Sirani, proprio per dotare i nidi di personale qualificato. Allo stesso tempo coinvolge la falegnameria comunale per costruire arredi adeguati e sicuri per i bambini che sarebbero stati poi accolti nei nidi: come ad esempio i tavoli a semicerchio che venivano usati nei servizi nordici e le seggioline a misura di bambino.

In queste azioni concrete si evidenzia la lungimiranza di un pensiero politico in grado di dar vita e sostenere il progetto di nuovi servizi educativi per la prima infanzia: la formazione del personale ancora oggi viene ritenuta un fattore determinante per garantire servizi di qualità per la prima infanzia, nei quali anche gli spazi e la loro organizzazione rivestono una grande rilevanza.

Il 9 novembre 1969 si apre il primo asilo nido comunale al quartiere Bolognina, donato alla città dall’industriale Aldo Patini e intitolato ai suoi genitori, Carolina e Giuseppe Patini, che hanno vissuto per lungo tempo nel quartiere. Il nido viene costruito su un terreno di proprietà del Comune di Bologna nella sede dell’ex circolo ricreativo dell’azienda tramviaria di via Saliceto. Nello stesso anno vengono aperti il nido intitolato alla maestra e consigliera comunale Ester Capponi in via Marco Polo nel quartiere Lame e il nido Tasso, vicino al mercato ortofrutticolo.

Nel suo ruolo di assessore, Adriana Lodi porta avanti, anche in collaborazione con altri colleghi di giunta, una vasta azione di cambiamenti nel settore dell’assistenza, contro l’istituzionalizzazione degli anziani e dei bambini affetti da problemi psichici o handicap fisici.

Insieme all’assessore Giuseppe Beltrame attua, infatti, misure alternative al ricovero per gli anziani, introducendo sussidi per le persone in difficoltà economiche e servizi per l’assistenza domiciliare.

Comincia, inoltre, il cammino verso i primi processi di integrazione dei bambini con disabilità, che venivano ospitati in diversi istituti della città. Si parte dalla nascita delle scuole speciali, che i bambini frequentano durante il giorno facendo rientro a casa la sera, per poi sostenere l’integrazione dei bambini con disabilità nelle scuole di tutti, con l’aiuto degli insegnanti di sostegno.

Traguardi di grande rilievo per la città di Bologna che sono un riferimento importante per successivi provvedimenti normativi e che hanno contribuito a rendere Bologna un’avanguardia nelle politiche per l’infanzia La costruzione della prima rete di asili nido comunali a Bologna, infatti, si realizza due anni prima dell’approvazione in parlamento della legge 1044 del 1971, che istituisce gli asili nido comunali, alla cui stesura ha partecipato in qualità di parlamentare e di cui è prima firmataria.

Adriana Lodi, che rimane assessore fino al 1969, entra in Parlamento nel luglio 1969 dove rimane per 23 anni, fino al 1992, a occuparsi di molte materie, mantenendo sempre una costante attenzione alla condizione ed ai diritti delle donne per migliorare il loro ruolo nella società italiana, anche attraverso le leggi.

Nel 1980 le viene chiesto di candidarsi nuovamente nelle elezioni amministrative di Bologna, dove viene eletta nuovamente consigliera, pur conservando gli incarichi nazionali. Rimane in consiglio comunale fino al 1985.

Con la sua preziosa opera nei confronti dei diritti delle donne e dell’infanzia, Adriana Lodi ha onorato la città di Bologna e il Sindaco, in segno di profonda stima e riconoscenza, le conferisce il Nettuno d’Oro”.

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