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Siglato dal Gruppo Hera il Patto di Utilitalia per la diversità e l’inclusione in azienda

Il Gruppo Hera ha firmato ieri a Roma il “Patto Utilitalia – La Diversità fa la Differenza”, un programma di principi e impegni concreti per favorire l’inclusione nelle attività aziendali, pienamente coerenti con l’attenzione che la multiutility dedica da sempre alla valorizzazione di ogni genere di differenza.

L’accordo – promosso da Utilitalia (la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche) presso le proprie associate, ed elaborato col supporto di Valore D e della Fondazione Belisario – sostiene politiche inclusive a tutti i livelli delle organizzazioni, misure di conciliazione dei tempi vita-lavoro, gestione del merito trasparente e neutra rispetto alle diversità di genere, età, cultura, adozione di sistemi di monitoraggio dei progressi conseguiti e politiche di sensibilizzazione interne ed esterne.

La sottoscrizione del Patto per la Diversity ha chiuso il convegno “All that we share” – L’inclusione come risorsa”, dedicato al tema della D&I con l’apporto di esperienze nazionali e internazionali, al quale è intervenuta anche la Ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti.

L’attenzione del Gruppo Hera per la Diversity e l’inclusione

Il Gruppo Hera mostra da sempre grande attenzione per le politiche di inclusione e tutela della diversità, grazie a numerosi progetti per lo sviluppo personale e professionale. Un impegno che parte da lontano, nel 2009, con la sottoscrizione della Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro. Nel 2011 è stata introdotta la figura del Diversity Manager, per favorire ulteriormente i processi di sviluppo delle politiche di inclusione e di valorizzazione delle diversità. Con queste attività, Hera contribuisce al quinto obiettivo delle Nazioni Unite per uno sviluppo sostenibile (SDG), specificamente dedicato alla parità di genere.

La multiutility continua, infatti, a puntare sullo sviluppo di percorsi di carriera interni e personalizzati, un indirizzo che ha consentito di raggiungere una percentuale di donne nei ruoli di responsabilità pari, nel 2018, al 32,3%, in aumento rispetto all’anno precedente. La quota di personale femminile al 24,7%, complessivamente in crescita, si conferma al di sopra della media nazionale del settore. A questi dati va poi aggiunta una percentuale di impiegati con disabilità che tocca il 4,5% della popolazione aziendale, delineando un rilevante sostegno all’inclusione delle persone con bisogni speciali.

Lo stesso piano di welfare aziendale, Hextra, in tante forme sostiene i dipendenti e le loro famiglie (il valore complessivo dei servizi usufruiti ha raggiunto nel 2018 i 4,2 milioni di euro), senza dimenticare i numerosi progetti che danno concretezza al management delle pluralità, come le borse di studio, le convenzioni con i centri estivi, le iniziative di conciliazione vita-lavoro e le disposizioni in materia di congedi parentali, previsti non soltanto per le mamme e i papà ma anche per chi deve assistere parenti o anziani. Due anni fa, inoltre, è stato introdotto un progetto di smart working per il miglioramento delle prestazioni aziendali, che oggi coinvolge 1.500 dipendenti del Gruppo.

Ad attestare questo impegno, anche riconoscimenti prestigiosi, come il “Diversity & Inclusion Index”, il ranking internazionale del colosso dell’informazione finanziaria Refinitiv (nuova denominazione della divisione Financial and Risk di Thomson Reuters). Su un campione composto da oltre 7.000 aziende quotate a livello globale, l’edizione 2019 dell’indice ha riconfermato Hera tra le aziende più interessanti per gli investitori che guardano alle realtà impegnate nella tutela della diversità e dell’inclusione: con un punteggio di 75 punti, la multiutility è risultata la terza azienda in Italia e la 14esima al mondo, migliorando ulteriormente la propria posizione (era 22esima nel 2018). Si è confermata inoltre prima multiutility a livello globale nella classifica.

“Per Hera – ha dichiarato Susanna Zucchelli, Direttore Generale Heratech e Diversity Manager del Gruppo Hera, che ha rappresentato la multiutility durante la giornata – le diversità rappresentano un valore. Dal punto di vista culturale e sociale innanzitutto: gli atteggiamenti inclusivi generano reazioni positive a catena, migliorando organizzazione e risultati. Ma c’è di più: la diversity possiede un valore economico tale da costituire materia di bilancio, specie per le società quotate. Sempre di più, infatti, gli investitori guardano con interesse alle realtà impegnate nella tutela delle differenze con indici che ne valutano la performance: l’inclusione genera ricchezza”.

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