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I risultati dell’indagine Confcommercio sui fenomeni criminali in provincia di Modena

Un consumatore modenese su quattro ha acquistato almeno un prodotto contraffatto; diminuisce la quota di imprenditori della nostra provincia che si sente insicura; negozi sfitti, degrado, abusivismo sono le principali problematiche del territorio; la protezione della propria impresa viene sempre più affidata a impianti di allarme e assicurazioni; rimane forte la richiesta di essere difesi dalle Forze dell’Ordine; imprese del turismo sempre più alle prese con attività abusive. E’ questo, in sintesi, il quadro messo in luce dall’indagine 2019 condotta da Confcommercio, che ha analizzato i fenomeni criminali sofferti dalle imprese del commercio, del turismo, dei servizi, dell’artigianato e dei trasporti.

IL TREND DELLA CONTRAFFAZIONE

La contraffazione sottrae alle imprese del commercio e del turismo 4,1 miliardi a livello nazionale e circa 350 milioni in Provincia, dove la percentuale di consumatori che hanno effettuato acquisti di prodotti contraffatti nell’ultimo anno, pari al 25%, è in linea con il dato del Nord Est (27,2%) e al di sotto di quello dell’Italia (30,5%). I prodotti contraffatti maggiormente acquistati, in particolare grazie al web, dai consumatori di Modena sono: abbigliamento (55%), alimentari (34%) e orologi, gioielli e occhiali (30%).

LE RAGIONI DELL’ACQUISTO ILLEGALE

Per la maggior parte dei consumatori di Modena l’acquisto di prodotti o servizi illegali è sostanzialmente legato alla difficoltà di poter disporre di denaro sufficiente (70%, in linea con il dato nazionale pari ugualmente al 70%) e perché si pensa di «fare un buon affare» (62%, simile al dato nazionale del 68%). Inferiore la percentuale dei consumatori di Modena che ritengono che acquistare prodotti illegali possa comportare dei rischi (85%) rispetto al dato nazionale (91,4%) e al Nord Est (97%).

LIVELLO DI INFORMAZIONE E IDENTIKIT DEL CONSUMATORE “ILLEGALE”

Nel territorio di Modena il 61,7% dei consumatori è informato sul rischio di sanzioni amministrative, dato lievemente inferiore sia rispetto alla media del Nord Est (63,4%) sia rispetto all’Italia (66,8%). A Modena è in prevalenza, seppur non netta, donna (55%), dai 35 anni in su, ha un livello d’istruzione medio (per il 64,5%), è soprattutto impiegato, operaio o pensionato (per il 63%).

PERCEZIONE DELLA CRIMINALITA’

Rispetto alla percezione dei fenomeni criminali – con particolare riferimento a furti, contraffazione e abusivismo, rapine e usura – il 35% degli intervistati (erano il 47% nel 2018) ritiene che i livelli di sicurezza siano peggiorati. Per il 50% del campione la sicurezza è rimasta stabile (l’anno scorso era il 47%), mentre aumenta la quota di chi ritiene che il quadro sia migliorato (15% rispetto al 6% del 2018).

IMPRESE DANNEGGIATE DALL’ILLEGALITA’

Il 64,7% degli intervistati ritiene che l’azione dell’illegalità nuoccia all’economia condizionando il libero esercizio di impresa o minando le regole di concorrenza leale: la percentuale è coerente con quella registrata a livello nazionale (66,7%) ed per il Nord Est (62,4%). Si pensi che a livello nazionale, stando all’ultima analisi dell’ufficio studi di Confcommercio, contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione costano alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi oltre 30 mld di euro di fatturato all’anno.

CRIMINI PERCEPITI IN AUMENTO

Tra i fenomeni criminali percepiti maggiormente in aumento dalle imprese del terziario di mercato di Modena: furti (29%, uguale al dato dell’Italia, ma lievemente inferiore a quello del Nord Est pari al 31%), l’abusivismo (29%, dato in linea con il 31% del Nord Est), contraffazione (25%, identico al dato del Nord Est e al di sotto di quello nazionale, il 34,8%).

LE PROBLEMATICHE DEL TERRITORIO

I problemi maggiormente vissute e percepite nell’area in cui le imprese esercitano la propria attività sono poi la presenza di negozi e locali sfitti (54%), di edifici abbandonati e di aree degradate (47%), fenomeni di abusivismo commerciale (41%). In calo la percentuale di chi indica spaccio/prostituzione (25%) e accattonaggio (13%). Da notare comunque come il 75% del campione dichiari la presenza di almeno uno dei problemi evidenziati.

LE INIZIATIVE PIU’ EFFICACI PER GARANTIRE SICUREZZA

A conferma della fiducia del mondo delle imprese nei confronti delle Forze dell’Ordine, è forte la richiesta di protezione sul territorio da parte dei tutori di Polizia, Carabinieri e Polizia Locale, indicata dal 67% degli intervistati l’iniziativa più efficace per contrastare la criminalità. La certezza della pena rimane sul gradino più alto delle misure considerate il più importante argine alla criminalità (83%). In misura nettamente inferiore è la quota di intervistati che vorrebbe maggiore presenza sul territorio da parte del Poliziotto e/o del Carabinieri di quartiere (27%) e più collaborazione con i diversi Corpi (18%). Aumenta la percentuale di chi ritiene utili i gruppi whatsapp e dei gruppi di vicinato (15%).

LE AZIONI A PROTEZIONE DELLA PROPRIA IMPRESA

Per proteggere la propria impresa dalla criminalità l’82% del campione sostiene di aver adottato almeno una misura tra quelle proposte: il 53% degli intervistati afferma di aver adottato un impianto d’allarme o di videosorveglianza, il 40% è assicurato, un quarto degli intervistati ha un servizio di vigilanza privata, il 13% si è dotato di vetrina corazzata, il 20% chiede aiuto/consigli alle Associazioni di categoria, il 32% ricorre alla denuncia. Sul tema degli impianti di videosorveglianza va rimarcata l’importanza di installare strumentazione previste in un protocollo di intesa siglato da Confcommercio con il Ministero dell’Interno e collegate con la centrale operativa delle Forze dell’Ordine, utili ad agevolare lo svolgimento di attività investigativa.

ABUSIVISMO: UNA VERA PIAGA

L’abusivismo continua ad essere una vera e propria piaga, che colpisce in particolare il mondo della ristorazione, il comparto dei locali notturni, il settore della ricettività e quello dell’organizzazione dell’accoglienza turistica, oltre al settore immobiliare ed a quello dei generi dei Monopoli di Stato. Basti pensare al fenomeno dei ristoranti in falsi agriturismo, dei bar-ristoranti in circoli culturali, dei bar-ristoranti in circoli sportivi-ricreativi e delle finte sagre. O ai locali notturni mascherati da circoli e associazioni che fanno concorrenza sleale alle discoteche senza ottemperare alle norme di legge previste. O, ancora, ai fenomeni dell’esercizio abusivo di attività di mediazione immobiliare e della vendita di sigarette senza autorizzazione.

ALBERGHI “PARALLELI”

Sempre più florido il mercato degli affitti turistici, case private messe in vendita attraverso il web come fossero camere di albergo. La stima prudenziale, per la nostra provincia, parla di quasi 3mila posti letto. Una zona grigia, che ora sfugge regole basilari in materia di fisco, previdenza, lavoro, igiene e sicurezza. Ma che, attraverso l’adozione del codice identificativo, potrebbe almeno in parte far emergere la distinzione tra chi fa impresa e chi invece offre privatamente il proprio alloggio.

STRINGERE SEMPRE PIU’ LE MAGLIE DEI CONTROLLI

«Con la giornata Legalità, ci piace», commenta Confcommercio, «vogliamo rimettere al centro un valore imprescindibile, come la legalità. Che va difesa contro vecchi e nuovi fenomeni criminali, che minacciano troppe imprese: la richiesta forte alle Forze dell’Ordine tutte è che non si abbassi la guardia e le maglie dei controlli siano sempre più strette, anche utilizzando le opportunità di contrasto del crimine offerti da web e strumenti informatici».

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