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9 gennaio, 70° anniversario eccidio Fonderie Riunite Modena

Per il 70° anniversario dell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena il 9 gennaio 1950, i sindacati Cgil Cisl Uil promuovono quest’anno iniziative di commemorazione oltre all’ormai tradizionale minuto di silenzio davanti al cippo dei caduti in zona Crocetta. In particolare, grazie alla collaborazione di numerosi attivisti dei sindacati pensionati, è stata realizzata la mostra  “9 Gennaio 1950 – 9 Gennaio 2020. La memoria della città” allestita presso AGO Modena Fabbriche culturali, e la sera si terrà un concerto straordinario presso la Chiesa di Sant’Agostino.

 

Il programma prevede dunque con ordine le seguenti iniziative.

La tradizionale commemorazione di Cgil Cisl Uil giovedì 9 gennaio 2020 del 70° anniversario dell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, dove settanta anni fa, il 9 gennaio 1950, la polizia uccise 6 operai durante la manifestazione per la riapertura della fabbrica.

L’appuntamento è alle ore 9 presso il cippo ai caduti delle ex Fonderie in zona Crocetta (cavalca ferrovia via C.Menotti/via Santa Caterina).

I segretari di Cgil Cisl Uil Manuela Gozzi, William Ballotta e Luigi Tollari, unitamente alle Autorità cittadine, deporranno corone di alloro in memoria dei 6 operai – Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Roberto Rovatti – che morirono sotto i colpi della polizia durante lo sciopero generale proclamato dalla Camera confederale del Lavoro per chiedere la riapertura della fabbrica, contro la serrata e i licenziamenti massicci decisi dalla direzione delle Fonderie.

I fatti del 9 gennaio 1950 per la loro drammaticità segnano il culmine di un clima conflittuale nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro in provincia di Modena e in tutto il paese nel primo decennio del dopoguerra.

L’eccidio dei 6 lavoratori e il ferimento di altri 200 (molti dei quali per paura di essere fermati non si presentarono agli ospedali) segna la sproporzione tra la brutale repressione e la richiesta di libertà e democrazia avanzata a gran voce dalle lavoratrici e dai lavoratori modenesi.

Anche con il sacrificio di quelle vite umane e con quella dura stagione di lotte per i diritti, si avviò il difficile cammino della costruzione della democrazia industriale e del civile convivere democratico nella nostra provincia.

Alle ore 18 presso AGO Modena Fabbriche Culturali (Largo Porta Sant’Agostino, 228 e via Berengario 20) verrà inaugurata la mostra fotografica  “9 Gennaio 1950- 9 Gennaio 2020: la memoria della città” che rimarrà aperta per i due mesi successivi, dal 9 gennaio all’8 marzo 2020 (orari apertura: mercoledì, giovedì, venerdì ore 15-18; sabato e domenica ore 10-13 e 15-18).
La mostra  è stata possibile grazie all’iniziativa dei sindacati pensionati di Cgil Cisl Uil che, attraverso il lavoro di un gruppo di attivisti sindacali,  hanno raccolto decine e decine di immagini, documenti, articoli di giornali d’epoca, video tra cui il film girato da Carlo Lizzani in occasione dei funerali, un importante docu-video con interviste, tra gli altri, anche ai congiunti dei caduti di Antonella Battilani ed il più recente documentario di Marco Amendola “1950 I ragazzi delle Fonderie”.

L’allestimento della mostra ripercorre attraverso un nutrito e per buona parte inedito apparato fotografico e documentale i giorni immediatamente precedenti il 9 gennaio 1950, la mattina del 9 gennaio, i funerali, la manifestazione in occasione del trigesimo dell’eccidio, le commemorazioni degli anni successivi.

La sera di giovedì 9 gennaio è previsto un concerto straordinario alle ore 20.30  presso la Chiesa di Sant’Agostino (piazza S.Agostino, 6) dove l’Orchestra da Camera Momus suonerà lo “Stabat Mater”, di Luigi Boccherini, direttore Stefano Seghedoni, Soprano Cristina Park e Letture dell’attrice Franca Lovino.

L’ingresso alla mostra e al concerto sono gratuiti. Info: Reception AGO 059.6138098.

Le iniziative del 70° del 9 gennaio 1950 si avvalgono della collaborazione con  il Comune di Modena, la Regione Emilia Romagna, AGO Modena Fabbriche Culturali e il contributo dell’Istituto Storico di Modena.

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