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Modena, violenza sulle donne: “proseguire le iniziative di prevenzione”

La lettura dei nomi delle donne vittime di femminicidio nel 2019 da parte del presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi, seguita da un minuto di silenzio ha preceduto la discussione, nella seduta di giovedì 16 gennaio, di due ordini del giorno per ricordare il ventennale della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: uno, approvato, presentato da Irene Guadagnini (Pd) e uno, respinto, da Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia).

Proseguire le iniziative di prevenzione della violenza contro le donne, sia promuovendo nei loro confronti un clima di rispetto e di valorizzazione sia potenziando la fase di contrasto e di aiuto a chi ha subito una violenza di genere, come già indicato negli indirizzi di governo del Comune di Modena approvati a inizio legislatura. È questo l’invito contenuto nell’ordine del giorno presentato da Guadagnini e sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza (Pd, Verdi, Modena solidale e Sinistra per Modena) e approvato dal Consiglio comunale con il voto a favore anche del Movimento 5 stelle mentre Lega Modena, Forza Italia e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia si sono astenuti. Dopo aver ribadito la condanna per gli atti vandalici contro la panchina rossa del parco Amendola avvenuti in novembre, il documento invita a proseguire nel progetto “Panchine rosse”, simbolo di un percorso di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, individuando nuovi luoghi in città in cui collocare altre panchine e altre postazioni di book crossing. L’ordine del giorno propone, infine, di dedicare al tema una seduta della Commissione consiliare Servizi, in accordo con l’assessorato alle Pari opportunità e con la partecipazione di enti e associazioni impegnati a prevenire e contrastare la violenza di genere.

Nella stessa seduta, l’assemblea consiliare ha, invece, respinto l’ordine del giorno sullo stesso tema presentato da Elisa Rossini, capogruppo di Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia (a favore anche Lega Modena, Forza Italia e M5s; contrari Pd, Verdi, Sinistra per Modena) che invitava a fare il punto su come viene trattato il problema e a verificare che le iniziative per la promozione di un clima di rispetto e valorizzazione delle donne poste in essere finora dall’Amministrazione “non comportino contemporanea e generalizzata denigrazione della figura maschile”, oltre a coinvolgere nelle attività programmate in occasione della giornata contro la violenza sulle donne anche le associazioni familiari e a sostegno della famiglia oltre a quelle che sostengono i padri in difficoltà. Anche l’ordine del giorno di Rossini invitava infine a proseguire nel progetto “Panchine rosse” e a promuovere una seduta della commissione consiliare Servizi dedicata al tema della violenza. Su questo ordine del giorno Luigia Santoro (Lega Modena) aveva presentato quattro emendamenti, tre alle premesse e uno al dispositivo con la richiesta di monitorare il fenomeno della violenza e di invitare in commissione anche esperti di ambito giudiziario. Gli emendamenti sono stati tutti respinti.

Nelle premesse della mozione di maggioranza, la consigliera Guadagnini ha sottolineato che “la strada per scardinare la diffusa mentalità che vede nelle donne una proprietà, un oggetto, è ancora lunghissima”. In Emilia Romagna aumentano le donne che denunciano le violenze e quelle ospitate, insieme ai loro bambini, nelle case rifugio. “Bisogna, quindi, potenziare i sistemi di protezione delle donne maltrattate ma anche continuare a finanziare i progetti di educazione alla parità di genere e al contrasto alla discriminazione sessuale”.

Nel suo ordine del giorno, Elisa Rossini, riportando uno studio di una psicologa inglese, ha messo in evidenza che in Gran Bretagna si sta riflettendo sul rischio che “indicare gli uomini come sempre sessisti e violenti può minarne l’autostima” e che, di conseguenza, alcuni “possano sentirsi giustificati a comportarsi male, visto che la società ha già un’opinione negativa su di loro”.

IL DIBATTITO

Aprendo la discussione sui due ordini del giorno presentati, Antonio Baldini (Lega Modena) ha giudicato “in parte condivisibile” ma “ristretta” la visione espressa da quello della maggioranza su un problema “che viene invece affrontato in modo più ampio dal documento di Elisa Rossini”. Il capogruppo della Lega ha, quindi, sottolineato l’operato del precedente governo che, con l’approvazione del Codice rosso, “ha cercato di porre rimedio alla lentezza delle procedure e alla sottovalutazione delle denunce”.

Per Federico Trianni (Sinistra per Modena), invece, la tesi dell’ordine del giorno di Rossini fornisce una giustificazione a quella parte di universo maschile che, sentendosi inadeguato davanti all’autonomia delle donne, rischia di ricorrere alla violenza, mentre la priorità dovrebbe essere “sostenere la diffusione di una cultura della parità di genere”. Vincenzo Walter Stella ha ricordato che la violenza di genere va combattuta ogni giorno, perché gli episodi che accadono sono “molti di più di quelli che conosciamo”, e che alcune misure, come quelle contro lo stalking sono poco incisive mentre sarebbero necessari provvedimenti “più adeguati e tutelanti”.

Dopo aver sottolineato che in Italia “la parità non è stata raggiunta in nessun campo”, Ilaria Franchini (Pd) si è concentrata sulla cultura e sull’educazione come “strumenti principali per combattere la violenza di genere che proprio nella cultura ha radici profonde”. Anche per Lucia Connola educazione e cultura sono gli strumenti principali per combattere una violenza che spesso “insieme alla donne colpisce i bambini e che si trasmette da una generazione all’altra in una spirale che bisogna interrompere anche attraverso il potenziamento strategico dei servizi educativi”. Mara Bergonzoni si è soffermata sull’importanza delle panchine rosse, augurandosi anche che siano meglio illuminate per non subire nuovi atti vandalici. Ferdinando Tripi ha ricordato i circa ottocento casi di violenza di genere arrivati ai pronto soccorso di Modena nel 2018, “probabilmente solo alla fine di un lungo percorso di violenza subita”. Fondamentale, quindi, per il consigliere agire sull’educazione coinvolgendo anche le comunità straniere.

D’accordo sull’importanza di un’azione culturale, Enrica Manenti (M5s) ha dichiarato il voto a favore per entrambi gli ordini del giorno, “che nei dispositivi non presentano differenze sostanziali e che sono entrambi importanti e utili per rimarcare l’enorme e tragico fenomeno della violenza contro le donne”.

Per i Verdi, Paola Aime ha affermato che i colpevoli di femminicidio “raramente sono puniti adeguatamente. Anzi, a volte le pene hanno una durata risibile”. La consigliera ha quindi motivato il voto contrario all’ordine del giorno di Rossini che, parlando di una figura maschile non abbastanza valorizzata in famiglia “confonde solo i piani”.

Il dibattito è stato concluso dalle due proponenti gli ordini del giorno. Per Elisa Rossini la domanda centrale da porsi davanti a un problema grave come la violenza è “se lo stiamo affrontando nel modo giusto. E, visto che i numeri sono in crescita, forse la risposta è no”. Per la consigliera, le azioni attuate “mettono in contrapposizione l’uomo e la donna che invece per noi sono complementari: il problema si risolve se recuperiamo l’unità tra uomo, donna e famiglia. Tenere fuori da questa battaglia le associazioni familiari e quelle a sostegno dei padri è ideologico e dannoso”.

Irene Guadagnini ha ribadito che nelle azioni per combattere la violenza sulle donne messe in campo dai diversi enti “non c’è alcuna contrapposizione o denigrazione della figura maschile: al contrario, da anni gli uomini sono coinvolti nelle attività e Modena è la prima città in Italia ad aver aperto un centro per il recupero degli uomini maltrattanti”. La consigliera ha quindi affermato che ci vorrà ancora molto tempo per eliminare la violenza sulle donne, ma questo “non significa che quanto fatto finora non abbia funzionato, significa che bisogna fare di più”.

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