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Coronavirus, da Modena a rischio esportazioni per l’1,5% del valore aggiunto provinciale

L’Emilia-Romagna è la regione italiana con il maggiore grado di esposizione sul mercato cinese, con esportazioni manifatturiere che valgono nel 2019 l’1,4% del valore aggiunto regionale, contro una media nazionale dello 0,8%. L’Emilia-Romagna è in vetta davanti a Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Lombardia.

In questo contesto Modena è tra le province più esposte a livello nazionale, con esportazioni che valgono (sempre a fine 2019) l’1,5% del valore aggiunto provinciale. In questa classifica la nostra provincia si pone al tredicesimo posto in Italia e al quinto in regione, dietro Piacenza, Parma, Reggio Emilia e Bologna che hanno, Piacenza a parte, una differenza minima nei confronti di Modena. Lo rivela una ricerca dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha analizzato i dati a fine 2019, prima dell’avvento del virus che sta bloccando anche il nostro Paese.

“E’ evidente che i danni economici del corona virus nei confronti del nostro tessuto produttivo sarà pesantissimo – spiega il Presidente Lapam Confartigianato, Gilberto Luppi -. Il nostro territorio esporta in modo molto accentuato verso la Cina e dalla Cina importa materie prime e altri prodotti. Il crollo delle esportazioni e più in generale degli scambi commerciali con il colosso asiatico rischia di fare malissimo a tante imprese di diverse dimensioni. Naturalmente, oltre alle grandi imprese, saranno fortemente penalizzate anche le piccole imprese della subfornitura. Questo virus, oltre naturalmente ai danni per la salute che sono sempre i primi da considerare e monitorare, creerà problemi enormi per l’economia modenese”.

Nel 2019 l’Italia ha esportato in Cina 12.993 milioni di euro (quindi poco meno di 13 miliardi di euro) e importa per poco meno di 32 miliardi di euro. All’interno della distribuzione settoriale del made in Italy dominano macchinari (29,7%) e moda (18,2% la somma di tessile, abbigliamento e pelle). L’export nei settori di micro e piccola impresa, ovvero food, moda, prodotti in metallo, legno e mobili, gioielleria e occhialeria, è pari al 29,8% del totale, per un valore di 3.875 milioni di euro. Le stime preliminari sul trend del 2019 recentemente pubblicate dall’Istat indicano che lo scorso anno l’export verso la Cina è sceso dell’1% a fronte di un aumento del 3,8% delle esportazioni nei paesi extra Ue. Migliore il trend dell’export dei settori di micro e piccola impresa che nei primi dieci mesi del 2019 sale del 3,3%.

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