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Fp Cgil Modena, educatrici ed educatori appoggio scolastico: in vista dell’estate grandi incertezze sulle possibilita di lavoro

La sospensione dell’attività didattica di ogni ordine e grado scolastico per l’emergenza Covid-19, sta aprendo un dibattito articolato sulle ricadute, sia su alunni e bambini, sia sui lavoratori. Ha trovato poco spazio, fino ad ora, nel dibattito pubblico e nei confronti istituzionali la condizione delle educatrici e gli educatori dell’appoggio scolastico (i cosiddetti Pea). Il sindacato FP Cgil di Modena sostiene che per questi lavoratori e lavoratrici si prefigurano per l’estate forti incertezze di lavoro.

“Sono circa 1.000 le lavoratrici e i lavoratori impiegati nella Provincia di Modena – afferma Chiara Malagola della FP Cgil – In Regione sono circa 10.000. Dal 24 di febbraio questi lavoratori sono coperti da ammortizzatore sociale tramite il FIS (Fondo di Integrazione Salariale)”.
Sono figure professionali impiegate negli appalti affidati alle cooperative sociali. In provincia di Modena le aziende con numero cospicuo di personale sono Domus Assistenza, Gulliver e la cooperativa bolognese Dolce. Tra un mese, con il termine della scuola, questi lavoratori rischiano di non avere più ammortizzatori sociali e di non avere più una prospettiva di lavoro.
“L’80% dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti ha contratti part time verticali o misti che vedevano la sospensione nel mese di giugno, o luglio per l’infanzia, fino alla ripresa a metà settembre dell’anno scolastico – continua Chiara Malagola – Ancora più drammatica è la situazione di chi ha contratti individuali di lavoro a 12 ore settimanali. Lavoratori che nel corso dell’anno scolastico avevano la speranza e la possibilità di un’integrazione delle ore settimanali, ma che con la chiusura delle scuole hanno visto ridimensionata questa eventualità. Pertanto ci saranno educatori che chiuderanno l’anno scolastico con un contratto a 12 ore, che avranno avuto l’80% della retribuzione in FIS, non avranno copertura retributiva in estate, e a settembre avranno delle incognite sulla loro condizione contrattuale. È evidente che la crisi sanitaria sta esasperando una situazione già fortemente precaria”.
A preoccupare la FP Cgil è che l’emergenza sanitaria, modificando anche la consueta programmazione dell’attività estiva, rischia di rappresentare una cesura netta della prosecuzione del lavoro e della retribuzione per gli educatori e per le educatrici.
“Sono lavoratori – aggiunge la sindacalista – già normalmente interessati da basse retribuzioni, spesso con contratti a tempo parziale non per loro scelta, sui quali da due mesi e mezzo grava una riduzione retributiva per via dell’apertura dell’ammortizzatore. La sospensione estiva, già normalmente un problema per loro, quest’anno sarà una condizione ancora peggiore per l’incertezza sulle opportunità di lavoro e conseguentemente sul reddito”.
Per il sindacato, al problema contrattuale e retributivo, si aggiunge il rischio della dispersione di professionalità, costruite con la formazione e con l’esperienza, mai coerentemente riconosciute, ma che ora non possono essere lasciate nel dimenticatoio dalle istituzioni.
“Non possiamo attendere il 7 giugno, il termine delle scuole, per accorgerci di questo problema – conclude la sindacalista – Riteniamo che questi lavoratori non debbano essere lasciati soli, che non debba essere disperso un patrimonio professionale prezioso e contemporaneamente bisogna tutelare le famiglie e, come sempre, le donne, spesso baluardo forzato della cura familiare”.
Per la FP Cgil è, pertanto, indispensabile attivare dei confronti con le istituzioni e con le aziende per affrontare la tematica, e annuncia una campagna di assemblee con le educatrici e gli educatori per discutere la piattaforma da presentare alle istituzioni, senza dimenticare la garanzia della sicurezza per la ripartenza a settembre.

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