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Le storiche osterie di Vignola e dei comuni limitrofi raccontate da Pierluigi Albertini

Si intitola “Oste della malora” l’ultima fatica letteraria – il libro è uscito proprio in questi giorni – del prof. Pierluigi “Gigi” Albertini, grande cultore di storia locale. In questo volume, edito dal gruppo di documentazione “Mezaluna – Mario Menabue” e patrocinato da Slow Food Valle del Panaro, Albertini racconta delle storiche osterie di Vignola, alcune delle quali sono tuttora aperte, e dei tanti aneddoti che sono nati sui tavoli (e non solo) di questi locali.

“Questo volume nasce da un lavoro durato quasi cinque anni – racconta l’autore – e l’idea mi è stata suggerita da Luigi Barozzi di Spilamberto, che aveva fatto un volume sull’osteria di famiglia. Mi sono quindi messo a fare ricerche e ho trovato tantissime curiosità su questi locali che, in qualche modo, hanno fatto la storia. Non dimentichiamo, infatti, che per tanti anni le osterie hanno assolto anche alla funzione di “centri sociali”, di luoghi in cui si andava anche a giocare a bocce, di spazi destinati allo svago in genere. Sono una trentina i locali che passo in rassegna, e per Vignola ho raccolto alcune testimonianze di osterie del Cinquecento, ma ho naturalmente parlato anche della Trattoria La Bolognese (“icona del sapore”), dell’Osteria della Luna, dell’Osteria del Portello che era in fondo a via Barozzi ed era una vera e propria osteria, in quanto servivano soltanto vino. Ho scritto anche di quando Dario Fo, già premio Nobel, venne a Vignola con suo moglie Franca Rame al “Moretto”. Non ho dimenticato, tra le altre, anche l’osteria cosiddetta “del Montanaro”, che era in via Belloi, nel centro storico di Vignola, dove oggi c’è una libreria”.

Ancora, nel volume di Albertini si parla della “chiacchierato” Albergo Cacciatore o Cacciatori, a seconda dei documenti, dove si mormorava di una certa licenziosità, e della storica Locanda dei Tre Mori, a pochi passi dal castello. Ma ci sono anche l’Osteria del Botteghino, del Vaporino, del Gigante e si racconta di quando tra i piatti tipici c’erano le frittelle di baccalà, le rane fritte e il pesce gatto. Non si dimenticano nemmeno le pizzerie e i più moderni “pub”.

I ringraziamenti dell’autore vanno a Maria Grazia Ceré per la composizione, a Enzo Venturelli per le elaborazioni grafiche, ad Annamaria Albertini per i disegni, a Giampaolo Grandi per la supervisione editoriale, a Carlo Muratori e Giancarlo Govoni per l’attenzione verso questa ricerca, ad Angelica e Margherita dell’archivio storico del Comune di Vignola per il supporto nelle ricerche, a tutti coloro che hanno fornito materiale iconografico e suggerimenti.

Il volume è disponibile presso la sede del gruppo di documentazione vignolese “Mezaluna – Mario Menabue”.

 

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