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Covid-19: Modena approva il ‘Piano della Mobilità emergenziale’ 2020

Entro ottobre saranno realizzati nuovi percorsi ciclopedonali nelle vie Nonantolana, Tagliazucchi-Grimelli, Morane, Buon Pastore, Marconi-Luosi, Emilia ovest nei comparti industriali nord e sud. E saranno predisposti 19 chilometri di nuove zone 30 nelle aree Torrenova (completamento), Gramsci, Sacca Ovest, De’ Gavasseti, Cannizzaro, Corni-Cattaneo, Luosi-Marconi, Brescia e Forlì-Faenza. Verranno inoltre distribuiti incentivi economici per gli spostamenti sostenibili e per l’acquisto e il noleggio con uso condiviso di mezzi green.

Sono alcuni degli interventi proposti dal Piano mobilità di emergenza 2020 che è stato approvato questa mattina, venerdì 10 luglio, dalla Giunta comunale di Modena. Questi interventi verranno realizzati tra settembre e ottobre, come anticipazione dei contenuti del Pums 2030, il Piano urbano della mobilità sostenibile del Comune di Modena che nelle prossime settimane sarà sottoposto all’approvazione definitiva in Consiglio comunale. Altre soluzioni, inoltre, sono allo studio e verranno sviluppate attraverso un confronto con la città per essere attuate nei mesi immediatamente successivi.

Il Piano mobilità di emergenza ha come obiettivo incentivare modalità di trasporto alternative all’auto sulle brevi e medie distanze nella fase post emergenza Covid-19, in cui quote di domanda si potrebbero spostare dai mezzi di trasporto pubblico a modalità individuali di trasporto.

“Il Piano della Mobilità emergenziale 2020 – afferma l’assessora alla Mobilità sostenibile Alessandra Filippi – rappresenta una ‘scatola degli attrezzi’ per affrontare la situazione post emergenza Covid-19 in termini di mobilità. Un contenitore in cui vengono individuate risorse e proposte di intervento, che rimane però aperto al confronto pubblico, adattabile e ampliabile in base all’evolversi della situazione e delle necessità. Le misure legate all’emergenza sanitaria, pur nella drammaticità della situazione – prosegue – ci offrono la possibilità di anticipare diverse azioni di ridefinizione dello spazio pubblico a favore della mobilità dolce e collettiva previste nel Pums. Il Piano per la mobilità sostenibile, infatti, è già uno strumento-guida in grado di rispondere alle esigenze di spazio, spostamento e confronto richieste dall’emergenza sanitaria in corso. La consapevolezza della necessità di intervenire con urgenza sulla mobilità urbana – aggiunge – ha contribuito a mettere in campo revisioni normative, risorse finanziarie aggiuntive su incentivi, interventi infrastrutturali e trasporto pubblico, e azioni di implementazione della cultura del mobility management”.

Il Piano consta di due tipi di interventi: quelli a sostegno della mobilità emergenziale e quelli relativi alla rete infrastrutturale di mobilità emergenziale. Tra i primi rientrano, in particolare, incentivi economici per gli spostamenti sistematici con modalità sostenibili, quali l’acquisto di mezzi, incentivi chilometrici, incentivi per sharing e azioni di sviluppo del mobility management per le aziende del territorio verso la stabilizzazione di quote rilevanti di lavoro in modalità agile (smart working) al fine di ridurre significativamente la domanda di trasporto delle persone negli spostamenti sistematici casa-lavoro.

Gli interventi relativi alla rete infrastrutturale di mobilità di emergenza si traducono, invece, in collegamenti ciclabili d’emergenza, con l’obiettivo di operare riconnessioni funzionali casa-lavoro, casa-scuola, poli industriali e altri attrattori; di realizzare zone 30 per calmierare la velocità veicolare e pedonalizzazioni di breve periodo previste dal Pums 2030.

A supporto del Piano è previsto un finanziamento per interventi post emergenza Covid-19 dalla Regione Emilia Romagna, che con il progetto ‘Bike to work’ per la III fase del Covid-19 assegna a Modena quasi 200 mila euro, da utilizzare per metà in incentivi e per metà in interventi infrastrutturali. Dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, inoltre, arriveranno 911 mila euro tra il 2020 e il 2021 per la progettazione e realizzazione di ciclovie urbane, ciclostazioni e altri interventi per la sicurezza della circolazione ciclistica cittadina, di cui una parte potrà essere utilizzata per la rete di mobilità di emergenza. Lo stesso Comune di Modena ha previsto, inoltre, un cofinanziamento per gli interventi del progetto regionale, oltre a finanziamenti per il progetto in collaborazione con aMo “Vado a scuola in autonomia” e contributi per opere di manutenzione e segnaletica stradale nelle piste ciclabili, per la risoluzione di punti critici e per l’implementazione delle zone 30.

 

NUOVI TRATTI CICLABILI E ZONE 30

Per riconnettere rapidamente pezzi di città, i nuovi percorsi ciclopedonali proposti dal Piano mobilità di emergenza 2020 saranno ricavati in gran parte sulle carreggiate stradali, anche grazie alle novità introdotte nel Codice della strada dal decreto Rilancio del Governo.

Le nuove soluzioni rese possibili attraverso tali modifiche sono, in particolare, la realizzazione di corsie ciclabili tratteggiate bianche su entrambi i lati della carreggiata, ad uso promiscuo e condiviso tra auto e biciclette, e le “case avanzate” agli incroci semaforici sulle strade urbane con velocità massima consentita fino a 50 chilometri orari, che prevede la realizzazione della linea di arresto per le biciclette in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli. Altre tipologie di interventi che potranno essere realizzate sono le piste ciclabili monodirezionali su corsia riservata ai ciclisti, anche se in continuità con la carreggiata, piste ciclabili in sede propria bidirezionale o monodirezionale, itinerari ciclopedonali F-bis, cioè strade destinate prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile, e corsie preferenziali per bus e bici in promiscuo.

Su via Nonantolana, in particolare, è allo studio la realizzazione di un percorso ciclabile tra la rotatoria Rabin e il percorso ciclabile già presente che arriva subito fuori città. L’intervento sarà condiviso con Provincia di Modena e Comune di Nonantola con i quali è in corso un tavolo di confronto. In quel tratto, le ipotesi previste alternative vedono la realizzazione di una corsia ciclabile tratteggiata bianca promiscua su ciascun lato della carreggiata o di una pista ciclabile in sede propria bidirezionale. Nelle vie Tagliazucchi-Grimelli la soluzione in corso di valutazione vede da un lato, dove attualmente è presente la corsia riservata ai bus, la realizzazione di una corsia monodirezionale preferenziale per bus e bici in promiscuo e dall’altro la realizzazione di una corsia ciclabile tratteggiata bianca promiscua. In via Morane il piano individua una soluzione che, a seconda del tratto e dell’ampiezza della sezione stradale, privilegia corsie riservate ai ciclisti su entrambi i lati rispetto a corsie ciclabili tratteggiate bianche promiscue, previste invece laddove lo spazio non è sufficiente. L’intervento potrà riguardare l’intero asse viario o parte dello stesso, anche in vista dei futuri assetti previsti dal Pums di prossima approvazione. All’incrocio semaforizzato di strada Morane con via Pavia e via Pallanza potrebbe inoltre essere realizzata una casa avanzata per ciclisti, cioè uno spazio per ciclisti avanzato rispetto alle auto. In viale Buon Pastore l’intervento di mobilità emergenziale ipotizza la trasformazione in corsia monodirezionale della ciclabile in sede propria esistente e la realizzazione di una corsia ciclabile tratteggiata bianca promiscua in direzione periferia. Nelle vie Marconi-Luosi la nuova soluzione prevede la trasformazione a senso unico del percorso esistente e la realizzazione di una corsia ciclabile tratteggiata bianca promiscua sull’altro lato della carreggiata. L’ipotesi per via Emilia ovest, nel tratto più vicino al centro, prevede all’altezza di largo Porta Sant’Agostino, la trasformazione in corsia monodirezionale della pista esistente e la realizzazione di un nuovo tratto di ciclabile monodirezionale su corsia riservata in carreggiata in uscita dal centro, così come nel tratto immediatamente successivo. All’altezza del Parco Ferrari la sezione stradale è tale da poter ricavare, in caso di necessità, nuove piste ciclabili monodirezionali su corsia riservata su entrambi i lati, lasciando il percorso che costeggia il parco a un uso promiscuo pedoni-ciclisti. Il percorso emergenziale delineato per l’asse di via Emilia ovest prosegue nelle vie Piazza e Rinaldi, con soluzioni differenti a seconda della sezione stradale, per poi ricongiungersi al tratto esistente in via Fiorenzi e all’asse della Diagonale i cui lavori sono partiti in questi giorni. In via D’Avia l’ipotesi è di un percorso ciclabile bidirezionale separato dalla sede stradale che riporta su via Emilia ovest, dove due corsie ciclabili monodirezionali su corsia riservata in carreggiata si ricongiungono ai percorsi già esistenti oltre via Pasolini. Ulteriori interventi di ricucitura nella zona industriale sono previsti nelle vie Cavani-Marotta, Toscanelli e Labriola con la previsione di corsie monodirezionali tratteggiate bianche promiscue su entrambi i lati delle carreggiate stradali.

Per ciò che riguarda le zone 30, il Piano di mobilità di emergenza prevede l’anticipo del 60 per cento delle aree con velocità massima consentita pari a 30 chilometri orari di breve periodo previste dal Pums, con la realizzazione di 19 chilometri di nuove zone 30. Si tratta delle aree Torrenova (completamento), Gramsci, Sacca Ovest, De’ Gavasseti, Cannizzaro, Corni-Cattaneo, Luosi-Marconi, Brescia e Forlì-Faenza.

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