Adolescenti disabili, dal Comune di Bologna arrivano contributi per la frequenza di opportunità estive



    Anche quest’anno il Comune di Bologna offre alle famiglie contributi per sostenere l’accesso alla frequenza di opportunità estive per gli adolescenti con disabilità di età compresa tra i 14 e i 19 anni. Ogni adolescente infatti potrà beneficiare di un contributo settimanale di 370 euro (per ISEE fino a 28 mila euro) o 280 (per ISEE superiori a 28 mila euro), per frequentare una risorsa, scelta dalla famiglia,  dedicata all’accoglienza di ragazzi con disabilità durante l’estate fino ad un massimo di tre settimane. La decisione è stata presa dalla Giunta comunale con l’approvazione di una delibera proposta dell’assessora alla Scuola Susanna Zaccaria e dall’assessore con delega all’Accessibilità, Marco Lombardo.

    In città attualmente esistono diverse realtà che organizzano centri estivi presso cui potrà essere utilizzato il contributo. Tra i primi, già attivi la Cooperativa Quadrifoglio alla scuola Manfredi-Tanari e la Cooperativa CSAPA al centro diurno Casa Gialla di via Cracovia e Aias Bologna Onlus. Le informazioni sui gestori e il dettaglio dell’offerta sono reperibili nella pagina dedicata di Iperbole.

    Il contributo definito per quest’estate è superiore a quello dello scorso anno che è stato il primo in cui si è sperimentata questa misura, le famiglie con ISEE fino a 28 mila euro potevano ottenere un massimo di 900 euro (300 euro per tre settimane), mentre ora si può arrivare fino a 1.110 euro. Lo stesso per le famiglie con ISEE superiore a 28 mila euro per cui lo  scorso anno il contributo massimo era di 630 euro (210 euro a settimana), mentre quest’anno è di 840 euro.

    Nella delibera si definiscono inoltre i requisiti che gli adolescenti devono avere per accedere alle opportunità estive: alunni con disabilità e non autosufficienti, alunni frequentanti ancora un percorso scolastico e alunni residenti nel Comune di Bologna. L’attivazione delle opportunità estive per ogni adolescente deve inoltre essere valutata congiuntamente dal responsabile del servizio educativo scolastico territoriale del Quartiere e dal gestore del centro.

    La delibera definisce anche le modalità con cui il Quartiere riconoscerà i contributi. La famiglia individua l’iniziativa estiva sul territorio presso il gestore selezionato, procede all’iscrizione e, contestualmente, richiede il contributo delegando il gestore all’incasso, per ricevere direttamente lo sconto sulla tariffa. Sarà il gestore a inviare poi la documentazione al Quartiere di residenza, che confermerà l’ammontare del contributo erogabile. Il Quartiere verificherà inoltre se i bisogni del ragazzo richiedano l’implementazione della dotazione degli educatori, attraverso il servizio di inclusione scolastica, affinché parte dell’intervento sia svolto in modo individuale e in continuità con l’intervento erogato durante l’anno scolastico.

    Il contributo è riconosciuto a fronte di una offerta settimanale pari ad almeno 5 ore al giorno per 5 giorni, agli utenti che abbiano frequentato almeno un giorno. Nel caso di richieste superiori alle risorse disponibili verrà formata una graduatoria ordinata in modo crescente rispetto al valore ISEE.

    “Le opportunità estive per bambini da 3 a 14 anni messe in campo in questa particolare estate sono davvero molte, accessibili anche a bambini e ragazzi con disabilità, ma per la fascia delle scuole secondarie non esiste un’offerta analoga, anche in conseguenza del fatto che i ragazzi di quella fascia d’età hanno livelli di autonomia tali da non richiedere l’organizzazione di servizi ad hoc per favorire momenti di socializzazione e svago con i propri coetanei – spiegano gli assessori Zaccaria e Lombardo –. Non è così però per gli adolescenti disabili, le cui famiglie vivono particolari criticità organizzative per la conciliazione dei tempi di cura dei figli, di vita e di lavoro, e per le carenze di opportunità di socializzazione dei propri ragazzi nei periodi di chiusura delle scuole. Da qui la nostra volontà di confermare, per il secondo anno, un provvedimento che può rispondere ai bisogni educativi dei ragazzi e al contempo sostenere le famiglie, perché spesso i centri dedicati a ragazzi disabili hanno costi elevati che possono costituire una barriera all’accesso”.