La Finanza di Bologna sequestra terreni e immobili per quasi mezzo milione euro



I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno dato esecuzione ad un
provvedimento di sequestro emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di
Bologna, D.ssa Roberta Dioguardi, del patrimonio immobiliare della “Fondazione Cavaliere
del Lavoro Carmine Domenico Rizzo”, con sede legale in Rende (CS) e sede operativa in
Bologna.

Il provvedimento cautelare odierno fa seguito a quello eseguito nello scorso mese di
febbraio, e scaturisce dalle ulteriori indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico
Finanziaria di Bologna, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, nella
persona del Sostituto Procuratore D.ssa Manuela Cavallo, che hanno consentito, anche
attraverso la ricostruzione dei flussi finanziari, di accertare che i beni facenti capo alla
predetta Fondazione Rizzo, ma anche alle società da questa partecipate (gestite quale
strumento per reperire risorse finanziarie provenienti dalla locazione dei loro immobili che,
per statuto, avrebbero dovuto essere destinate a scopi mutualistici) siano illecitamente
distolti e convogliati verso altre persone giuridiche direttamente o indirettamente
riconducibili agli indagati.

La distrazione delle risorse finanziarie ha, di fatto, provocato un progressivo
depauperamento patrimoniale e finanziario della stessa Fondazione, determinando un
indebito vantaggio personale degli amministratori pro-tempore, nei cui confronti sono state
ipotizzate le condotte di infedeltà patrimoniale e di autoriciclaggio.

L’operazione, sviluppata dalla Guardia di Finanza si inquadra nelle rinnovate linee
strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai fenomeni illeciti
più gravi e insidiosi, nonché a incrementare ulteriormente la qualità degli interventi ispettivi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria con le indagini di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti dediti ad attività criminose, al fine di assicurare l’effettivo recupero delle somme frutto, oggetto o provento delle condotte illecite.