Atti persecutori verso la ex e i vicini di casa: due misure cautelari eseguite dai carabinieri in provincia di Bologna



I Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito due distinte ordinanze applicative di misura cautelare, nei confronti di altrettante persone, indagate per atti persecutori.

Nel primo caso siamo a Sesto Imolese, dove i Carabinieri hanno notificato un’ordinanza di misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa nei confronti di un 60enne italiano, consulente finanziario che aveva iniziato a perseguitare l’ex compagna, 41enne italiana, commessa in un supermercato, con la quale aveva avuto una relazione sentimentale dal 2011 al 2020. Dopo qualche tempo, l’indagato, non accettando la fine della relazione, aveva iniziato a corteggiare in maniera ossessiva la donna, importunandola sul luogo di lavoro dove si presentava all’improvviso per regalarle cioccolatini. Deluso dai tentativi andati a vuoto, il soggetto aveva messo in atto una vera e propria attività persecutoria nei confronti della vittima con numerose telefonate, invio di messaggi, pedinamenti sin sotto casa, nonché sul luogo di lavoro o anche di svago, come avvenuto in uno stand gastronomico di un’organizzazione sindacale in cui la vittima lavorava come volontaria. Sempre più spaventata dal comportamento oppressivo dell’uomo e temendo per la sua incolumità, la donna si è rivolta ai Carabinieri che al termine dei loro accertamenti hanno notificato la misura cautelare al consulente finanziario.

 

A Baricella i Carabinieri hanno notificato un’analoga misura a un 72enne italiano che da 14 anni aveva iniziato a perseguitare i suoi vicini di casa del piano di sotto: una famiglia di stranieri, lui albanese, lei rumena e il figlio minore di 8 anni. E’ stata la donna a chiedere aiuto ai Carabinieri lo scorso febbraio, quando si è presentata in caserma perché l’atteggiamento prevaricatore dell’anziano era peggiorato nel tempo, passando dalle offese del tipo “Stranieri di merda, tornate in Albania col gommone!”, ad azioni intimidatorie, come quelle del barattolo pieno di feci o di un topo morto sistemati sul marciapiede. Non erano mancate anche le minacce che l’indagato aveva rivolto alle persone offese, puntando, nel 2020, contro di loro un cacciavite. Neanche l’ammonimento del Questore di Bologna, ricevuto nel 2021, era stato adeguato a fermare l’anziano e farlo riflettere, che aveva continuato la sua condotta persecutoria, addirittura estirpando le erbe aromatiche che le vittime avevano piantato nel giardino condominiale. Adesso, dovendo mantenere una distanza di almeno 500 metri dalle persone offese e non potendo più comunicare con le stesse in alcun modo, il 72enne è stato costretto a lasciare il suo appartamento (di proprietà) e trasferirsi in un’altra struttura in provincia individuata dai servizi sociali.