Maranello, a supporto dei caregiver nasce la onlus ‘Curacari’

Dai volontari un aiuto nei contatti con la rete socio-sanitaria



Accompagnare chi si prende cura di un anziano, di una persona malata o con invalidità nei rapporti con la rete dei servizi socio-sanitari, grazie alla disponibilità di professionisti del settore che conoscono anche dall’interno le dinamiche assistenziali pubbliche e private.

È questo l’obiettivo di ‘Curacari’, neonata associazione che sta operando in tutto il Distretto Ceramico dopo aver iniziato la propria attività a Maranello, partendo dalla formazione di medici, infermieri ed operatori del settore che hanno aderito al progetto come volontari.

Inoltre, l’associazione fa già parte degli enti del terzo settore coinvolti nel Tavolo distrettuale dedicato alla progettazione di servizi a favore dei caregiver di persone non autosufficienti, coordinato dai Servizi sociali e socio-sanitari dell’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico e dell’Azienda Usl.

“Questi incontri – spiega Elizabeth Cueva, ideatrice e presidente di ‘Curacari’ – hanno l’obiettivo di preparare al meglio i soci volontari, che sono già tutti professionisti della sanità, per l’accoglienza, l’ascolto e l’accompagnamento dei caregiver residenti nel distretto, ai quali sarà rivolto il nostro sostegno affinché possano prendere contatto in modo efficace con i servizi socio-sanitari. È una formazione che punta a sviluppare le potenzialità dei nostri volontari sia sulle loro capacità relazionali, nei confronti dei pazienti non autosufficienti e dei loro cari, sia su sulla loro abilità organizzativa, legata alla conoscenza delle rete territoriale. Il tutto potenziato dall’esperienza in materia che i nostri soci possono vantare grazie al loro mestiere di tutti i giorni”.

La formazione ha preso il via nei giorni scorsi negli spazi concessi dall’Avap di Maranello presso la propria sede di Via San Luca. E tra i temi approfonditi durante gli incontri compaiono i meccanismi che regolano il funzionamento delle Case di residenza per anziani (CRA), dei servizi sociali, dei centri diurni, dell’assistenza domiciliare, dei patronati e dei reparti ospedalieri e di tutte le associazioni del settore. In questo modo i volontari saranno dunque aggiornati anche sulla ‘mappa dei contatti’ utili ai caregiver per cercare la soluzione più adeguata ad un determinato problema.

Inoltre, i volontari di ‘Curacari’ (l’associazione si può contattare telefonicamente al 353-4618282) affiancheranno i servizi sociali e socio-sanitari nel ‘guidare’ verso diverse pratiche chi, sul territorio dell’Unione, si prende cura di una persona fragile: dalla preparazione di documenti necessari per una prestazione alla richiesta di pannoloni, ausili o trasporti, dall’acquisto di farmaci con esenzione del ticket alla domanda di invalidità civile, dall’avvio di una richiesta di indennità di accompagnamento alla fruizione della legge104/92.

“La nascita di un’associazione come ‘Curacari’ è un’ottima notizia per tutta la collettività – sottolinea Luigi Zironi, Sindaco di Maranello -. A volte per un caregiver, che ha spesso delle limitazioni nei tempi e negli spostamenti o che può sentirsi spaesato di fronte a situazioni nuove, è utile avere il supporto di qualcuno che lo indirizzi verso il servizio idoneo. Credo dunque che per tante famiglie l’aiuto di questi volontari possa avere effetti molto concreti, perché con le loro competenze professionali e la loro capacità di ascoltare potranno accompagnare chi è in difficoltà verso l’iter adeguato alle loro esigenze”.

L’attenzione dei volontari, che raggiungeranno i cittadini richiedenti anche a domicilio, sarà inoltre rivolta alle condizioni psico-fisiche degli stessi caregiver, dando loro consigli pratici sulla gestione delle proprie difficoltà – in termini di sonno, appetito, stress, ansia e umore altalenante – legate alle problematiche di un accudimento costante della persona non autosufficiente. La stessa ‘Curacari’ sta anche sviluppando ulteriori progetti rivolti a cittadini con altro genere di fragilità: ad esempio migranti, profughi e rifugiati già inseriti nella rete dei servizi territoriali, ma non ancora integrati nella comunità che li ha accolti da un punto lavorativo, culturale e sociale.