Reggio Emilia si mobilita per la pace

Da domani la scritta luminosa ‘Cessate il fuoco ora!’ sulla facciata del Municipio



Domani, giovedì 8 febbraio alle ore 18.45 la facciata della sede del Municipio di Reggio Emilia si illuminerà con la scritta ‘Cessate il fuoco ora!’: la città aderisce così – a seguito di una specifica delibera della Giunta comunale e di una mozione del Consiglio comunale presentata dal consigliere comunale Paolo Burani di Europa verde – alla campagna promossa da diverse città – fra cui Roma, Londra, Parigi, Bruxelles, Stoccolma, Ginevra, Montreal… – e da numerose organizzazioni non governative in tutto il mondo. Il messaggio di pace comparirà ogni giorno, dal crepuscolo, fino al prossimo 8 marzo.

E’ la prima di una serie iniziative per la pace che l’Amministrazione comunale promuove in questo periodo, fra le quali incontri realizzati con il Coordinamento Diritti Umani e diverse organizzazioni della società civile, per arrivare una mobilitazione di opinione in favore della pace in città.

 

HANNO DETTO – “Per un mese, a fianco della bandiera della Pace che sventola su piazza Prampolini, illumineremo la facciata con ‘Cessate il fuoco ora!’ – spiegano il sindaco Luca Vecchi e l’assessore Daniele Marchi – E’ un invito accorato che abbiamo formulato il 7 gennaio in occasione della Festa del Tricolore quale emblema di unità e di pace e che abbiamo rimarcato in queste settimane insieme a tutte le istituzioni, le associazioni, i partiti, i luoghi di culto e le realtà che si sono mobilitate per fermare i conflitti che stanno mettendo in crisi l’umanità.

“Da Gaza all’Ucraina, dal Sudan alla Repubblica democratica del Congo – aggiungono – sono in corso decine di guerre e conflitti che oltre a limitare la democrazia e a mietere vittime civili, portano a nuove limitazioni sul fronte dei Diritti umani, civili e politici in molti fronti internazionali. Per questo insieme alle istituzioni, alle organizzazioni della società civile, ai numerosi cittadini, molti dei quali hanno parenti e amici che vivono sotto le bombe, vogliamo mobilitarci, certo non per ‘esportare i conflitti’, ma per rafforzare la cultura della pace e procedere nella strada intrapresa anni fa sotto l’egida delle Nazioni Unite per l’autodeterminazione dei popoli. Vogliamo che si ponga fine alle aggressioni e alle occupazioni, per riprendere il cammino sulla via della libertà, della democrazia, della convivenza e della sicurezza per l’umanità intera. Un futuro di pace è possibile se tante città e comunità nel mondo riescono a lanciare insieme questo messaggio”.

 

NEI PROSSIMI GIORNI – In questo senso, è in programmazione una Marcia per la pace a fine febbraio, in coincidenza con il compimento del secondo anno di guerra in Ucraina.

Sarà inoltre ospite in città, dal 23 al 27 febbraio, Robi Damelin, attivista pacifista israeliana e la portavoce del Parents Circle-Families Forum (Pcff), organizzazione congiunta israelo-palestinese di cui fanno parte oltre 600 famiglie che hanno perso un familiare stretto a causa del conflitto tra Israele e Palestina. Nel 2002, Robi Damelin perse il figlio Davd, 28enne.

Robi Damelin era stata incontrata lo scorso settembre dalla delegazione reggiana del sindaco Luca Vecchi e dell’assessore Daniele Marchi per la firma del Patto di gemellaggio tra la città emiliana e quella palestinese di Beit Jala.

 

PCFF: ORGANIZZAZIONE E FINALITÀ – L’organizzazione Pcff fu creata nel 1995 da Yitzhak Frankenthal, il cui figlio Arik era stato rapito e ucciso nel 1994 da Hamas, insieme ad altre famiglie israeliane in lutto.

Nel 1998 il gruppo ha tenuto i suoi primi incontri con le famiglie palestinesi a Gaza; questa connessione fu interrotta a seguito della seconda Intifada.

Nel 2000, il Pcff è riuscito a ristabilire il suo legame con le famiglie palestinesi, incorporando famiglie della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.

Il Pcff opera in base al principio secondo cui un processo di riconciliazione è un prerequisito per raggiungere una pace duratura. L’organizzazione utilizza quindi tutte le risorse disponibili nell’istruzione, negli incontri pubblici e nei media, per diffondere queste idee.

In questo impegno si inserisce appunto la presenza si Robi Damelin a Reggio Emilia nei prossimi giorni.

 

ROBI DAMELIN: NOTA BIOGRAFICA – Robi Damelin è nata a Johannesburg, in Sudafrica, nel 1945. È emigrata in Israele nel 1967. Prima di allora, si era impegnata con la sua famiglia nel movimento anti-apartheid.

Nel marzo del 2002, il figlio della signora Damelin, David, viene ucciso da un cecchino mentre presta servizio militare come riservista. David aveva 28 anni e stava terminando un master in Filosofia dell’educazione all’Università di Tel Aviv, nella convinzione che l’istruzione potesse fare la differenza in Israele.

Dalla morte di David, Robi sente il forte bisogno di fare qualcosa per scongiurare che altri genitori vivessero il terribile dolore della perdita di un figlio a causa del conflitto.

 

UNA DELIBERA PER LA PACE – Nella recente delibera di Giunta che ha disposto l’accensione della scritta ‘Cessate il fuoco ora!’ sulla facciata del Palazzo comunale di Reggio Emilia e aperto la strada all’organizzazione di ulteriori iniziative, si leggono le seguenti motivazioni:

“Riconoscendo la brutalità della strage perpetrata da Hamas lo scorso 7 ottobre sulla popolazione inerme israeliana, in diverse località ai confini con la Striscia di Gaza, provocando l’uccisione di circa 1.400 persone e il rapimento di oltre 240” e considerato che “la reazione di Israele a quel feroce attacco terroristico ha innescato un conflitto che ha visto bombardare – pressoché incessantemente da ottobre ad oggi – i territori della Striscia di Gaza (compresi ospedali, abitazioni, infrastrutture), costringendo gli abitanti a fuggire verso il confine egiziano o a nord della Striscia; bombe che hanno provocato la morte di oltre 26.000 civili, in maggioranza bambini, adolescenti e donne; il proseguire del conflitto, nonostante i numerosi appelli al ‘cessate il fuoco’ da parte del Papa, delle Nazioni Unite e di diversi Paesi, sta portando molto velocemente a un allargamento degli scontri in tutta l’area mediorientale”, si valuta opportuno: “riconfermare la volontà dell’Amministrazione comunale di sostenere iniziative di sensibilizzazione ed attenzione per la difesa dei Diritti umani, delle differenze, della democrazia e della giustizia sociale; promuovere il carattere universale ed indivisibile dei Diritti umani (diritti civili, politici, economici, sociali e culturali) in conformità all’articolo 21 del Trattato di Lisbona; educare alla pace attraverso il protagonismo della cittadinanza, promuovendo collaborazioni tra cittadini, associazioni del territorio, enti locali per diffondere la cultura della pace, della fraternità e del dialogo; valorizzare attività di promozione e valorizzazione del dialogo per la pace; supportare alcuni momenti di riflessione in ambito culturale e sociale per affrontare e portare alla luce le condizioni in cui versano i popoli e i luoghi afflitti da gravi situazioni di tensione democratica”.