Due arresti in flagranza della Polizia di Stato di Bologna per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti



Nello specifico, gli operatori della IV Sezione Contrasto Crimine Diffuso della Squadra Mobile, si sono recati nei pressi di via Galeotti, a seguito di segnalazioni provenienti dai residenti che riportavano la presenza di ragazzi, soliti spacciare sostanze stupefacenti.

Sul posto, durante il servizio di osservazione, gli agenti riconoscevano un tunisino classe ’91, già noto alle autorità, che si spostava con un monopattino in via Serena dove accedeva ad alcuni parcheggi condominiali e veniva visto prendere e/o lasciare qualcosa, presumibilmente sostanza stupefacente, per poi tornare nei pressi di via Galeotti.

Mentre il ragazzo veniva controllato a vista dagli agenti, altri poliziotti in borghese notavano un altro tunisino, classe ’88, cedere sostanze stupefacente in strada per poi rientrare all’interno di un barbiere della medesima piazza di spaccio. Gli agenti a quel punto, tramite l’ausilio delle volanti dell’U.P.G.S.P., procedevano a fermare immediatamente i due soggetti che tentavano di allontanarsi e venivano entrambi sottoposti a perquisizione personale. Nei confronti del tunisino del ’91 gli agenti hanno deciso di effettuare anche una perquisizione presso il domicilio dove hanno rinvenuto 20 involucri di cocaina per un totale di circa 150 grammi, alcuni involucri di eroina per un totale di circa 6 grammi e la somma circa 18.000 euro in contanti. Il tunisino del ‘88 veniva invece trovato in possesso di 4 grammi di cocaina e 5 grammi di eroina.

A seguito di accertamenti, gli agenti hanno constatato che il trentatreenne, in attesa del permesso di soggiorno, risultava avere condanne e precedenti di polizia in materia di spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione, mentre il trentaseienne, irregolare sul Territorio Nazionale, risultava avere condanne e precedenti di polizia in materia di spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale e rissa. Gli agenti davano notizia dell’arresto al Pubblico Ministero, il quale disponeva la traduzione degli arrestati presso la locale Casa Circondariale, in attesa della convalida.