Sanità: nasce la nuova rete territoriale dell’assistenza primaria



Il servizio sanitario regionale consolida un altro passaggio della rete territoriale dell’assistenza primaria, con l’introduzione di nuove forme organizzative per rispondere ai mutamenti sociodemografici e garantire cure più prossime ed efficaci agli emiliano-romagnoli.

L’obiettivo è rendere l’assistenza sanitaria territoriale -composta da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali – più sostenibile e accessibile, anche grazie agli investimenti Pnrr per la realizzazione delle Case della comunità e al nuovo ruolo unico del medico di medicina generale previsto dall’accordo collettivo nazionale.

Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato l'”Atto di programmazione regionale per la istituzione e attuazione delle forme organizzative della medicina convenzionata AFT e UCCP”. Il documento mira a rafforzare la sanità territoriale attraverso la creazione di Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e Unità complesse di cure primarie (UCCP), pensate per migliorare l’accesso alle cure, la presa in carico dei pazienti cronici e fragili e l’integrazione tra i professionisti sanitari.  Un’organizzazione capillare e dettagliata: per ciascuna Azienda USL della regione il piano definisce l’articolazione territoriale, le sedi e le tipologie. Tra gli obiettivi di questa nuova organizzazione c’è la partecipazione ai piani nazionali di prevenzione e cronicità, il governo delle liste d’attesa, l’appropriatezza clinica e prescrittiva, l’assistenza domiciliare.

Un percorso presentato oggi a Bologna nel corso di un incontro nella sede della Regione, dall’assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi, con i sindacati Confederali Cgil, Cisl, Uil.

“Sono soddisfatto del lavoro fatto per istituire le nuove forme organizzative della medicina convenzionata nella nostra regione-spiega l’assessore Fabi- e del confronto per la sua migliore attuazione che abbiamo avviato con i sindacati Confederali, di cui l’incontro di oggi è solo una nuova tappa, così come con i sindacati di categoria coi quali siamo impegnati a definire il contratto integrativo dei medici di medicina generale. Questo provvedimento segna una svolta nella ridefinizione della rete dei servizi territoriali e, una volta completato, potrà orientare la sanità regionale verso un modello di assistenza sempre più integrato e vicino ai cittadini”.

L’istituzione delle AFT e UCCP rappresenta un passo fondamentale per garantire una presa in carico multidisciplinare ed integrata dei pazienti. Entrambe le forme organizzative opereranno nell’ambito dei Distretti e delle Case della Comunità, che potranno fungere da sede preferenziale delle stesse, e della rete degli studi medici diffusi nei territori, assicurando una copertura completa.

“Il nostro massimo impegno è garantire una risposta sempre più efficace e sostenibile del servizio sanitario regionale ai bisogni di salute delle cittadine e dei cittadini, in accordo con gli standard indicati dalla normativa, anche grazie agli investimenti del PNRR- aggiunge l’assessore-. Cruciale, in questo contesto, la collaborazione tra medici, pediatri, specialisti e i professionisti delle professioni sanitarie. Così come, lo ribadisco ancora una volta, i Cau che restano un elemento di positività del sistema che andrà meglio definito e rafforzato con il nuovo assetto.  Solo attraverso un lavoro sinergico e coordinato sarà possibile offrire servizi di alta qualità ed equamente accessibili. La condivisione dei dati sanitari, la presa in carico in équipe dei casi complessi e la misurazione di indicatori di processo e di esito delle attività saranno elementi chiave. Con questo nuovo modello di governance partecipata e di responsabilità condivisa vogliamo mettere sempre più al centro il benessere e la salute delle nostre comunità”.

Il nuovo assetto organizzativo: AFT e UCCP al centro della rete

L’Emilia-Romagna, già pioniera nell’orientamento verso la sanità territoriale con l’istituzione delle Case della Salute nel 2010, prosegue su questa strada implementando il nuovo assetto organizzativo previsto dal decreto ministeriale 77/2022. Fulcro di questa rete sono infatti le Case della comunità, sedi preferenziali per le AFT e le UCCP, e luoghi di raccordo con i cittadini per percorsi assistenziali innovativi. L’Emilia-Romagna è tra le prime regioni in Italia per il numero di Case della comunità attive, sono già 141.

Questa organizzazione mira a rafforzare il ruolo della medicina territoriale come primo punto di contatto e riferimento per la salute della comunità.

Le Aggregazioni funzionali territoriali (AFT) sono forme organizzative monoprofessionali (composte cioè esclusivamente da medici) che coinvolgono medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali. Condividono strumenti di valutazione della qualità, linee guida, protocolli operativi e sistemi informativi per migliorare l’assistenza e i processi decisionali. Hanno un referente che concorre a garantirne il funzionamento e la buona organizzazione. Devono garantire la continuità assistenziale, la presa in carico dei pazienti cronici, la partecipazione a programmi di prevenzione e la riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso. Ogni AFT avrà una sede riconoscibile, spesso all’interno di una Casa della Comunità, che garantirà l’attività ambulatoriale in modo continuativo e accessibile

La popolazione di riferimento dell’AFT è compresa tra i 7mila e i 30mila assistiti, con alcune eccezioni che, per particolari e motivate esigenze quali la densità abitativa, possono arrivare a 45mila.

Le Unità complesse di cure primarie (UCCP) rappresentano invece forme organizzative multiprofessionali (sono presenti medici, ma anche altri professionisti) che operano in modo integrato all’interno delle Case della Comunità o in altre strutture sanitarie. Le UCCP coordinano e integrano medici di assistenza primaria, pediatri, specialisti ambulatoriali, infermieri, assistenti sociali e altri professionisti sanitari per rispondere ai bisogni di salute complessi. Ogni AFT, creando un sistema interdipendente, è collegata funzionalmente alla propria UCCP di riferimento. Il coordinamento delle UCCP è affidato a una figura professionale che collabora con il distretto per l’organizzazione dei percorsi assistenziali e la gestione delle risorse.

Il monitoraggio

Un sistema informativo regionale fornirà dati epidemiologici e analitici per monitorare le attività, condividere standard clinici e organizzativi, e valutare il raggiungimento degli obiettivi di salute, definiti dalla programmazione regionale e aziendale, da parte di AFT e UCCP.