Nei primi sei mesi del 2025, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (N.A.S.) di Parma hanno condotto un’attività di controllo serrata lungo l’intera filiera alimentare delle province di Parma, Reggio Emilia e Modena, oltre che Piacenza. In tutto il semestre sono stati effettuati 279 accessi ispettivi; in 106 casi – vale a dire oltre un terzo delle verifiche – sono emerse irregolarità. Le violazioni hanno portato all’emissione di 187 sanzioni amministrative per complessivi 294.364 euro e al sequestro di più di 70.000 kg di prodotti alimentari non conformi, per un valore commerciale stimato di 1.256.050 euro.
Dietro a questi numeri c’è un lavoro quotidiano, svolto spesso insieme ai Carabinieri dell’Arma Territoriale, Forestale e degli altri reparti specializzati, alle Aziende U.S.L. e agli ispettori dell’I.C.Q.R.F. (Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agro-alimentari), che ha consentito di bloccare sul nascere situazioni potenzialmente pericolose per la salute dei consumatori.
Nel territorio della provincia di Parma, dove i controlli sono stati 111, le ispezioni hanno riscontrato 39 non conformità e fatto scattare 73 sanzioni amministrative per 61.936 euro.
A titolo di esempio: a inizio anno, in centro città, su proposta dei N.A.S., l’Azienda U.S.L. ha imposto la sospensione di un ristorante etnico dopo aver trovato cucine in pessimo stato di pulizia e 62 kg di derrate scadute o prive di tracciabilità. Pochi giorni dopo, la reiterazione di analoghe violazioni ha determinato la chiusura immediata di un market etnico già segnalato negli anni precedenti. Nella zona pedecollinare, invece, un controllo in un ristorante-pizzeria ha portato al sequestro di 100 kg di conserve di pomodoro prive di documentazione di origine, a conferma di quanto la tracciabilità resti una criticità ricorrente.
In provincia di Modena i controlli sono stati 62: in 23 casi sono emerse irregolarità, con 42 sanzioni per 54.504 euro.
A titolo di esempio: nel capoluogo i militari hanno sequestrato 78 kg di carni scadute in un ristorante etnico, infliggendo 3.000 euro di multa al gestore. Nel distretto ceramico un supermercato esponeva preparazioni di carne oltre la data di scadenza e ha ricevuto una sanzione di 10.000 euro. Nella Bassa modenese, invece, i NAS hanno bloccato 6.000 litri di mosto non conforme a denominazioni tutelate e comminato 5.400 euro di ammenda alla cantina responsabile.
La provincia di Reggio Emilia ha totalizzato 53 controlli, con 20 non conformità e 36 sanzioni che raggiungono 126.750 euro.
A titolo di esempio: nell’Appennino Reggiano, i N.A.S. hanno scoperto una vera e propria macellazione clandestina all’interno di un’azienda agricola: sequestrati locali, attrezzature e 226 kg di formaggi privi di tracciabilità; il responsabile è stato denunciato e sanzionato. Sempre in montagna, un ristorante è stato trovato con 8 kg di carne di cinghiale senza etichette di origine e condizioni igieniche precarie; al gestore sono state irrogate sanzioni per 2.500 euro. A Reggio città, invece, un controllo in una pizzeria ha messo in luce pavimenti unti, ragnatele e ghiaccio stratificato nei congelatori, costando al titolare 1.000 euro.
I risultati conseguiti tra gennaio e giugno testimoniano l’attenzione costante dell’Arma dei Carabinieri – attraverso il N.A.S. di Parma – alla sicurezza degli alimenti che arrivano sulle tavole dei cittadini e alla corretta gestione delle attività che li somministrano o li vendono. Le ispezioni proseguiranno con la stessa intensità anche nella seconda parte dell’anno, in sinergia con gli altri enti di controllo, con l’obiettivo di innalzare ulteriormente il livello di sicurezza e di legalità di uno dei comparti più strategici del Made in Italy.