Nasce a Modena l’Accademia delle Arti e dei Mestieri del Teatro in Carcere

Un progetto unico nel suo genere, ideato e realizzato dal Teatro dei Venti con il sostegno del Ministero della Giustizia



Un percorso di formazione per acquisire i mestieri del palcoscenico, trasformando il tempo della detenzione in una concreta opportunità di reinserimento professionale e sociale. Nasce a Modena l’Accademia delle Arti e dei Mestieri del Teatro in Carcere, un progetto unico nel suo genere, ideato e realizzato dal Teatro dei Venti con il sostegno del Ministero della Giustizia.

Il progetto, un vero e proprio prototipo di “buona pratica” esportabile in altri istituti penitenziari, è stato presentato ufficialmente in una conferenza stampa martedì 14 ottobre presso la Casa Circondariale di Modena (Strada Sant’Anna 370).

L’Accademia si propone di fornire a detenuti e detenute competenze teoriche e pratiche nelle principali figure professionali dello spettacolo dal vivo, sia artistiche (recitazione, drammaturgia) che tecniche (fonica, illuminotecnica, scenotecnica, realizzazione costumi). L’obiettivo è creare un modello innovativo che contribuisca a trasformare il carcere in presidio culturale e luogo di produzione in costante dialogo con la città.

“Dopo oltre dieci anni di lavoro ininterrotto all’interno dell’Istituto, sentivamo l’esigenza di fare un passo ulteriore”, dichiara Stefano Tè, direttore artistico del Teatro dei Venti. “Non solo creare spettacoli di alta qualità, ma formare professionalità riconosciute che possano offrire un futuro diverso. L’Accademia è una scommessa sulla persona e sul potere trasformativo della cultura. Vogliamo che il carcere non sia solo un luogo di espiazione, ma un centro di produzione culturale vivo, capace di generare bellezza e professionalità da restituire alla comunità”.

Il percorso didattico, che prende il via con un primo prototipo da ottobre 2025, si articola in due programmi di studio – artistico e tecnico – con lezioni tenute da professionisti riconosciuti, tra cui registi, docenti universitari, tecnici e drammaturghi, all’interno della Casa Circondariale di Modena. Sono inoltre previsti momenti di formazione presso la sede del Teatro dei Venti, con la possibilità di attivare tirocini ed esperienze formative presso enti teatrali del territorio.
Per questo primo anno, ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza, con l’obiettivo futuro di fornire diplomi di qualifica professionale riconosciuti.

MATERIE E DOCENTI

Teatro: Teatro dei Venti (lezioni iniziate nel mese di settembre 2025);

Scrittura scenica e drammaturgia: Vittorio Continelli  (lezioni a partire da ottobre 2025);

Fonica e illuminotecnica: Marcello Marchi (lezioni a partire da novembre 2025);

Creazione costumi per la scena: Nuvia Valestri (lezioni a partire da novembre 2025);

Allestimento scenico: Fabrizio Orlandi (lezioni a partire da gennaio 2026);

Storia del teatro: Oliviero Ponte Di Pino (lezioni a partire da gennaio 2026);

Formazione del personale penitenziario: Teatro dei Venti (a partire da ottobre 2025).

Per un totale di 704 ore di lezione presso la Sala Teatro della Casa Circondariale di Modena fino a marzo 2026.

OBIETTIVI

Il progetto si articola su tre assi di intervento sinergici, mirando a generare un impatto trasformativo a livello individuale, istituzionale e sociale.

Sviluppo e valorizzazione della persona: Offrire ai detenuti e alle detenute strumenti concreti per la crescita personale e professionale. Potenziare le competenze, stimolare la scoperta e la valorizzazione delle abilità creative, relazionali e tecniche di ogni partecipante, finalizzandole alla realizzazione di un’opera artistica tangibile e di alta qualità. Creare un ponte verso il futuro: Fornire un percorso strutturato di formazione e accompagnamento alla professionalizzazione nei mestieri del teatro (attore, tecnico, sarto, etc.), gettando le basi per un concreto reinserimento lavorativo.

Innovazione dell’Istituzione Penitenziaria: Promuovere un ambiente detentivo più inclusivo e collaborativo. Costruire dialogo e inclusione, attraverso pratiche teatrali condivise, favorire un clima di collaborazione e dialogo costruttivo tra la popolazione detenuta e il Personale Penitenziario, migliorando la qualità delle relazioni interne all’istituto. Rinnovare la narrazione interna, qualificando l’esperienza detentiva non solo come un percorso di espiazione della pena, ma anche come un’opportunità di formazione e produzione culturale.

Impatto sulla comunità e sul territorio: trasformare la percezione del carcere e dimostrare il valore sociale della cultura. Contribuire a trasformare il carcere in un polo culturale, e la Casa Circondariale di Modena come un centro di produzione culturale attivo e integrato nel tessuto cittadino, un luogo di cittadinanza che genera valore per l’intero territorio. Sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza: Coinvolgere attivamente il pubblico, le istituzioni e gli stakeholder sull’importanza del percorso teatrale, dimostrando come l’investimento sulla reinserimento del singolo individuo si traduca in un beneficio tangibile per la società nel suo complesso.

LA RETE A SOSTEGNO DEL PROGETTO

Oltre al Ministero della Giustizia, che finanzia l’Accademia, le attività del Teatro dei Venti all’interno del Carcere di Modena sono sostenute da una pluralità di soggetti, a partire dal Comune di Modena, attraverso il finanziamento della Cassa delle Ammende, dal Coordinamento Teatro Carcere Emilia Romagna, dalla Fondazione di Modena.

Questo progetto si inserisce in un percorso ventennale del Teatro dei Venti all’interno degli istituti penitenziari del territorio, che ha portato alla produzione di 14 spettacoli con oltre 70 repliche, film, radiodrammi e progetti internazionali finanziati dal programma Europa Creativa, come AHOS – All Hands On Stage, dedicato proprio alla professionalizzazione dei detenuti.

LE DICHIARAZIONI

Francesca Romana Valenzi – Direttore Ufficio Detenuti e Trattamento del PRAP.

“In più occasioni è stato sottolineato come l’ordinamento penitenziario, che quest’anno celebra il 50 anniversario dalla sua emanazione, si contraddistingua come norma speciale del tutto particolare perché fondata, sin dal suo art.1, sull’attenzione e la valorizzazione dell’uomo. Quell’uomo che è giusto trovi nell’espiazione  della condanna, quelle opportunità che gli consentano di scegliere e agire un cambiamento  che lo orienti verso una vita sociale diversa da quella precedentemente percorsa. Per far questo è importante che, attraverso le opportunità che possono essere proposte, si colgano interessi personali, si stimolino curiosità sulle quali fondare un percorso positivo. Tra gli elementi che la pedagogia del fare mette a disposizione il teatro costituisce sicuramente un’attività che può avere un impatto significativo per la sua funzione catartica, per l’introspezione ed il riconoscimento del sé.

Il progetto di cui parliamo oggi costituisce un passo ancora più avanti, perché unisce all’attività teatrale intesa in senso classico, l’apprendimento delle “arti e mestieri” correlate alla macchina teatrale così da consentire al diversi partecipanti di scegliere quale, tra i diversi ruoli necessari alla realizzazione di una produzione, più si avvicina  al proprio sentire, sviluppando,  insieme all’apprendimento, abilità sociali come la comunicazione,  la collaborazione, il rispetto di tempi e di ruoli favorendo nel contempo riflessione e consapevolezza. Per questo riteniamo che la sperimentazione di questa Accademia costituisca una sperimentazione importante, della quale sarà interessante monitorare gli effetti e gli esiti,  anche attraverso la narrazione personale dei protagonisti.”

 

Orazio Sorrentini – Direttore Casa Circondariale di Modena.

“L’avvio dell’Accademia delle Arti e dei Mestieri del Teatro all’interno della Casa Circondariale di Modena, un progetto elaborato dal Teatro dei Venti e sostenuto dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, costituisce uno degli esempi più importanti di attività culturale che può svolgersi dentro un carcere, secondo i dettami della legge penitenziaria. Esso implementa senz’altro la rieducazione dei detenuti favorendone il futuro reinserimento nella società esterna e pertanto questa Direzione è ben lieta di presentare un simile progetto agli organi di stampa e agli altri mezzi d’informazione pubblica.”

 

Alessandra Camporota – Assessora alla Sicurezza urbana integrata e Coesione sociale

“Il Progetto, che oggi viene presentato, risponde all’urgenza che anche il Comune di Modena avverte, di strutturare la connessione tra il Carcere Sant’Anna e la città, attraverso la conoscenza sia delle sue forti criticità, sia delle sue potenzialità. Il carcere, laboratorio di produzione teatrale e culturale, nonché di professionalità tecniche ed artistiche, si conferma realtà importante del territorio, attrattiva di ulteriori e svariati progetti da rafforzare e potenziare attirando le migliori energie, anche imprenditoriali”.

 

Eleonora De Marco – Vice Presidente Fondazione di Modena.

“Uno degli obiettivi di Fondazione di Modena è generare dialogo tra mondi separati: il carcere, che rischia di essere rimosso dall’immaginario collettivo, diventa qui spazio di incontro tra professionisti, detenuti, artisti e comunità. Un laboratorio di relazioni che mette in comunicazione il “dentro” e il “fuori”. Trasformare il carcere in presidio culturale, in luogo di formazione reale e qualificante, di opportunità per il presente e il futuro, significa restituirlo alla vita civile: non solo come simbolo di reinserimento, ma come parte viva della città. Un ponte verso ciò che può ancora essere”.