Si conclude domenica 19 ottobre a Modena, la XVII edizione di Periferico Festival



La parte inventata/la parte immaginata di Teodora Grano

A cura del Collettivo Amigdala, la rassegna – giunta quest’anno alla diciassettesima edizione – si svolge nel Villaggio Artigiano di Modena Ovest, un’utopia realizzata dove la vita e il lavoro si intrecciano e OvestLab funge da centro nevralgico, un connettore tra l’idea e l’azione, tra le comunità e l’arte. Questa visione di rete è rafforzata dalla partecipazione delle Comunità Artistiche Residenti (bambine e bambini, adolescenti, donne, cori, abitanti che compongono Bottega Baleno, Stella Polare, MeMenteMori, Les Chemins des Femmes, Fionda), che portano saperi e desideri e collaborano attivamente alla costruzione del festival, rendendolo un luogo realmente condiviso.

La settimana conclusiva del festival, da venerdì 17 a domenica 19 ottobre, si apre a TransFemina International Encounter, incontro conclusivo del progetto europeo Transfemina – Intersectional Landscapes, realizzato da Collettivo Amigdala insieme a Pele (Porto) e Collectiu Punt6 (Barcellona).
Il progetto, sviluppato in Italia, Portogallo e Spagna, indaga il rapporto tra genere e spazio pubblico attraverso pratiche artistiche e strumenti di urbanistica femminista, con l’obiettivo di rendere visibili le disuguaglianze spaziali e attivare immaginari collettivi di trasformazione urbana. Alcune performance del festival si intrecciano con questo percorso, moltiplicando le possibilità di ascolto, presenza e alleanza. La programmazione si apre venerdì 17 alle ore 18,30 a OvestLab con la conversazione pubblica Quanto spazio occupi?, con i collettivi PeleCol·lectiu Punt6Collettivo  Amigdala  e Drukker. L’incontro lancia la fanzine “How to feminize your city” e invita a ripensare lo spazio urbano a partire da corpi, cura e immaginazione.  PELE è un collettivo portoghese che sviluppa progetti di creazione artistica come spazi di riflessione e azione. Col·lectiu Punt6 è una cooperativa no-profit di pianificazione urbana e architettura che lavora da una prospettiva femminista intersezionale.  DRUKKER è un collettivo creativo ungherese con un laboratorio di stampa, composto da attiviste e creative. La sera, alle 21, l’Ossario di Aldo Rossi diventa lo sfondo per il site specific in prima nazionale Stagioni di Tolja Djokovic, una performance corale dove tre voci indagano tre stagioni di un corpo in trasformazione, evocando la figura dimenticata di una donna del Seicento. Tolja Djokovic, autrice, regista e insegnante, ha vinto il Premio Autori Under40 della Biennale College Teatro (2021) e il Premio Riccione per il Teatro (2023). Sabato 18, dalle 15 alle 17, presso OvestLab, la Casa delle donne Lucha y Siesta* tiene il laboratorio  La città transfemminista, per mappare collettivamente la città come un luogo di relazione e resistenza.La Casa delle donne Lucha y Siesta* è un luogo materiale e simbolico di lotta per i diritti delle donne e delle soggettività oppresse dal patriarcato; è un centro antiviolenza, una casa di accoglienza e un polo culturale di prevenzione e contrasto della violenza di genere. Alle 19,30, segue la conferenza La cura è politica: madri, lavoratrici domestiche, attiviste e infrastrutture del potere di Elke Krasny, professoressa presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna che si occupa da anni delle dimensioni della cura, del femminismo transnazionale e delle politiche della memoria in architettura, urbanistica e arte contemporanea. L’incontro analizza il legame tra cura e potere, ampliando il concetto di infrastruttura al di là del significato fisico. Ultimo appuntamento della giornata, alle ore 21 presso OvestLab lo spettacolo La parte inventata/la parte immaginata di Teodora Grano. L’autrice, performer e ricercatrice presenta, in prima nazionale, un incontro intimo con un gruppo di donne over 70 che si confrontano sul morire. Il festival si conclude domenica 19 con un’esperienza di lunga durata che inizierà alle 11 con partenza da OvestLab. HERE – Sono nata per camminare del Collettivo Amigdala è una soundwalk di dieci ore che usa le voci di donne e persone queer per riscrivere la storia e lo spazio della città. Il Collettivo Amigdala indaga il legame tra corpi, paesaggio e politica, focalizzandosi su pratiche di partecipazione e auto-organizzazione.

Fra i progetti del festival Vetro, incontri pubblici con artisti e artiste ospiti a Periferico, condotti da direttrici e direttori di festival italiani di arti performative.

 

Tutto il programma su: collettivoamigdala.com