Un pallone, due porte: Modena torna a promuovere il Calcio di strada



Il calcio nasce dalla strada. Da un pallone lanciato in mezzo a una piazza, da squadre improvvisate ‘con chi c’è’, da un gesto semplice che diventa linguaggio comune. Oggi, in una società che ha svuotato cortili e campetti, Modena sceglie di investire su quell’idea originaria: far tornare il gioco nei quartieri della città. Nasce così “Calcio di strada”, un progetto promosso dall’associazione culturale Mo’ Better Football, sostenuto dall’Amministrazione comunale e realizzato in collaborazione con il Csi Modena, le Acli e il Modena Calcio.

“Calcio di strada” è un progetto sperimentale, costruito passo dopo passo, con lo spirito di chi vuole capire, osservare e crescere insieme al territorio. Il principio è semplice: scegliere un luogo, dargli continuità, renderlo un punto di ritrovo stabile, e solo dopo qualche tempo spostarsi in un’altra zona della città. Il primo appuntamento è per giovedì 23 ottobre intorno alle 16, nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi. Poi toccherà al parco Novi Sad, al parco della Creatività, a piazza Matteotti e a ulteriori spazi.

Gli appuntamenti saranno orientativamente due al mese, in un pomeriggio infrasettimanale, con la flessibilità necessaria per adattarsi alle stagioni e ai ritmi della città. Le squadre nasceranno sul posto, proprio come accadeva “una volta”: 6 contro 6, 8 contro 8, con chi c’è, senza iscrizioni o formalità. L’obiettivo è favorire l’incontro spontaneo, creare relazioni autentiche, restituire ai ragazzi e alle ragazze il gusto libero del gioco.

L’idea nasce da una riflessione condivisa: oggi i ragazzi giocano sempre meno all’aperto. Tra social, impegni, corsi e scuole calcio a pagamento, si è perso qualcosa del calcio più immediato, quello che insegnava l’improvvisazione, la creatività, il senso del gruppo. “Ci siamo resi conto – spiegano Marco Ferrero e Simone Ferrarini di Mo’ Better Football – che l’avvicinamento al calcio è cambiato. Le scuole calcio richiedono costi, spostamenti, disponibilità delle famiglie. Questo rischia di escludere molti bambini e ragazzi. E così, quelli che restano fuori, spesso si ritrovano a non fare nulla, a guardare da lontano”.

E invece basta poco: un pallone, due porte. “Le prime volte che siamo andati in Manifattura Tabacchi per sperimentare l’idea – raccontano – abbiamo semplicemente iniziato a giocare. C’erano dei ragazzi seduti sul muretto: dopo pochi minuti hanno chiesto se potevano unirsi. Poi sono arrivati altri, qualcuno del San Filippo Neri, e la partita è cominciata da sola. È questo lo spirito che vogliamo coltivare”.

Accanto ai promotori, saranno presenti educatori e operatori sociali, tra cui anche ragazzi di seconda generazione, per garantire una comunicazione immediata e inclusiva. Il Csi giocherà un ruolo fondamentale nel collegare l’esperienza di strada con quella delle sue numerose squadre affiliate, mentre le Acli e il Modena Calcio offriranno supporto e competenze tecniche e organizzative. “È un progetto di prossimità – sottolineano gli organizzatori – perché va a intercettare anche quei ragazzi che rischiano l’isolamento, offrendo loro un’occasione di incontro e di appartenenza”.

Mo’ Better Football nasce con una vocazione culturale: raccontare il calcio come fenomeno sociale, simbolico, narrativo. “Il calcio – spiegano – è molto più di un gioco o di uno spettacolo televisivo. È un linguaggio che parla di comunità, memoria, identità. Con ‘Calcio di strada’ vogliamo restituirgli questa dimensione autentica, popolare, vicina alle persone”.