La Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate a Casalgrande



Anche a Casalgrande oggi la cerimonia di celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. Appuntamento in Piazza Martiri della Libertà, di fronte alla Casa comunale, per il tradizionale momento dell’alzabandiera seguito dall’Inno Nazionale e dal discorso del Sindaco Giuseppe Daviddi.

Assieme al Sindaco, ai membri della Giunta Comunale e ai Consiglieri, erano presenti le autorità militari e religiose, una rappresentanza del Gruppo Alpini di Casalgrande, dell’ANC di Scandiano e delle associazioni di volontariato. L’evento è stato impreziosito dalla presenza degli studenti delle classi  2ª A e 3ª C della Scuola Secondaria di Primo Grado “L. Spallanzani” di Casalgrande.

La cerimonia, sviluppatasi per le vie del centro di Casalgrande, ha avuto il suo culmine con la deposizione di un mazzo di fiori all’obelisco in Piazza Martiri della Libertà e ai cippi alla Memoria dei Caduti.

Il discorso del Sindaco Daviddi:

“Care concittadine e concittadini,
Autorità civili, militari e religiose,
Associazioni d’arma e combattentistiche,
Care studentesse e studenti che impreziosite con la vostra presenza questo momento di ricordo,
Oggi, 4 novembre, celebriamo due ricorrenze fondamentali per la nostra storia e per la nostra identità nazionale: la Giornata dell’Unità d’Italia e la Festa delle Forze Armate.
È una data simbolica, perché proprio il 4 novembre 1918 si concluse la Prima Guerra Mondiale con la firma dell’armistizio di Villa Giusti, che sancì la vittoria dell’Italia e il completamento della sua unità territoriale.
Da allora, questa giornata è dedicata a ricordare il sacrificio di tanti militari e civili che hanno dato la vita per la libertà e l’indipendenza del nostro Paese, e a onorare le Forze Armate, che ancora oggi servono con impegno la Repubblica, la pace e la sicurezza di tutti i cittadini.
È una giornata che ci richiama alla memoria, alla gratitudine e alla responsabilità civile, invitandoci a riflettere sul legame profondo tra il sacrificio di ieri e la libertà di cui godiamo oggi.
Centosette anni fa si concludeva la Prima Guerra Mondiale, un conflitto che ha segnato profondamente l’Italia e il mondo intero. Con quella vittoria si realizzava l’unità territoriale del nostro Paese, ma a un prezzo altissimo: migliaia di giovani soldati, molti poco più che ragazzi, sacrificarono la loro vita per consegnarci un’Italia libera e unita.
A loro va oggi il nostro commosso ricordo, la nostra riconoscenza e il nostro impegno a custodire i valori per i quali hanno combattuto: unità, libertà, democrazia.
Un pensiero particolare lo rivolgo agli studenti, la cui presenza qui oggi dà senso e speranza a questa cerimonia. È importante che i più giovani comprendano che il passato non è solo storia, ma una radice viva da cui trarre forza per costruire un futuro di pace e solidarietà.
Le Forze Armate hanno continuato, nel tempo, a svolgere un ruolo fondamentale nella vita del nostro Paese. Dopo la guerra e durante la Resistenza, molti uomini e donne in uniforme contribuirono alla liberazione dal nazifascismo, difendendo i valori di libertà e giustizia.
Negli anni della ricostruzione e fino ai giorni nostri, le nostre Forze Armate non sono solo presidio di sicurezza, ma pilastro di coesione e aiuto nelle difficoltà: intervengono nelle emergenze, offrono soccorso alle popolazioni colpite da calamità, collaborano con la Protezione Civile, sostenendo concretamente le comunità.
Ecco perché oggi, più che mai, il loro ruolo deve essere anche sociale, vicino alla vita quotidiana dei cittadini. Le Forze Armate moderne devono essere al servizio della pace, della solidarietà, della tutela della vita.
Viviamo in un tempo complesso, in cui i conflitti e le tensioni internazionali sembrano moltiplicarsi. In questo scenario, le Forze Armate non devono essere viste come strumenti di guerra, ma come custodi della pace e della libertà, al servizio dei valori più alti della nostra Repubblica.
La difesa della pace, infatti, non si realizza attraverso la corsa agli armamenti. Non è aumentando le spese militari che si costruisce la sicurezza, perché più ci si arma, più si alimenta l’illusione che la forza possa risolvere ogni problema. Ma la storia ci insegna che non è così: la violenza genera solo altra violenza, e la paura dell’altro si trasforma in un vortice di odio e vendetta che rischia di travolgere interi popoli.
La vera forza di una nazione è il coraggio di scegliere la pace, anche quando questo significa prendere decisioni difficili o impopolari.
Come ricordava Papa Francesco:
“Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra.
Ci vuole coraggio per dire sì all’incontro e no allo scontro;
sì al dialogo e no alla violenza;
sì al negoziato e no alle ostilità;
sì al rispetto dei patti e no alle provocazioni;
sì alla sincerità e no alla doppiezza.
Per tutto questo ci vuole coraggio, grande forza d’animo.”
È questa la sfida che dobbiamo trasmettere ai giovani: credere nel dialogo, nella cooperazione e nella solidarietà, perché la pace si costruisce ogni giorno con gesti concreti, con la volontà di capire l’altro, non di dominarlo.
Oggi rendiamo onore a chi serve lo Stato con dedizione, responsabilità e spirito di sacrificio.
Celebriamo le Forze Armate come presidio di pace, libertà e democrazia, e rinnoviamo l’impegno di tutti — istituzioni e cittadini — a costruire un’Italia unita, solidale e aperta al mondo.
Che questa ricorrenza ispiri soprattutto i più giovani a essere cittadini consapevoli, attivi, custodi della memoria e protagonisti del futuro.
Viva l’Italia unita, viva le Forze Armate, viva la pace”.