Successo di pubblico per la quarta edizione di “Riempi il mondo di verde”



Si è conclusa oggi con una forte partecipazione di pubblico la quarta edizione di “Riempi il mondo di verde”, l’iniziativa promossa da Cefa – Il seme della solidarietà, in collaborazione con Comune di Modena e Camera di Commercio, per riflettere sulle sfide della transizione ecologica e sulla crisi climatica come questione globale e sociale.

Cuore della giornata è stata la grande installazione in Piazza Mazzini con 1000 piante aromatiche, 1500 vasi e un “mondo” di 12 metri che ha rappresentato visivamente il divario tra la CO₂ prodotta in Italia (375 milioni di tonnellate) e quella assorbita ogni anno dalle foreste (12,3%).

L’iniziativa ha attirato centinaia di cittadini, famiglie e studenti, che hanno acquistato le piante sostenendo i progetti di Cefa in Italia e in Mozambico.

Dalla piazza, la riflessione si è poi spostata nella sala del Consiglio comunale di Modena dove si è tenuto il convegno “Economia in rosso ma pianeta più verde?” moderato da Patrizio Roversi, che ha guidato la riflessione sul ruolo delle politiche europee, sui modelli di sviluppo e sulle strategie di adattamento climatico.

Aprendo i lavori, Francesco Tosi, Presidente di Cefa, ha ricordato che l’iniziativa è alla sua quarta edizione, resa possibile grazie alla collaborazione con il Comune di Modena e alle realtà che hanno sostenuto il progetto. Nel suo intervento, Tosi ha spiegato perché un’organizzazione impegnata da oltre mezzo secolo nel contrasto alla fame abbia deciso di lavorare sul tema ambientale: “Per noi che operiamo in Africa e America Latina – e, ormai, per tutti noi – dopo le alluvioni estreme degli ultimi anni è chiaro che non è possibile immaginare una vita felice e dignitosa senza un equilibrio con il pianeta. Non esistono sviluppo economico, progresso tecnologico o crescita culturale se non partono dal rispetto dei limiti naturali”. Ha poi ricordato come le crisi ecologiche non conoscano confini: “Sono sfide globali, che chiedono risposte globali. Per questo i fondi raccolti dalla vendita delle piante aromatiche serviranno sia alla piantumazione di nuovi alberi a Modena, in Piazzale Primo Maggio, sia a progetti di riforestazione in Mozambico.” Tosi ha inoltre ringraziato Coop Alleanza 3.0, Emilbanca, Tetrapak, Confcooperative Terre d’Emilia, Banca San Felice, e i vivai Sol Garden e Agriverde, oltre ai numerosi relatori intervenuti a titolo gratuito.

Giulio Boccaletti, nella sua Lectio Magistralis, ha offerto una lettura storica e prospettica del rapporto tra economia e ambiente: “Il paesaggio che voi vedete non è statico, è una pergamena su cui le generazioni hanno scritto la loro vita. Nel 1900 avevamo 4 milioni di ettari di foresta, oggi sono 12 milioni. Questa crescita è il sintomo della trasformazione economica del Paese”.Guardando al futuro e al Green Deal europeo, ha ricordato: “Gli investimenti in solare, idroelettrico e geotermico hanno già superato quelli nei combustibili fossili. Non possiamo tirare il freno a mano. Il futuro della nostra economia è adesso.” Boccaletti ha concluso ponendo una domanda cruciale: “Perché siamo qui? Stiamo discutendo di dove va la nostra comunità, ed è una questione politica. Abbiamo delle leve come cittadini per cambiare queste situazioni?”.

Alessandro Bratti, Cattedra Unesco – Università di Ferrara, ha ricordato come il Green Deal sia stato messo al centro dell’agenda europea nel 2019 perché necessario a costruire “un nuovo modello economico”, citando un esempio concreto: “Il riciclo era considerato un costo per l’ambiente, oggi genera 3 miliardi di PIL in Italia. È un valore per il pianeta, ma anche per noi”. Ha anche sottolineato come oggi sia paradossalmente la difesa – per ragioni di autonomia energetica – a sostenere gli investimenti nelle rinnovabili.

L’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Vittorio Molinari ha richiamato l’attenzione su un nodo spesso poco discusso: “I grandi produttori sono anche grandi spreconi di calore che disperdono nell’aria. Possiamo e dobbiamo riconvertire i sistemi verso nuove fonti”. Ha poi rivolto un invito alla partecipazione: “Se i cittadini non urlano per il loro futuro, prevalgono gli interessi particolari… e gli interessi particolari sussurrano, non urlano”.

Infine Alice Fanti, Direttrice di CEFA, ha ricordato come il continente africano contribuisca solo per il 4% delle emissioni globali, ma subisca effetti devastanti della crisi climatica: siccità, alluvioni, perdita dei raccolti. Ha sottolineato inoltre come il fondo loss and damage, istituito alla COP28 per sostenere i Paesi più vulnerabili, “sia purtroppo rimasto solo sulla carta”.