Pozzo C2 di Marzaglia, Comitato no Bretella:” servono chiarezza e trasparenza sugli interventi previsti”



C’è un presunto allarme giustificato per il pozzo C2 di Marzaglia fino a quando non sarà fatta piena chiarezza. Si tratta, infatti, di un’infrastruttura idrica strategica per la qualità dell’acqua di Modena, la cui zona di rispetto ristretta è attraversata dal tracciato della Bretella Autostradale Campogalliano–Sassuolo.

Proprio per evitare possibili rischi di contaminazione, la Delibera CIPE n. 62 del 22 luglio 2010 prescriveva esplicitamente lo spostamento dei pozzi interferiti dal tracciato, compreso il C2. Tuttavia, nella Relazione di ottemperanza alle prescrizioni allegata al Progetto Esecutivo, tale spostamento non risulta pianificato: si fa soltanto riferimento alla possibilità di ulteriori approfondimenti “congiuntamente e nelle successive fasi” con gli Enti Competenti (Atersir e HERA).

A fronte di un obbligo chiaro e vincolante, AutoCS S.p.A. ha fornito una risposta generica e incerta. Dopo la nostra segnalazione, il presidente Emilio Sabattini ha dichiarato che lo spostamento del pozzo C2 “è già programmato”, ma riteniamo necessario ricordare che la sede istituzionale per comunicare ufficialmente questa decisione sarebbe stata la Relazione di ottemperanza – non una dichiarazione pubblica rilasciata ai mezzi d’informazione a distanza di sei anni.

Va inoltre ricordato che la prescrizione CIPE del 2010 chiedeva di “fornire i necessari dettagli progettuali per lo spostamento” di tutti i pozzi acquedottistici interferiti, non solo del C2. Tra essi vi è anche il pozzo C11 di Magreta, che serve il comune di Sassuolo: un’infrastruttura considerata particolarmente critica già nel progetto definitivo della Bretella del 2005, dove se ne suggeriva l’abbandono e la ricollocazione. Ci chiediamo: questo intervento è stato effettivamente realizzato?

Resta poi da chiarire il cronoprogramma dei lavori. Il presidente Sabattini afferma che il pozzo di Marzaglia sarebbe interferito solo durante le opere del lotto 2, mentre nel cronoprogramma allegato al progetto esecutivo la risoluzione delle interferenze appare prevista contestualmente alle attività di esproprio, per una durata di 15 mesi, e non sembrerebbe necessariamente subordinata alle lavorazioni dei singoli lotti.

Sorgono quindi domande legittime e ancora senza risposta relativamente a tutti i pozzi interferiti: dove verranno realizzati eventuali nuovi pozzi? L’acqua prelevata avrà le stesse caratteristiche qualitative? Quando si prevede la realizzazione delle opere? Quale sarà il costo e chi se ne farà carico?

Domande legittime e risposte doverose, nell’interesse della tutela dell’acqua pubblica e della sicurezza ambientale del territorio modenese.

(Comitato No Bretella Si Mobilità Sostenibile)