Confabitare fa ricorso al TAR sulla delibera comunale. “Ma il Comune sa che gli affitti brevi stanno calando?”



“L’amministrazione comunale inscena una battaglia contro un fenomeno che è già in declino, ignorando che l’emergenza abitativa risiede altrove: nei 16mila alloggi sfitti che non entrano nel circuito della città”, afferma Alberto Zanni, presidente nazionale di Confabitare.

Confabitare, associazione proprietari immobiliari, annuncia il proprio ricorso al TAR contro la recente delibera comunale sugli affitti brevi. Prima osservazione del presidente Zanni: “Il Comune è consapevole che gli affitti brevi stanno diminuendo?”.

I dati non sono un’opinione: gli appartamenti interi destinati a locazioni turistiche sono oggi 1.444, contro i 1.623 di inizio anno. Le stanze singole in locazione turistica sono 3.198, in calo rispetto alle 3.252 di gennaio. Questa si chiama contrazione strutturale, non emergenza.

Molti proprietari hanno scelto di lasciare l’affitto turistico. Nel frattempo Bologna conta 227.232 appartamenti. 186.328 sono abitati dai proprietari stessi, mentre poco più di 40.900 non costituiscono prima casa. I contratti di locazione attivi sono 12.055 a canone libero e 6.527 a canone concordato.

“Il problema strutturale non sono gli affitti brevi, ma i 16.000 appartamenti sfitti, un patrimonio che non viene citato mentre il dibattito pubblico si concentra su un fenomeno che si sta già ridimensionando da solo, – continua Zanni – la nuova delibera comunale introduce vincoli e limitazioni che rischiano di irrigidire un mercato già fragile, rallentare i cambi di destinazione d’uso e disincentivare i proprietari che potrebbero tornare all’affitto stabile. Bologna avrebbe bisogno dell’esatto contrario: incentivi, agevolazioni fiscali e procedure snelle. Quanto alla categoria B/3, l’obbligo è in vigore dall’8 aprile 2024. Un anno e mezzo dopo non ha prodotto alcun risultato apprezzabile”.

Per Confabitare non è l’inasprimento normativo a rimettere in moto il mercato, ma la capacità di creare percorsi che tutelino i proprietari immobiliari facilitando l’immissione dei 16mila alloggi oggi vuoti nel mercato e, allo stesso tempo, se si vuole intervenire anche sul segmento delle locazioni turistiche, favorire il passaggio dall’affitto turistico a quello tradizionale. C’è infine il tema dell’IMU. Il valore delle aree e degli immobili dipende anche dalle scelte dell’amministrazione. Più vincoli equivalgono a minore valore catastale e quindi a un minore gettito IMU per il Comune. “Un paradosso amministrativo che non aiuta né i proprietari né le casse pubbliche. Per tutte queste ragioni Confabitare farà ricorso al TAR, chiedendo meno sanzioni, più intelligenza amministrativa, più politiche strutturali, meno propaganda e meno ideologie. Possibilmente un confronto basato sui numeri reali”, conclude Zanni.