“L’Europa deve ascoltare gli agricoltori. Tra pochi giorni saranno qui a Bruxelles in migliaia per protestare contro la proposta di bilancio Ue a lungo termine, in particolar modo sui fondi agricoli.
Come Regione condividiamo le ragioni della protesta perché la proposta prevede un taglio pesantissimo di risorse all’agricoltura che supera il 20%: si parla di decine di miliardi di euro a livello europeo, solo l’Italia perderebbe 8 miliardi. C’è poi un’evidente marginalizzazione delle Regioni mentre la nostra Costituzione e il nostro Paese assegnano proprio alle Regioni la delega e la competenza dell’agricoltura. Inoltre, ribadiamo che la proposta di fondo unico che accorpa coesione e Pac, riducendo le risorse in gestione concorrente e demandando la gestione agli Stati membri, rappresenta un errore strategico. Indebolirebbe il ruolo delle Regioni, dei Comuni, delle aree rurali e urbane, mettendo a rischio decenni di politiche che hanno sostenuto crescita, sviluppo e coesione territoriale. La cosiddetta semplificazione non può tradursi in un accentramento che limita la capacità dei territori di programmare investimenti efficaci e mirati”.
È quanto afferma l’assessore regionale all’Agricoltura e ai Rapporti con l’Unione europea, Alessio Mammi, impegnato in questi giorni a Bruxelles in una serie di appuntamenti istituzionali dedicati al nuovo Quadro finanziario pluriennale, il documento che definisce per sette anni le principali voci di spesa e le priorità del bilancio dell’Ue.
L’assessore ha partecipato come relatore alla riunione del gruppo di coordinamento del Comitato delle Regioni dedicata alla definizione della prossima cornice finanziaria europea. Il gruppo, presieduto dalla presidente del Comitato europeo delle Regioni, Kata Tüttő, riunisce tutti i membri del Comitato che nei prossimi mesi saranno impegnati a redigere pareri sulle varie proposte legislative connesse con il Bilancio Ue 2028-2034.
A seguire ha preso parte al confronto con le delegazioni politiche e alla Sessione plenaria del Comitato, riunito per discutere il quadro finanziario pluriennale insieme alle relatrici e ai relatori del rapporto del Parlamento europeo e per approvare una serie di pareri sulle politiche tematiche della Commissione.
Nel corso dei lavori, Mammi ha ribadito la necessità di mantenere forte la dimensione territoriale delle politiche europee, sottolineando come la centralizzazione e la rinazionalizzazione proposta con il fondo unico rischi di ridurre l’efficacia degli investimenti e la capacità delle Regioni di programmare interventi mirati.
“Il nuovo Quadro finanziario pluriennale deve essere all’altezza delle sfide che l’Europa ha davanti- afferma Mammi-: servono risorse adeguate e strumenti capaci di accompagnare davvero la transizione ecologica e quella digitale senza spostarne i costi sulle comunità locali. Per questo non possiamo accettare tagli del 20% alla coesione e all’agricoltura, che ridurrebbero la capacità delle Regioni di sostenere imprese, filiere e territori rurali. Una riduzione di questa portata dimezzerebbe di fatto il peso dell’agricoltura nel bilancio dell’Unione, che passerebbe dal 31% al 15%, e per l’Italia significherebbe scendere dagli attuali 40 miliardi a circa 31: una perdita di 8 miliardi. Non sarebbe una semplice revisione tecnica, ma un cambiamento strutturale che ridurrebbe drasticamente il ruolo dell’agricoltura nelle politiche europee”.
L’assessore Mammi anche in occasione dell’incontro, sempre a Bruxelles, con la Rappresentanza permanente d’Italia, ha evidenziato la necessità di dedicare più risorse per le imprese agricole mantenendo una Politica agricola veramente comune e autonoma sul piano dei fondi e della gestione.
“La Politica agricola comune- sottolinea l’assessore- non può essere considerata una voce accessoria del bilancio europeo, perché garantisce il reddito degli agricoltori, la sicurezza alimentare e la gestione sostenibile delle aree rurali. Senza strumenti dedicati e risorse stabili, il rischio è quello di indebolire un comparto strategico per l’Europa e per il nostro Paese, che ha bisogno di investimenti certi per rendere più sostenibili pratiche e produzioni, innovare le imprese e dare prospettive alle nuove generazioni. Allo stesso tempo- aggiunge Mammi-, occorre assicurare anche certezza normativa, regole commerciali eque e tutela delle produzioni di qualità, perché competitività e sostenibilità non si costruiscono comprimendo il reddito del nostro tessuto produttivo o esponendo le nostre imprese a concorrenza sleale. La sostenibilità delle nostre pratiche agricole e il valore territoriale delle produzioni locali sono riconosciuti nel mondo e vanno tutelati”.
“Un bilancio europeo moderno- conclude- deve rafforzare lo sviluppo territoriale, sostenere il comparto agricolo e agroalimentare e tutelare le comunità rurali, perché la coesione non è un concetto astratto ma la condizione per una crescita equilibrata e sostenibile in tutta l’Unione europea”.

